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Una sua follower, Barbara, medico nel reparto Covid di un ospedale romano, mi racconta: «L’appuntamento è alle sette di mattina. Mi metto la tuta, stendo il materassino a terra e mi collego con Davide, che dalla sua casa di Bologna ci aspetta tutte per la lezione di fitness.

Si tratta di una ventina di minuti di esercizi. Un appuntamento allegro, che mi permette di affrontare la giornata in ospedale con più energia e meno tensione. Sembra strano anche a me, ma in questo momento con le palestre chiuse, l’impossibilità di vita sociale, questi collegamenti online oltre a tenermi in forma, hanno colmato sensibilmente il vuoto di socialità». Davide Campagna, 32 anni, papà bolognese e mamma siciliana, dentista di professione, è un blogger di training e healthy food. Sui social insegna a mangiare sano e a mantenersi in forma con ricette light e esercizi sulla pagina Instagram Cotto al Dente, 374mila followers e sul suo canale YouTube da migliaia di visualizzazioni. Che durante la pandemia sono raddoppiate. Lui ormai è una celebrità del web. Nel 2019 ha scritto anche un libro, Food Fitness edizioni Vallardi, ovviamente un successo. E la tv se n’è accorta: ha partecipato a trasmissioni tv come Detto Fatto su RaiDue e ad una rubrica di super food su Tv 2000.

Dentista e star del web. Davide, come ti dividi tra le due attività?
«All’inizio mi dedicavo a tempo pieno allo studio dentistico: lavoro con mio padre dentista e mia madre, odontotecnico. Io sono specializzato in chirurgia. Poi, con il crescente successo online, i ruoli si sono quasi invertiti: oggi lavoro due giorni a settimana in studio, dedicandomi esclusivamente alla chirurgia e agli impianti dentali, mentre l’attività conservativa che porta via più tempo, l’ho messa da parte. E il resto della settimana mi butto anima e corpo sul web. La mia casa è una sorta di set: ho una cucina con veranda da dove creo le mie ricette, mentre in salotto e in giardino faccio le dirette di fitness. Dietro c’è una preparazione accurata: la sperimentazione ai fornelli e lo studio degli esercizi fisici da proporre, e poi le foto da scattare, i post da redigere, i messaggi degli utenti a cui rispondere. Ho un fotografo professionista che collabora con me, e poi mi aiuta mia sorella Giulia».

In famiglia che ne pensano della tua “doppia vita”?
«All’inizio era solo un gioco, ma quando mi sono trovato a dover gestire un successo crescente, mio padre era scettico. Quella del medico è una professione solida, mentre l’altra, mio padre faticava a comprenderne l’importanza. Poi, quando in studio hanno cominciato ad arrivare clienti che chiedevano di me, star di Cotto al dente, ha capito. Ora che nella mio lavoro sul web ha un ruolo anche a mia sorella Giulia, è anche più contento».

Come è iniziata l’avventura sul Web?
«Quando ho aperto la mia pagina, otto anni fa, non avrei mai immaginato un fenomeno simile. L’avevo battezzata Cotto al dente perché sono un dentista che ama la cucina. Postavo foto di viaggi e soprattutto, i miei piatti preferiti. Una sorta di diario di cucina online. All’inizio non proponevo cucina salutare ma piatti tradizionali: bigoli, pasta al ragù, pollo al forno e patatine fritte. Il primo sponsor che mi ha proposto una collaborazione è stato Cameo, un brand della cucina tradizionale. Poi c’è stato un episodio che ha stravolto la mia vita e anche la mia pagina web».

Che cosa è successo?
«Nel 2013 mi sono rotto il ginocchio in un incidente. Ho subìto un’operazione, sono stato fermo mesi sul divano. Dopo, ho avuto una rinascita, ho riflettuto sull’importanza di un’alimentazione sana. E ho iniziato a correre. Prima dell’incidente odiavo correre, poi è diventata una sfida con me stesso, ho cominciato ad allenarmi e a partecipare alle maratone».

E hai trasferito la tua nuova filosofia di vita sul web.
«Sì, perché l’attenzione all’attività fisica e all’alimentazione, dona equilibrio e ha migliorato la mia vita. Così, sulla mia pagina ho condiviso il mio percorso: ricette salutari e l’attività sportiva. Oggi posto video due volte al giorno, anche di più: gli allenamenti al mattino, alla sera, quello che mangio in pausa pranzo. Non si tratta sempre di ricette in piena regola ma di piccoli consigli per rendere appetitoso uno spuntino leggero. da consumare in ufficio senza dover mangiare il tramezzino del bar. Nutrirsi bene non significa rinunciare al gusto. Le diete ferree non le concepisco. Da bambino ero in sovrappeso e so cosa significa sottoporsi a regimi alimentari rigidi. All’epoca scattò qualcosa dentro di me».

Da adolescente in sovrappeso, che cosa scattò?
«A casa siamo una famiglia di buongustai, mia madre siciliana è una grande cuoca, io mi sono appassionato di cucina osservandola ai fornelli. Ma poi, certo, era difficile rinunciare alla buona tavola. A quattordici anni mi iscrissi al liceo scientifico di Bologna, mi trovai in un nuovo ambiente, tra compagni di scuola nuovi. Partivano le battutine. Alcuni ragazzi più grandi cominciarono a prendermi di mira. Una volta al bar dell’istituto mi misero in mezzo, mi presero in giro e mi dissero che dovevo pagare la colazione di tutti. Ero timido, mi spaventai, non osai più mettere piede in quel bar, ma decisi dentro di me, che cose simili non mi sarebbero accadute mai più. Mi sono messo a fare sport e a dieta. La forza di volontà non mi è mai mancata. Son cresciuto in altezza e ho perso quindici chili. Le difficoltà, sono convinto, ti temprano, ti migliorano».

Abbandoneresti la professione di dentista per dedicarti completamente al web?
«L’attivitò di blogger è una creatura mia che ho curato e cresciuto come fosse un bambino e certo, penso spesso a farne la mia attività principale. L’anno scorso, quando ho pubblicato il mio primo libro Food Fitness, ho iniziato ad incontrare i miei followers agli eventi. È stato il mio primo vero contatto con chi mi segue. C’erano tante persone appassionate della mia pagina che mi chiedevano autografi e selfie. Così ho capito ancora di più l’importanza del mio ruolo. Sì, mi piacerebbe dedicarmi del tutto a loro, ma io sono uno che non sta mai fermo e per ora riesco a fare bene entrambe le cose. Certo, la sera lo ammetto: sono proprio Cotto».


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