Lucia Abbinante
4 minuti per la letturaGIOVANE e donna: ha le idee chiare, il pensiero veloce, l’esposizione incisiva. È Lucia Abbinante, 32 anni; dal primo settembre dirige l’Agenzia Nazionale per i Giovani (primo direttore donna in assoluto), Ente governativo, vigilato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Commissione Europea, istituito dal Parlamento italiano con Legge 15/2007, in attuazione della Decisione 1719/2006 CE, concertata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio d’Europa.
Si tratta dell’organismo propulsivo e attuativo delle politiche giovanili europee che, nella sua azione, si rivolge a una componente sociale fondamentale, quella che rappresenta il presente e il futuro del Paese. Barese, ha le sue radici a Carbonara, che, da Comune autonomo, nel 1928 divenne quartiere del capoluogo pugliese, con tutti i gap della perifericità: «Da ragazza – racconta – mi son sentita a lungo un fiore di campo in un terreno incolto. Da quella percezione deriva la decisione di fare qualcosa per dare protagonismo a chi, come me, viveva in una realtà che poteva e doveva cambiare.» Una metafora che si trova riflessa nel suo ufficio, con ampie finestre piene di luce e tanti fiori. Dalla nostra conversazione, emerge innanzitutto un elemento: la passione di Lucia Abbinante per le sfide, quelle difficili, fosse anche camminare disinvoltamente su tacchi dodici, un informale esercizio di perseveranza: «Il mio quartiere aveva due poli aggregativi, la scuola e la chiesa; erano il volano per intercettare le energie giovanili e indirizzarle verso l’attivazione sociale. Per farlo, però, occorreva identificare i giusti linguaggi per trasferire determinati valori e messaggi.»
Precocemente, a scuola, sin dalle medie, si impegna, partecipando a programmi di promozione dei valori positivi, quali la legalità e la cittadinanza. «A quell’età – riflette – gli adolescenti non sono delle tabule rase, bensì un carattere in formazione e proprie preferenze nel modo di comunicare. La scuola deve saper miscelare il mondo dell’educazione formale e informale, sì dà far acquisire agli studenti competenze che gli offrano nuovi, inediti orizzonti. Ad esempio, quelli digitali.» La digital radio offre al pubblico giovanile l’opportunità di sperimentarsi. Così è per lei che vi si cimenta: «Chi vi si avvicina, impara a lavorare in pool, con abilità differenziate: tecniche, tecnologiche, la capacità di leggere e sintetizzare le notizie, a creare una competente selezione musicale; il che attira anche i ragazzi meno ‘catturabili’ con i linguaggi formali, sviluppandone le competenze emotive.» Attiva e incisiva nel quartiere, fondatrice del primo laboratorio di idee dei giovani a Carbonara, Abbinante mette così le fondamenta del suo interesse per lo sviluppo locale e giovanile.
Dopo il diploma, approda al corso di laurea in Scienze della Comunicazione a Bari e la sua tesi è presaga della strada che intraprenderà, trattando di digitale e dei modelli partecipativi per la creazione di prodotti culturali. Fra scuola superiore e Università, anima e co-coordina Radio Kreattiva, la prima web radio antimafia italiana prodotta interamente da studentesse e studenti, una best practice che miete premi ed è replicata in redazioni diffuse in ogni angolo del Paese. Giunta al secondo step, la laurea magistrale, sceglie economia e marketing, «perché – spiega – mi sento attratta dalla progettualità sociale.» Insomma, già da allora un tema che è fra i core business dell’Agenzia per i Giovani. «Nelle mie esperienze – prosegue – c’è la partecipazione all’Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata, voluta dall’allora sindaco di Bari Michele Emiliano, che dava un imprintig di valori positivi come il riconoscimento di ciò che è il crimine e dell’illiceità della sopraffazione».
L’evoluzione della sua esperienza, sull’orizzonte nazionale, la rende pendolare fra Bari e Roma: una collaborazione fruttuosa con l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza le permette di mettere in campo le sue idee e i suoi progetti, facendosi apprezzare dall’allora Garante, oggi ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora. Un apprezzamento che è cresciuto negli anni. «È un discorso che continua – afferma – sono ‘nata’ nel settore dell’attivazione giovanile e ora dirigo il soggetto che la promuove. Metto qui a frutto anni di lavoro presso tantissime istituzioni, itinerario che mi ha consentito di rafforzare la mia propensione al management e al coordinamento».
Oggi, in una situazione in bilico fra Covid e post Covid, il fervente lavoro dell’Agenzia è quanto mai incisivo: «La nostra operatività – sottolinea – si articola su più temi. Sta per concludersi un settennato di programmi europei e aprirsene un altro, a gennaio e, da partner italiano su attività di respiro comunitario, siamo impegnati a immaginare la nuova progettualità. Realizzeremo a dicembre, Covid permettendo, un evento con le organizzazioni giovanili, in cui condivideremo le esperienze e ne allargheremo il raggio d’azione verso nuovi destinatari. Abbiamo ampliato il network di web radio che dà voce e soggettività al mondo giovanile. Il Programma Ue Next Generation 2021 – 2027, quello che tutti chiamano Recovery Fund, indirizza importanti risorse anche alle politiche giovanili, per questa ragione l’Agenzia si attiverà per ottenere ulteriori finanziamenti per i nostri giovani».
Un ultimo messaggio: «La cittadinanza digitale deve diventare bene comune cosicché tutti abbiano la possibilità di fruirne. La Didattica a Distanza, per l’emergenza del lockdown, è stato un cimento che ci ha indicato la strada e ci suggerisce di impegnarci verso una digitalizzazione piena e consapevole dei giovani, dotandoli dei mezzi tecnologici utili alla loro azione attiva e consapevole, veri soggetti propulsori per l’Italia e per l’Europa.»
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