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Giovani in fila per il concorso della scuola

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L’ultimo è quello dell’Aci, oltre 300 posti. Post sul gruppo di studio e condivisione aperto su Facebook: «Oggi dovrebbero uscire le date» e giù commenti, domande, richieste di informazioni. Qualche ora dopo un utente posta la comunicazione dell’ennesimo rinvio, si passa dal 26 febbraio al 27 aprile 2021 per un concorso bandito i primi di novembre del 2019. E solo per la pubblicazione delle date delle prove. Alla fine il più saggio commenta: «Il prossimo sarà un altro rinvio. Prima dell’autunno non si fa, state sereni».

Lo scambio racconta uno spaccato di società italiana in attesa, fra ansie e nevrosi in un tempo che sembra non trascorrere mai su libri ormai riletti decine e decine di volte: il popolo dei concorsisti sedotto dalle migliaia di assunzioni messe a bando con lo sblocco del turnover della pubblica amministrazione che ora fa i conti con il congelamento delle procedure selettive imposto dalla pandemia.

«Secondo i nostri calcoli parliamo di quasi un milione di iscritti in sospeso» rivela Giuseppe Graniero, content creator di Concorsando, fortunata piattaforma di formazione riservata ai candidati. «Solo per quanto riguarda il maxi concorso dell’Agenzia delle dogane le domande presentate sono state circa 150mila a fronte di 1266 posti disponibili. Stessa cifra per quanto riguarda il concorsone funzionari Ripam, che prevede 2.133 assunzioni». Tutto fermo.

«Recentemente abbiamo pubblicato sul nostro sito un articolo per fare il punto della situazione sui concorsi più importanti, per i quali non sono ancora state pubblicate le date d’esame – racconta – il problema è di natura organizzativa. Il protocollo attuale prevede che nella stessa sessione possano svolgere la prova massimo 30 persone. Capite che se ci sono 150mila iscritta diventa complicato». Anche perché «le esigenze di sanificazione degli ambienti fra un turno e l’altro rendono possibili massimo due/tre sessioni al giorno».

La possibilità di svolgere le prove a distanza, al momento, non è stata presa in considerazione. «Girava una voce di corridoio – rivela Graniero – secondo la quale Ripam per i suoi concorsi potesse utilizzare una particolare app che consente di inquadrare il candidato davanti e dietro e di mettere in condivisione lo schermo del pc. Ripam però ha smentito, comunicando che sta cercando sale per far svolgere le prove».

Sicuro è, invece, l’obbligo del tampone da eseguire a 48 ore dall’esame. «E’ il protocollo stabilito dal Cts – spiega – anche se ogni amministrazione, ovviamente, può decidere in autonomia». Il test (rapido o molecolare) è una condicio sine qua non per partecipare e alla sua esecuzione il candidato deve provvedere da solo e sue spese, visto che «al momento non sono previsti rimborsi». E chissà che nei prossimi mesi non diventi obbligatorio esibire il certificato dell’avvenuta vaccinazione anti Covid. «Al momento non c’è nessuna indicazione a riguardo – chiarisce Graniero – ma è possibile che, seguendo lo stesso criterio che oggi impone l’obbligo del tampone, in futuro possa essere richiesta anche la vaccinazione per partecipare».

Intanto sulle pagine social create e gestite da Concorsando per ciascuna selezione montano impazienza e insoddisfazione.

«La maggior parte dei nostri utenti è scontenta del modo in cui si sta gestendo la situazione. Non manca però chi sta sfruttando questo tempo morto per migliorare la propria preparazione». La polemica, in ogni caso, è dietro l’angolo, specie se vengono diffuse bufale sulle date o quando un utente poco avvezzo chiede in continuazione le stesse informazioni agli altri iscritti.

«Cerchiamo di fare di tutto per scongiurare la frustrazione di chi segue le nostre pagine, sia quando vengono scritte fake news, sia quando persone poche avvezze finiscono per sollevare sempre gli stessi temi, magari chiedendo la data di pubblicazione di un concorso per il quale è già scaduto da mesi il termine di iscrizione. Ovviamente stare dietro a tutte le discussioni è molto complicato».


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