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Giovani e lavoro

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Il rapporto di Confartigianato sull’imprenditoria giovanile svela la lista dei territori che in Italia offrono ai ragazzi le migliori condizioni per mettersi in proprio

L’imprenditoria giovanile e il lavoro, in Italia, viaggiano a diverse velocità. A certificarlo e a lanciare l’allarme è il rapporto di Confartigianato che contiene l’“Indice dei territori youth-friendly per impresa e lavoro”, presentato a Roma e contenente la classifica delle regioni che offrono ai giovani le migliori condizioni per lavorare e mettersi in proprio. Al primo posto troviamo la Lombardia, seguita da Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Trentino Alto Adige.

Agli ultimi posti troviamo, invece, Molise, Sardegna, Calabria, Sicilia e Basilicata. L’Indice redatto da Confartigianato si basa su ben 13 indicatori standardizzati che comprendono la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione tra scuola e imprese (in termini di tirocini e alternanza scuola lavoro), la diffusione dell’apprendistato, la domanda di lavoro delle imprese giovanili under 30, la presenza di giovani che non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet), il tasso di occupazione under 35, il saldo migratorio dei giovani verso altre regioni oppure l’estero e le assunzioni under 30 con contratti di lavoro stabili.

I dati a livello provinciale

A livello provinciale, i giovani hanno maggiori opportunità a Cuneo, Bergamo, Vicenza, Lecco e Treviso; le condizioni peggiori si riscontrano, invece, a Isernia, Foggia, Vibo Valentia, Siracusa e Taranto. Le aziende guidate da under 35 sono, a oggi, 522.086, ma al tempo stesso i giovani inattivi tra i 25 e i 34 anni nel 2022 sono stati ben 1.568.000, cioè il 25,4% rispetto a una media europea pari al 15%. Come ha sottolineato durante l’evento di presentazione dell’Indice Davide Peli, presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, «I giovani sono il futuro del made in Italy. 1,6 milioni di under 35 fuori dal mercato del lavoro sono un assurdo spreco, una vera e propria emergenza».

Tuttavia, prima di aggrapparci strenuamente alla retorica dannosa della questione meridionale, occorre aguzzare lo sguardo. I numeri sono sì impressionanti e preoccupanti, ma devono essere accompagnati da un’analisi puntuale delle opportunità offerte ai giovani in termini di agevolazioni, contributi e finanziamenti sia in favore di chi intende avviare una nuova attività imprenditoriale, sia nei riguardi di chi intende sviluppare e rendere maggiormente competitiva una realtà già avviata.
Scopriamo nel dettaglio i bonus per il 2023.

I bonus 2023

Bonus ricerca, sviluppo e innovazione. Per tutto il 2023, le aziende operanti in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia che investiranno in ricerca, sviluppo e innovazione avranno accesso a un credito tra il 25% e il 45%, a seconda delle dimensioni dell’azienda. Le spese ammissibili riguardano strumentazioni e attrezzature, personale, costi relativi a immobili, terreni e ricerca contrattuale e spese generali supplementari.

Bonus investimenti Sud

Rinnovato per il 2023, è rivolto alle strutture produttive ubicate in Campania, Abruzzo, Basilicata, Puglia, Campania, Sicilia, Sardegna e Molise e prevede un tax credit che varia dal 20% al 45% della spesa sostenuta per l’acquisto di beni strumentali.

Bonus PMI Mezzogiorno

Valido per le regioni già citate, riguarda gli investimenti imprenditoriali innovativi e copre fino al 75% delle spese ritenute ammissibili con un’agevolazione articolata in un contributo e in un finanziamento agevolato. Per accedervi, i progetti presentati dalle PMI devono prevedere l’utilizzo di tecnologie abilitanti destinati all’ampliamento della capacità produttiva, alla diversificazione della produzione, alla modifica del processo di produzione già esistente oppure alla realizzazione di una nuova unità produttiva.

Resto al Sud

L’incentivo è dedicato alle imprese già costituite o in via di costituzione del Mezzogiorno e dell’area sismica che comprende Lazio, Marche e Umbria. La misura è suddivisa in una metà dedicata ai contributi a fondo perduto e un’altra metà in finanziamenti bancari. Inizialmente destinata ai giovani, è stata ora resa accessibile anche agli imprenditori e professionisti under 56.Incentivi per la decontribuzione. Non solo imprenditoria: sono disponibili anche importanti incentivi strutturali per la decontribuzione. L’esonero per i datori di lavoro del Meridione sarà pari al 30% fino al 2025, scenderà al 20% per gli anni 2026 e 2027 e al 10% per gli anni 2028 e 2029. Nel caso di assunzioni di donne disoccupate, l’esonero contributivo può raggiungere il 100% nel limite massimo di 8mila euro l’anno.

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Imprenditoria giovanile, il compito delle nuove generazioni

Occorre, inoltre, precisare che l’accesso alle misure a sostegno dell’imprenditoria nel Mezzogiorno non inficiano la possibilità di accedere anche alle misure previste per l’Industria 4.0, con incentivi per l’acquisto di beni materiali e/o beni immateriali tecnologicamente avanzati quali software, piattaforme, applicazioni, sistemi e system integration agevolati fino al 31 dicembre 2025.

Sebbene l’Italia spesso non sia un Paese per giovani imprenditori e lavoratori, talvolta sta proprio alle giovani generazioni il compito di scrollarsi di dosso la polvere della Storia e diventare artefici del proprio destino anche grazie alle agevolazioni a disposizione.


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