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Il controllo di un Green pass

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Archiviate vacanze e ferie natalizie – a seconda degli interessati – entra ufficialmente in vigore la nuova estensione sull’utilizzo del super Green pass, prevista dagli ultimi decreti approvati dal governo. Diversi i settori coinvolti, fra cui quello dei trasporti che – complici le riaperture delle scuole e la ripresa a pieno regime delle attività lavorative dopo le festività – dovrà servire un elevato numero di utenti, in una delicatissima della pandemia. Da oggi la certificazione verde rafforzata diventa obbligatoria – per gli over 12 – su treni, aerei, navi e trasporto pubblico locale. Chi è sprovvisto resta a piedi o sarà costretto a usare mezzi privati. Non solo: i passeggeri saranno tenuti a indossare la mascherina Ffp2 per tutta la durata del viaggio. Il tutto almeno sino al 31 marzo, giorno di scadenza dello stato d’emergenza dopo la proroga arrivata prima di Natale.

Le criticità non mancano, dal rischio di disservizi e ritardi a livello cittadino – si pensi ai tempi che richiederà l’effettuazione dei controlli su bus, tram e metro – a quello di un ulteriore calo della domanda, specie per le compagnie impegnate nella media e lunga percorrenza. Aziende strategiche per il collegamento del Paese lungo tutte le sue direttive che hanno recentemente lanciato un appello al governo chiedendo l’accesso a nuovi aiuti.

Due lettere venerdì scorso sono state recapitate al Mims e al Mef. La prima di Italo – player fondamentale nel campo dell’alta velocità – la seconda di un gruppo di dieci grandi imprese di trasporto su gomma. Simile il tenore delle missive, nelle quali si ricorda come il comparto sia stato tra i più colpiti dalla crisi scatenata dal Covid e si prevede un aggravamento dovuto all’introduzione delle misure restrittive, in termini di un plausibile calo di passeggeri e di costi aggiuntivi. Dovuti sia all’applicazione dei protocolli che alle attese stangate del 2022 sul fronte del calo energia.

Diverse le richieste per dare respiro al settore che, altrimenti – avvertono – sarà costretto a battere la strada dei tagli, in termini di servizi e di personale. In attesa di risposta le aziende hanno già cominciato a muoversi. Italo, ad esempio, ha annunciato la soppressione di sei treni giornalieri da venerdì scorso, che diventeranno ventisette dal 14 gennaio, dei quali ventuno cancellati ogni giorno e ulteriori sei il martedì, mercoledì e giovedì. Iniziativa bocciata da Assoutenti pronta a rivolgersi all’Autorità di regolazione dei trasporti.

La Fit-Cisl, da parte sua, ha chiesto di essere convocata al Mims per discutere della crisi di treni e pullman. «Abbiamo preso atto dell’allarme lanciato da Italo Ntv e da alcune aziende di trasporto ferroviario merci e trasporto su gomma, che affermano di avere difficoltà a causa della carenza della domanda di trasporto e del blocco dei sussidi – ha detto il segretario generale, Salvatore Pellecchia – Abbiamo necessità di capire meglio qual è l’impatto che le aziende prevedono sia sul servizio sia sui livelli occupazionali».


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