Un disabile
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Nell’anno scolastico 2020-2021 la scuola si è “fatta in quattro” per consentire agli alunni con disabilità, la parte più fragile della popolazione scolastica, una maggior inclusione, una migliore partecipazione alla didattica, sia in presenza, sia in Dad. Gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono aumentati di 4 mila unità rispetto all’anno scolastico 2019-2020, superando quota 300 mila, pari al 3,6% degli iscritti.
Lo sforzo del Governo e del Ministero dell’Istruzione per garantire più dotazioni tecnologiche per seguire le lezioni a distanza, con le richieste delle famiglie soddisfatte nel 98% dei casi e quindi una maggiore assistenza alle stesse, è stato premiato anche grazie alla migliorata capacità organizzativa delle scuole. Sono scesi al 2,3% gli esclusi dalla didattica a distanza (DAD), contro il 23% dell’anno precedente e nei periodi in cui si è dovuto fare ricorso alle lezioni a distanza, circa 4 alunni disabili su dieci (il 38%) hanno partecipato in presenza con l’insegnante di sostegno e un gruppo ristretto di altri compagni, al fine di evitare l’isolamento.
Una piccola, ma immensa conquista, resa possibile dal Piano scolastico per la Didattica Digitale Integrata (DDI) che per questi alunni ha previsto anche la possibilità di formazione in presenza durante i periodi di DAD. È quanto emerge dal Report Istat “L’Inclusione scolastica degli alunni con disabilità nell’anno scolastico 2020-2021”.
In Calabria e Campania non hanno potuto frequentare la scuola 4 disabili su 100
La “dinamica – segnala il Report – è il risultato della maggiore attenzione nel diagnosticare e certificare la condizione di disabilità tra i giovani, dell’aumento della domanda di assistenza da parte delle famiglie e della crescente sensibilità del sistema di istruzione ordinaria verso il tema dell’inclusione scolastica”. Tuttavia l’analisi si sofferma anche sulle differenti performances a livello territoriale e sui divari che le hanno determinate. Nel 2020-2021 le varie disposizioni governative unite a quelle regionali hanno regolato le modalità di svolgimento delle lezioni, in presenza o in Dad, generando “un panorama di prestazioni molto eterogeneo, con una maggiore attività in presenza nelle scuole del primo ciclo e un più ampio ricorso alla DAD nelle scuole del Sud Italia dove le restrizioni sono state maggiori”. Gli alunni disabili esclusi dalle lezioni al Mezzogiorno sono stati pari al 3,3%, con punte del 4% in Calabria e in Campania, a causa di ostacoli invariati rispetto all’anno precedente. Hanno inciso la gravità della patologia (26%), il disagio socio-economico e/o la difficoltà organizzativa della famiglia (nel 14% dei casi), la mancanza di strumenti tecnologici adeguati (11%). A fare richiesta di questi ultimi sono stati circa il 17% degli alunni con disabilità, contro il 7% del resto degli iscritti, con una maggiore incidenza degli alunni della scuola secondaria di secondo grado e una quota di richieste più spiccata al Sud, con la Basilicata e la Calabria in maggiore affanno e richieste molto sopra la media nazionale (rispettivamente 25 e 32%).
Tre scuole su quattro si sono equipaggiate per la didattica inclusiva
Sul fronte della disponibilità di postazioni informatiche, adattate alle esigenze degli alunni con disabilità, il 75% delle scuole ne è dotata, con le regioni del Centro che spiccano (78%). Ciò nonostante, circa sette scuole su dieci ritengono le dotazioni insufficienti. Una percentuale che al Mezzogiorno sale al 77%. Inoltre, in Italia meno di una scuola su due, il 47%, dispone di una postazione informatica in classe.
Insegnanti di sostegno specializzati insufficienti. Al Sud mancano gli assistenti per l’autonomia
Crescono di oltre 8mila unità rispetto all’anno scolastico precedente (+4,4%) gli insegnanti per il sostegno. Nell’anno scolastico 2020/2021 sono più di 191mila, ripartiti fra poco più di 184mila nella scuola statale e circa 7mila nella scuola non statale. Ma uno su tre, il 34%, pari a circa 65mila unità, impegnato nelle classi frequentate da alunni con disabilità, non ha una formazione specifica, essendo stato scelto dalle liste curricolari per far fronte alla carenza di figure specializzate. Il fenomeno è più diffuso al Nord Italia. Al Sud è invece più critica la situazione per gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, coloro che affiancano gli insegnanti per il sostegno e rappresentano una realtà di oltre 60mila operatori specializzati. Il 4% conosce la lingua italiana dei segni (LIS). Figure fondamentali, contribuiscono a migliorare la qualità formativa facilitando la comunicazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità verso l’autonomia. Con l’avvio della didattica a distanza, sono stati determinanti nel supportare alunni e famiglie. A livello nazionale il rapporto alunni/assistente è pari a 4,6, ma nel Mezzogiorno, dove gli assistenti scarseggiano, il rapporto è pari a 5,4. In Molise e in Campania i casi limite: ogni assistente per l’autonomia ha rispettivamente 10 alunni e oltre 15 alunni con disabilità. Al Centro e al Nord il rapporto migliora con poco più di 4 alunni per assistente, mentre è addirittura roseo in Lombardia e Marche, pari rispettivamente a 3,2 e 2,9.
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