X
<
>

Giulio Antonelli e Cesare Hassan

Share
4 minuti per la lettura

CESARE Hassan, endoscopista digestivo, è uno dei massimi esperti al mondo nella diagnosi del tumore del colon retto e pioniere nell’uso del supporto di sistemi di intelligenza artificiale. Quest’ultima, se possibile, ha reso ancor più nota la sua esperienza di endoscopista più citato al mondo.

Giulio Antonelli, medico 31enne di Roma, laureato in Medicina e specializzato in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva alla Sapienza di Roma, è uno dei pochi under 35 al mondo che grazie al training formativo dedicatogli da Cesare Hassan, sa usare molte nuove tecniche, fra cui quella basata sul supporto dell’AI, dove la capacità clinica si unisce al controllo della macchina “intelligente”.

La macchina, denominata GI Genius, messa a punto da una società leader mondiale nelle tecnologie e soluzioni mediche, la Medtronic, permette di abbattere significativamente i casi di “falsi negativi”, consentendo di salvare ancor più vite. La storia di Giulio, giovane promessa dell’endoscopia gastrointestinale di frontiera, non sarebbe quella che è oggi se non avesse incontrato il suo mentore Cesare Hassan, responsabile del Presidio di endoscopia digestiva, ASL Roma 1, Unità operativa.

Ma lo stesso Cesare Hassan, grazie ai progressi della scienza nell’ambito delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale (AI), a cui si è avvicinato soltanto due anni fa, in assenza di questa innovativa opportunità, non avrebbe forse potuto condividere ancor più diffusamente la sua esperienza, dando un contributo così potente alla comunità scientifica, attraverso la sua attività clinica e le sue pubblicazioni. Ora, grazie al Premio “Artificial Intelligence Research Award”, promosso dalla società Medtronic e l’ESGE, la Società Europea di Endoscopia Gastrointestinale, per supportare la ricerca sull’intelligenza artificiale nella colonscopia e aiutare a prevenire quasi 100 mila casi di tumore al colon retto in Europa, l’esempio di Cesare Hassan e Giulio Antonelli, potrà essere replicato in altri ospedali in Italia e all’estero.

Ad oggi, oltre al Regina Margherita di Roma, solo l’Humanitas di Milano con il professor Alessandro Repici opera con questa tecnologia innovativa. Il “Grant” consentirà ai migliori ricercatori e ospedali europei di aggiudicarsi 125mila euro per la ricerca sull’utilizzo dell’Intelligenza artificiale nella colonscopia, oltre a disporre di 75 moduli della tecnologia innovativa denominata GI Genius, basata sull’AI. Consentirà di estendere a più gruppi clinici e di ricerca l’opportunità di migliorare la capacità diagnostica, per una prevenzione completa del cancro del colon.

L’ESGE, auspica la partecipazione delle strutture ospedaliere e dei gruppi di ricerca, invitando i giovani ricercatori ad “applicare”, ovvero ad inviare le candidature.

Giulio Antonelli, che è l’unico membro italiano del Young Endoscopist Committee ESGE, tenendo fede alla missione di coinvolgere nei progetti giovani medici e colleghi di più lunga esperienza, propone: “Il Grant rappresenta un’opportunità per i giovani, che hanno più confidenza con le nuove tecnologie, per scrivere un progetto per i loro gruppi di ricerca e partecipare al bando. Contribuiranno così a far crescere i loro gruppi in un ambito di punta. Con il Grant vengono messe a disposizione macchine che hanno richiesto un investimento molto importante, che costerebbero moltissimi soldi e che consentono di progredire nella ricerca”. Giulio afferma che quando si è iscritto all’Università, in medicina non si parlava di AI in alcun modo. E aggiunge: «L’AI sicuramente ci aiuterà moltissimo, non bisogna temere tuttavia che ci rubi il lavoro, perché potrà soltanto aiutare l’operatore. La capacità clinica è dell’uomo».

Cesare Hassan dice che la sua struttura parteciperà sicuramente al Grant di ricerca. Il grande esperto alleva i suoi giovani endoscopisti trainee con passione. Oltre a Giulio, in due anni con la macchina AI ha addestrato un giovane medico cileno. Il training è un’attività molto impegnativa. «Faccio training ad un giovane alla volta, la procedura è operatore dipendente e preferisco avere un rapporto molto continuativo e diretto.

I giovani stanno con me circa un anno, poi diventano bravissimi e li lascio andare». L’attività clinica svolta da questi due medici, oltre ad essere una storia di collaborazione fra generazioni e di gratitudine reciproca, è l’emblema dell’impatto della scienza sulla qualità della vita delle persone. L’AI è un alleato nello screening del tumore del colon retto, seconda causa di cancro in Europa. In caso di diagnosi precoce, il 92% di pazienti affetti dalla malattia può sopravvivere almeno cinque anni o più rispetto ad un 10% con diagnosi di malattia nell’ultima fase. La colonscopia è la procedura principale per individuarla.

Tuttavia, spiega Hassan, «a differenza di quanto accade con una mammografia, dove le immagini vengono lette da due radiologi, per minimizzare il rischio di errore, con l’endoscopia non è possibile, perché può essere fatta da un solo operatore, senza il controllo di una seconda persona. Il rischio è di non individuare circa il 7% dei polipi, e attiene al fattore umano, dove entrano in gioco esperienza, attenzione, frequenza con cui si esegue l’esame e stanchezza dell’operatore. Con l’AI, si affianca all’operatore umano un operatore virtuale.

La macchina, che è stata “addestrata” in precedenza, con le immagini di un numero di polipi fra i mille e i duemila, che ha imparato a riconoscere, grazie al software aggiornato annualmente con le nuove lesioni, segnala ogni volta che c’è un’area sospetta in presenza di un polipo. Così – conclude – si minimizzano i tassi di errore che sono intrinseci all’operatore».


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE