Luciano Nobili
6 minuti per la letturaSENZA risposte chiare «è evidente che il M5s non continuerà a condividere la responsabilità di governo», ha scandito il presidente dei pentastellati Conte sabato sera al termine della solita logorante giornata di confronto con i suoi – che ormai non controlla più – ma, di fatto, il sentiero per il Draghi bis, con o senza 5 Stelle, si fa sempre più stretto, questo nonostante il pressing interno e internazionale affinché rimanga al suo posto per arrivare alla scadenza naturale della legislatura. Fra coloro che in queste ore concitate stanno tentando fino all’ultimo a convincere il premier a non mollare la guida dell’esecutivo in prima linea c’è Matteo Renzi che «non si rassegna alla catastrofe voluta da Conte».
Queste le parole con le quali il leader di Italia Viva sabato mattina ha aperto a Roma l’Assemblea nazionale del suo partito, nel corso della quale ha rinnovato l’invito a firmare la petizione per chiedere a Draghi di restare.
«Il Movimento 5 stelle è stato in questi anni una sciagura per l’Italia – non usa mezzi termini Luciano Nobili, deputato e membro della segretaria nazionale di Iv – hanno fatto solo danni a questo Paese su qualsiasi fronte, dalla giustizia all’economia. Il Supebonus 110% ha generato truffe per sei miliardi di euro, sottratti alle casse dello Stato, e se parliamo di Reddito di cittadinanza è sotto gli occhi di tutti il fallimento di una misura che non ha centrato gli obiettivi prefissati soprattutto in termini occupazionali, per non parlare delle truffe anche in questo caso».
Non a caso domani una delegazione di Iv depositerà in Cassazione un quesito sull’abolizione del reddito di cittadinanza…
«Facciamo chiarezza: noi siamo consapevoli che specialmente durante la pandemia il Rdc è stata un’ancora di salvezza per le fasce più deboli della popolazione, ma il nostro obiettivo è contrastare la povertà con un strumenti più efficaci: quando Renzi era a Palazzo Chigi vennero stanziati 20 milioni di euro a questo scopo attraverso l’introduzione del Rei, il reddito di inclusione, che a differenza della misura grillina, prevedeva che fossero i Comuni ad erogarlo e non l’Inps con un evidente contenimento delle attribuzioni non dovute, sia in termini di truffe che di beneficiari che invece potrebbero lavorare. Attraverso il Rdc non è stato creato nessun posto di lavoro: insomma, sia per quanto riguarda il contrasto alla povertà che le politiche attive del lavoro, un fallimento su tutta linea. Ma non contenti di questo e degli altri danni fatti, i grillini oggi provano a fare il danno finale, figlio di un desiderio di vendetta di Conte e di un tentativo teleguidato da Travaglio, Di Battista e Casalino per ridare un minimo di centralità politica a un movimento che ormai ha esaurito la sua funzione, che ha subito la pesante scissione ad opera di Di Maio, è dilaniato al suo interno e con un consenso nel Paese ridotto ai minimi termini. Iv ha lottato per avere Draghi a Palazzo Chigi perché era quello che serviva in un momento complicato e i risultati sono stati subito evidenti con il cambio di passo della campagna vaccinale, con un Pnrr all’altezza e centrando gli obiettivi fissati dall’Ue per riconoscerci le preziose risorse del Recovery Fund. E poi ovviamente con una credibilità e un’autorevolezza internazionale che ha fatto sì che l’Italia fosse nuovamente protagonista in Europa. Fermare tutto questo è clamorosamente grave e irresponsabile, per giunta in un momento di grande criticità».
In queste ore si stanno moltiplicando gli appelli a Draghi affinché rimanga alla guida dell’esecutivo anche da parte della società, dai medici in prima linea nei duri mesi della pandemia al mondo imprenditoriale. Come sta andando la raccolta firme lanciata dal suo partito?
«Sta volando con numeri incredibili, l’obiettivo è arrivare almeno a 100mila firme, dobbiamo far sentire la presenza di un popolo che chiede a Draghi di andare avanti, facciamo appello a tutti i cittadini di qualsiasi appartenenza politica: in questo momento l’Italia ha ancora bisogno di Draghi. Oggi pomeriggio alle 18.30 ci saranno due manifestazioni, una a Roma e una Milano ‘Avanti con Draghi’, in queste ore tutti coloro che hanno a cuore le sorti del nostro Paese devono dare un segnale».
Il segretario del Pd Letta si è appellato a tutte le forze politiche, compreso il M5s, ma il centrodestra di governo è assolutamente contrario a coinvolgere di nuovo i pentastellati in un eventuale Draghi bis. Dunque?
«Immagino che Letta abbia fatto proprio il messaggio di Draghi che ha posto come condizione per rimanere a capo dell’esecutivo quella di continuare con la stessa compagine di governo e con una maggioranza a larghissime intese quindi in questo momento può essere visto come un atto di responsabilità. Il Pd però deve chiarire una volta per tutte cosa vuole fare in prospettiva, Renzi è stato molto chiaro: chi alle elezioni andrà con il M5s andrà senza di noi. Detto questo, in questo momento lo sforzo comune deve essere quello di andare avanti con Draghi e con la maggioranza più ampia possibile e senza mettere paletti, come ha fatto Conte. Anche a noi piacerebbe fare a meno dei 5 Stelle anche perché i loro numeri ormai sono ininfluenti, in Parlamento vi è una maggioranza anche senza di loro ma se il premier lo ritiene necessario noi non obiettiamo, l’importante è che lui resti a Palazzo Chigi in questi mesi drammatici. L’alternativa è il voto».
Quindi siete d’accordo con Giorgia Meloni quando afferma che “sarebbe scandaloso mettere assieme il quarto governo di fila caduto dall’alto solo per far vivacchiare la legislatura”?
«Come sarebbe possibile spiegare ai cittadini e all’Ue che noi facciamo a meno di Draghi per sostituirlo con un altro e con una maggioranza fiaccata e sfilacciata? Non è possibile e non è quello che serve all’Italia. Se Draghi va a casa per colpa del M5s saranno loro ad assumersene la responsabilità e a risponderne davanti agli elettori».
A parte Mattarella, il “vincolo esterno” è l’unica reale e concreta possibilità che può convincere Draghi a restare? Mi riferisco al mondo dell’economia ma anche agli attori internazionali, dall’Ue alla Casa Bianca. A Mosca si sta festeggiando in questo momento…
«Il fatto che l’ex presidente russo ed ex premier Medvedev abbia irriso i leader democratici occidentali pubblicando quel post con la foto di Draghi accanto al premier britannico uscente Boris Johnson (LEGGI), e il messaggio su Twitter di Milov, braccio destro dell’oppositore russo Navalny, nel quale scrive che “l’amico di Putin Giuseppe Conte sta cercando di far cadere il governo di Draghi in Italia” sono sintomatici. Per contrastare chi, consapevolmente o meno, sta servendo gli interessi internazionali dei nemici dell’Europa e dell’Italia, in un momento in cui le democrazie nel mondo sono sotto attacco dappertutto, sono sicuro che su Draghi stiano esercitando la loro moral suasion le personalità più importanti, da Biden a Macron. Con i leader democratici in apprensione e i leader autocratici che festeggiano per la possibilità della caduta del governo italiano, mercoledì di fronte al parlamento si dovrebbe dimettere Conte non Draghi».
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