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Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano

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SPRINT finale del ministero della Cultura per l’assegnazione dei fondi del Pnrr. L’ultimo miglio per raggiungere il target dei 9 investimenti del Piano, per un totale di 4,2 miliardi, sono i 200 milioni a sostegno delle imprese ubicate o che intendono insediarsi nei borghi. Questione di giorni. Entro fine aprile, con il piede sull’acceleratore, il Mic raggiungerà il 100% delle assegnazioni.

A tirare un bilancio del lavoro svolto dal ministero della Cultura è il direttore generale dell’Unità di Missione per l’attuazione del Pnrr, Angelantonio Orlando. “Una buona notizia nel corso della giornata di approfondimento sulla spesa del Pnrr organizzata venerdì scorso a Napoli, al Museo di Capodimonte, dalla testata “Gente e Territorio” diretta da Flavio Cioffi. “Ad oggi sono state assegnate ai soggetti attuatori risorse per oltre 3,8 miliardi di euro – spiega Orlando – pari al 95% delle risorse di competenza del Mic. Entro la fine di questo mese chiudiamo la partita”.

Parole che trovano conforto nelle dichiarazioni del neo direttore di Capodimonte, Eike Schmidt: “L’Italia non è affatto indietro per quanto riguarda il Pnrr, specialmente nel settore della Cultura. Capodimonte, con il Real Bosco, partecipa con un finanziamento di 25 milioni, soldi che vanno spesi bene e nei tempi giusti: abbiamo una grande responsabilità e non possiamo permetterci di rallentare”.

Ma non c’è solo il patrimonio culturale tra i temi trattati nel corso del convegno, che ha inteso fare il punto anche su altri capitoli di spesa, rilevando non poche criticità. Sulla rigenerazione urbana entra a gamba tesa Alessandro Bianchi, direttore della Scuola “La FeniceUrbana”, già rettore dell’Università Mediterranea e ministro dei Trasporti del secondo governo Prodi. “Serve subito un censimento del patrimonio edilizio dismesso che nel nostro Paese si sviluppa su 9mila metri quadrati”. Un’area, un tempo occupata dalle industrie, grande quanto la Basilicata. Un 3% di tutto il territorio nazionale fatto di 130mila fabbricati, 750mila edifici, 20mila chiese, 25mila impianti sportivi, 1.800 siti militari, 3mila miniere, 14mila cave e ben 1.600 chilometri di rete ferroviaria dove non passa più nenache un treno locale, corredati da 1.700 stazioni fantasma. Dati che il professore ha messo insieme con indagini empiriche, ma che meriterebbero ben altra analisi considerato che sono alla base dei progetti di rigenerazione urbana.

Un capitolo di spesa che, “tra Pnrr e Fondo complementare – tiene a precisare Francesco Alessandria della Presidenza del Consiglio – vede impegnati 4,3 miliardi, di cui almeno il 40% riguardano le regioni del Sud”. All’esperto urbanista non sfuggono i tanti vincoli che incontrano le amministrazioni locali per bandire le gare e aprire i cantieri, a cominciare dalla scadenza temporale del 2026. “I sindaci devono correre”, dice allargando le braccia. Sui temi ambientali, Piergiuseppe Morone, ordinario di Economia politica dell’UniTelma Sapienza, evidenzia tutte le difficoltà nella misurazione della sostenibilità della transizione green, su cui punta il Pnrr. “E’ tutt’altro che facile capire se ha un minore impatto ambientale una mascherina anti-Covid usa e getta o una riutilizzabile da lavare a 60°”, dice l’esperto, che invita a una riflessione serena ma improcrastinabile sui consumi. “Serve un nuovo approccio al consumo in grado di passare dal possesso dell’oggetto all’accesso: il car sharing sta prendendo piede, lo stesso vale per le bici, ma pensiamo a quanti oggetti produciamo e poi consumiamo poco”.

L’abbigliamento, certo, ma anche altro. “Sapete quante ore lavora un trapano in una casa? Appena 30 minuti in tutta la sua carriera! Un vero spreco, bisognerebbe pensare a forme di condivisione, magari condominiali”. Piccoli accorgimenti che potrebbero avere grandi ripercussioni a livello globale. E poi, si sa, la sostenibilità ha il suo prezzo. “In Francia stanno cancellando i voli a corto raggio per dirottare i passeggeri sul trasporto ferroviario e ad Oslo stanno dismettendo i parcheggi per disincentivare l’uso dell’auto”, ricorda Maurizio Manfellotto, presidente di Hitachi Rail STS, intervenendo sul focus dedicato alla mobilità e presentando delle soluzioni avveniristiche, come i nuovissimi macchinari che viaggiano su binari virtuali in alcuni Paesi ricchi del Golfo Persico.

Un esempio che dà un assist speciale a Pietro Spirito, ordinario di Management delle infrastrutture presso l’Universitas Mercatorum: “L’Italia viaggia guardando solo nello specchietto retrovisore. Il Pnrr è completamente assente di pianificazione, sulle infrastrutture sono andati a prendere i progetti chiusi nel cassetto. Sono già vecchi. Per non parlare dell’assurdità del disegno dell’Autonomia differenziata che vuole affidare le grandi infrastrutture alle Regioni”. Un po’ di ottimismo viene dall’assessore alla Mobilità del Comune di Napoli, Edoardo Cosenza, che assicura l’apertura della linea 6 della Metropolitana entro luglio. “Con 8 stazioni, dalla Mostra d’Oltremare a piazza Municipio, sarà l’arteria green della città”.


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