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Correva l’anno 1962 quando Andy Warhol nella sua celebre Factory al quinto piano del 231 East 47th Street di Manhattan, cominciò ad accogliere pittori, scultori, musicisti, attori, drag queen, liberi pensatori e celebrità, in uno sforzo collettivo di riflessione intorno alla produzione di massa, che aveva stravolto la società e i suoi valori. Oggi probabilmente, Warhol nella sua Factory avrebbe accolto influencer e youtuber, i content creators del presente.

Le star del web in ogni caso, hanno fatto da sé: da qualche anno proprio sulle orme delle famose superstars di Wharol, hanno iniziato a riunirsi in collab house, una sorta di comuni dove vivono tutti insieme creando prodotti per i social network h24. Case laboratorio dove ogni individuo è impegnato sette giorni su sette a realizzare video, in una sorta di Grande Fratello online. A dirla così sembra un posto infernale? Secondo influencer e youtuber la convivenza ha i suoi vantaggi, perché permette di massimizzare la produzione. Così il fenomeno dei collettivi di star del web avanza, ed è destinato a diffondersi anche qui in Europa.

Se le prime a nascere sono state qualche anno fa le comunità di youtuber, ora la moda delle collab house si è estesa ai tiktoker, giovanissime celebrità della piattaforma cinese TikTok, la più diffusa tra gli adolescenti, specializzata in video su base musicale con effetti e animazioni speciali, della durata di 60 secondi al massimo. La nuova comune di TikToker si chiama Hype House e ha sede in una villa con piscina in stile messicano, abbarbicata sulle colline di Los Angeles, città dove sorge anche la filiale più grande di TikTok. L’iniziativa è di Chase Hudson 17 anni, detto Lilhuddy (8 milioni di followers) e Thomas Petrou, 21 anni (1,2 milioni di followers): i due influencer hanno avuto l’idea lo scorso novembre, hanno affittato la villa e da dicembre la abitano regolarmente insieme al 19enne Alex Warren, (2,7 milioni di followers), alla 20enne Daisy Keech (2,4 milioni di followers) e a Kouvr Annon, 19 anni, (1,2 milioni di seguaci), aprendo le porte ad altri tiktoker che la frequentano ogni giorno, come Charli D’Amelio (15 milioni di followers) che va ancora alle superiori.

Foto di gruppo dei tiktoker che vanno a vivere insieme

I video con l’hashtag #hypehouse sono stati visualizzati più di 100 milioni di volte e il NewYork Times ha dedicato al fenomeno, un reportage. Perché dunque i tiktoker vanno a vivere in gruppo? Secondo gli inquilini di Hype House, convivere stimola la produzione di nuove idee per i video e permette di aumentare il pubblico, i followers infatti, travasano dal canale di un muser (altro nome per definire i tiktoker), all’altro. Inoltre, vivere insieme permette a questi adolescenti di condividere la pressione psicologica che deriva dall’essere costantemente esposti sul web e dalla fama repentina che li ha investiti. Infatti, Hype House è una villa poco visibile dall’esterno, si trova in una strada privata difesa da un alto cancello, perfetta per garantire privacy ai suoi famosi inquilini ed evitare le incursioni dei fans. Anche all’interno, la villa è ideale per l’attività degli influencer: il contratto di affitto prevede l’autorizzazione alle riprese, attività non sempre permessa nelle locazioni, perché i treppiede delle videocamere posso danneggiare i pavimenti.

Ha grandi ambienti luminosi quasi totalmente privi di arredi e molti specchi, efficaci nelle riprese video, una enorme sala da bagno, visto che molti filmati sono ambienti lì, delle belle terrazze, un’ampia scalinata perfetta per i balletti di TikTok e una piscina. «Questa casa è pensata per la produttività», spiega Petrou, proprio come la Factory di Warhol, ma a differenza del laboratorio del grande artista, a Hype House non si possono organizzare party: «Se vuoi fare festa ci sono centinaia di case che danno feste tutti i weekend a Los Angeles», spiega l’influencer. Tra le altre regole della comunità, c’è quella ferrea di girare filmati ogni giorno. «In tutta la casa vengono caricati su TikTok almeno 100 diversi video ogni giorno», spiega il tiktoker, e in caso si verifichino dei danni, chi rompe, paga. «Si hanno solo 15 giorni per la sostituzione».

Il new York Times fa notare che questi esperimenti di convivenza e lavoro collettivo in generale durano poco. A guastare i rapporti intervengono spesso problemi legati alla spartizione delle spese. In ogni caso in America ci sono esempi celebri del genere, come la O2L Mansion, la villa di Our Second Life, fondata da un gruppo di youtuber nel 2014. Nel 2015 alcuni degli utenti di Vine, una app di video brevi molto di moda, andarono a convivere in un condominio al 1600 di Vine Street a Hollywood. Ora con l’esplosione di TikTok. alla comune di Hype House si sta per aggiungere, sempre a Los Angeles, la Melanin Mansion, una comunità di tiktoker afroamericani, in contrapposizione con gli inquilini di Hype House, tutti bianchi, mentre la TalentX, celebre agenzia di talenti del web, sta aprendo un’altra struttura.

In Italia l’agenzia Web Stars Channel di Luca Casadei che cura le maggiori star del web italiano tra cui Favij, i Mates, Giulia Penna e LaSabri, ha dato vita a un esperimento simile nel 2018, la WSC Academy, quartier generale di oltre quaranta star del web, negli ex studi di Mtv. Uno spazio creativo pensato per soddisfare le esigenze dei creator con corsi di regia, fotografia, montaggio e scrittura che abbraccia i generi più vari: prank, tutorial, corti, intrattenimento e videoclip musicali. Chissà se con l’esempio di Hype House i giovani tiktoker italiani faranno le valigie e andranno a vivere nelle comuni o continueranno a filmarsi dalla cameretta a casa con mamma e papà? Le scommesse sono aperte.


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