Vladimir Putin
INDICE DEI CONTENUTI
Dopo la fine del conflitto in Ucraina, gli assetti geopolitici e anche geo-economici dell’Europa e del mondo non torneranno a essere quelli di prima. L’esito dei combattimenti e il tipo di pace che prima o poi li seguirà, influenzeranno le sue conseguenze al di fuori dell’Ucraina e le politiche dell’Europa e del mondo nei prossimi decenni. Al riguardo possono essere fatte varie ipotesi. Esse non possono essere previsioni attendibili. Inquadrano solo di larga massima taluni futuri che ritengo possibili.
PUTIN CONSEGUE UNA VITTORIA COMPLETA
Di fatto riduce l’Ucraina a Stato satellite, come la Bielorussia. Zelensky viene eliminato o catturato e fatto sparire. Un “governo fantoccio” filorusso si installa a Kiev. Inizialmente, la sua sopravvivenza richiederà la presenza di un forte contingente di truppe russe, che in qualche anno riuscirà ad avere la meglio sulla prevedibile guerriglia sostenuta con sempre minore decisione dall’Occidente. L’Ucraina deve rinunciare al suo desiderio di europeizzarsi, anche di entrare nell’UE. A parer mio, l’appartenenza all’UE è per la Russia più pericoloso che quella alla NATO. Le rivoluzioni “Arancione” e “Maidan” scoppiarono per l’UE, non per la NATO.
Si determineranno contrasti all’interno dell’Occidente, con accuse reciproche fra gli europei e anche con gli americani di essere responsabili del fallimento. Sparirà la retorica dell’autonomia strategica europea. Impossibile sarà concordare con Mosca un nuovo ordine di sicurezza pan-europeo (cioè un Helsinki 2.0). Dominerà un duro containment. Si determinerà una nuova guerra fredda, con la fine di tutti i sogni alla Kissinger/Macron di europeizzazione della Russia e della sua trasformazione in alleato contro la Cina (cosiddetto “Triangolo di Kissinger” anticinese).
Si consoliderà la leadership americana nella NATO. In cambio, Washington imporrà un aumento dei bilanci della difesa europei e un impegno attivo dell’Europa nel contrasto alla Cina nell’Indo-Pacifico. Continueranno le sanzioni alla Russia, ma saranno sempre più contestate per il loro costo dall’opinione pubblica europea. La Russia dipenderà sempre più dalla Cina. È però improbabile che la SCO (Shanghai Cooperation Organization) si trasformi in alleanza vera e propria. La crescente dipendenza di Mosca da Pechino, provocherà un progressivo allontanamento dell’India dalla Russia e il rafforzamento dei suoi legami con gli USA e il Giappone. L’ordine mondiale diventerà bipolare, con regressione della globalizzazione. I rapporti degli USA con l’Iran (maggiori riserve di gas al mondo) e con il Venezuela (maggiori riserve di petrolio) miglioreranno, per escludere la Russia dal mercato dell’energia. Le riforme ecologiche e climatiche verranno accantonate: assorbirebbero troppe risorse. Queste ultime saranno necessarie per le accresciute esigenze di sicurezza.
VITTORIA SOLO PARZIALE DI PUTIN
Putin accetterà di trattare seriamente, solo se subirà pressioni dalla Cina, preoccupata dai potenziali disastri che la regressione della globalizzazione, le possibili sanzioni finanziarie USA e i sicuri embarghi tecnologici occidentali, inevitabili se continuasse a sostenere la Russia, produrranno sulla sua economia e tenuta sociale. Putin non cederà su nessuna delle sue richieste all’Ucraina per un aumento delle perdite o per dissensi nel suo gruppo di potere. Non potrà rinunciare né alla smilitarizzazione né alla neutralità (senza garanzie delle grandi potenze) di un’Ucraina unita. Potrebbe, invece, accettare una divisione del paese, limitando l’occupazione russa alla Kievan Rus e alla fascia costiera dal Mar d’Azov a Odessa, per congiungersi con la Transnistria. Le regioni a Ovest del Dniepr formerebbero una “Piccola Ucraina” con capitale Leopoli.
La soluzione sarebbe imposta a Putin dalle perdite, dai costi e dall’indisponibilità di forze sufficienti a presidiare l’intero paese. Potrebbe esser sufficiente per consentirgli di presentare tale soluzione al popolo russo come una vittoria. Gli consentirebbe di salvare, almeno per qualche tempo, potere e pelle. La soluzione “spartizione” non sarebbe però accettabile al popolo ucraino, Non lo sarebbe neppure all’Occidente, che non può tollerare che gli aggressori conseguano vittorie anche solo parziali. Il primo, dopo aver fatto finta di accettare la divisione del paese per far cessare le stragi, continuerà a combattere. Il secondo a imporre sanzioni e a inviare armi agli ucraini.
L’Ucraina di Leopoli entrerà nell’UE. Meno facile che entri nella NATO. Fruirà di massicci aiuti finanziari dall’Occidente e dalle istituzioni finanziarie internazionali. La Russia verrà progressivamente esclusa dal mercato occidentale dell’energia e aumenterà la dipendenza dalla Cina. Sarebbe il fallimento totale della politica di Putin: invece di dividere la NATO e l’UE le ha rafforzate; Svezia e Finlandia entreranno di fatto nell’Alleanza. Invece di ricostituire l’impero russo, rende Mosca vassalla di Pechino.
DESTITUZIONE DI PUTIN CON UN COLPO SI STATO O UNA CONGIURA DI PALAZZO
È una soluzione sperata da molti. È però difficile, dato il controllo del potere esercitato da Putin e la sua cura nelle misure di sicurezza. La realtà del potere e del “cerchio magico di Putin è mutata nel tempo. Tra gli oligarchi sembra che oggi conti solo Se in, il capo di Rosneft. Tra i “siloviki” contano Patruchev, a capo del Consiglio di Sicurezza e Šoygu, ministro della difesa. I militari, elementi essenziali in ogni colpo di Stato, sono stati de-politicizzati. Non hanno capi riconosciuti che possano guidare una rivolta.
Gli unici che potrebbero effettuarla sono i Servizi d’Intelligence Interna (FSG, responsabile anche dell’Ucraina) e Esterna (SVR). Il direttore del secondo si è espresso pubblicamente contro l’annessione dell’intera Ucraina ed è stato redarguito duramente da Putin. Basta guardare il suo duro volto per pensare che si vendicherà. Ma verrà sostituito.
La speranza posta nel colpo di Stato deriva dal timore che, in caso di sconfitta in Ucraina, scoppi in Russia una guerra civile e piombi nel caos un paese con migliaia di testate nucleari.
VITTORIA DEGLI UCRAINI
È di certo la soluzione che molti si augurano. Non va intesa come vittoria dell’Occidente sulla Russia. Occorre moderazione. La Russia attraverserà un periodo molto difficile. La nostra priorità sarà quella di ricostruire l’Ucraina, anche per fare rientrare i profughi. Ma l’Europa deve essere generosa anche con la Russia, per recuperarla all’Europa. Acquisterà vigore il progetto di una UE anche politica e strategica, abbastanza autonoma dalla NATO. Gli USA resteranno indispensabili per evitare che l’UE si frammenti per i suoi nazionalismi. Inoltre, solo la cooperazione con gli USA consentirà all’Europa un’influenza sui destini dell’area Indo-Pacifica e dell’Africa, determinanti per il suo futuro.
ESCALATION IN UN CONFLITTO FRA LA RUSSIA E LA NATO
È un’ipotesi che non va accantonata, ma che ritengo inverosimile.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA