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Mentre in Italia arrivava il Covid, molti giovani decidevano di espatriare. Il proverbiale motto “state a casa” si è rivelato innocuo nei confronti dell’onda di emigrazione che ormai da diversi anni riguarda il nostro Paese. I dati che emergono dalla XVI edizione del Rapporto italiani nel mondo 2021 della Fondazione Migrantes sono molto chiari in tal senso: circa 109.528 italiani – per lo più giovani, ma anche nuclei familiari – sono andati via.

Si tratta di 21.408 persone in meno rispetto al 2019, ma considerando l’insorgere della pandemia, la diminuzione è stata al di sotto delle aspettative. Il 78,7% di loro si è trasferito in altri Paesi europei.

Secondo i dati aggiornati al 1° gennaio scorso, ripresi dall’AgenSir, il totale degli italiani nel mondo è di 5.652.080 persone (il 9,5% degli oltre 59,2 milioni di italiani residenti in Italia), con un aumento del 3% nell’ultimo anno, pari a 166mila presenze.

Sicilia terra d’emigrazione

Aumentano le donne che emigrano all’estero. Lo svela, come riporta l’AgenSir, Delfina Licata, caporedattrice del rapporto: «Dal 2006 al 2021 è inoltre in atto un processo di femminilizzazione degli italiani all’estero. Le donne sono aumentate dell’89,4%, ci sono più famiglie e un ringiovanimento complessivo, con +158% di nati all’estero e + 76,8% di minori».

La Regione italiana che conta il maggior numero di espatriati è la Sicilia, con più di 798mila iscrizioni all’Aire (l’Anagrafe degli italiani all’estero), seguita da Lombardia, Campania, Lazio e Veneto. Il Paese straniero con più italiani è l’Argentina (884.187, il 15,6%), seguita dalla Germania (801.082, 14,2%) e dalla confinante Svizzera (639.508). Numerosi italiani vivono anche in Brasile, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Il problema dell’emigrazione giovanile

La diminuzione del numero di emigranti italiani durante la pandemia è dovuta perlopiù ad anziani (-28,7% nella classe di età 65-74 anni e -24,7% in quella 75-84 anni) e minori di 10 anni (-20,3%).

Categorie, queste due, frenate presumibilmente dal virus. «Prima del Covid partivano anche interi nuclei familiari e anziani che si ricongiungevano con familiari. Adesso uomini non sposati fra i 18 e i 35 anni e in alcuni casi giovani coppie», spiega Delfina Licata. Mons. Stefano Russo, segretario generale della Conferenza episcopale italiana (Cei), come riporta l’AgenSir, ha spiegato che «la Chiesa in Italia ha in questo momento una priorità che è allo stesso tempo una preoccupazione pastorale: le nuove emigrazioni giovanili. Gli italiani emigrano oggi massicciamente e i giovani sono i protagonisti principali».

Preoccupa la situazione in Sicilia, dove, annota “Repubblica”, tra il saldo migratorio e quello naturale tra nascite e decessi, negli ultimi dieci anni si sono persi circa 220mila residenti: dai cinque milioni 60mila del 2011 ai 4 milioni 840mila di adesso. Si rischiano così desertificazione e smantellamento del sistema previdenziale.


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