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Emmanuel Macron

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A stare agli exit poll in Francia, Macron potrebbe intestarsi una mission importante: ricucire la ferita di Vichy e sdoganando l’estrema destra attraverso alcuni anni di coabitazione tra il governo Bardella e l’Eliseo


Francia: tutto è perduto fuorché l’onore? C’è ancora un secondo turno con diversi ballottaggi ‘’triangolari’’, dove si gioca un’altra partita. Basta non commettere errori. E il rischio c’è. Ricapitoliamo. Per Emmanuel Macron chiamare il Paese alle urne era l’unico modo per responsabilizzare l’elettorato nei confronti di un quadro politico – inedito – che si andava delineando. E che il presidente voleva evitare. Non a caso Macron ha invitato i francesi a guardarsi dagli estremismi di destra e di sinistra: non era campata in aria, il 9 giugno, la possibilità di mettere in campo una coalizione moderata e riformista che fosse anche competitiva nelle urne.

Certo sarebbero stati necessari non solo il coraggio di provarci, ma anche il superamento di rancori, antipatie, incomprensioni, opportunismi e ripicche che dividono anziché unire (in Italia assistiamo ad un caso clamoroso) un’area di forze politiche ‘’centriste’’ che paradossalmente condividono gli stessi valori e perseguono i medesimi obiettivi, ma sono incapaci di trarne le uniche conseguenze razionali. Mettendo insieme, attraverso gli opportuni accordi, i voti di Macron, con quelli della nuova formazione lib/lab di Raphaël Glucksmann e degli ex gollisti sarebbe potuto nascere, almeno sulla carta, una coalizione tendenzialmente maggioritaria. Purtroppo, la logica del ‘’no pasaran’’ ha indotto i partiti di una caotica e variopinta sinistra a rifugiarsi nella retorica del passato.

Persino Glucksmann, l’astro nascente del riformismo d’Oltralpe, ha finito per allearsi – benché ammesso dagli alleati turandosi il naso– con i ceffi del Nuovo Fronte Popolare. Francois Mitterrand, non avrebbe mai pensato di resuscitare il Lazzaro (1936-1939) della maggioranza e del governo di Leon Blum (1936-1939) che non esitò ad abbandonare a se stessa la Repubblica spagnola, come il NFP farebbe oggi con l’Ucraina. A stare agli exit poll Macron potrebbe intestarsi una mission importante: quella di rendere un servizio alla storia del suo Paese ricucendo, dopo più di 80 anni, la ferita di Vichy e sdoganando l’estrema destra attraverso alcuni anni di coabitazione tra il governo Bardella e l’Eliseo. Pare invece che abbia rivolto un appello alla sinistra per impedire il successo della destra. Quando si getta sul tavolo tutta la posta non è detto che il bluff abbia successo.


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