Enrico Letta
1 minuto per la letturaLa Repubblica, a firma di Stefano Folli, detta la linea al Pd: “Se il Pd assumesse con decisione la leadership morale del movimento pro-Draghi, avrebbe una bandiera più credibile del campo largo. E sarebbe competitivo con Giorgia Meloni”. In verità sarebbe il momento di difendere il povero Mario Draghi da siffatte prospettive. A seguire questo ragionamento, infatti, nell’evocare certe leadership morali, il nostro si troverebbe a essere una sottomarca di Mario Monti. E sarebbe un dramma per lui. Eppure di Romano Prodi, una vera tragedia quindi ma, su tutto – visto che il Pd manco fino a pochi mesi fa indicava nel capo politico del M5S il “garante del cambiamento”, “l’unico vero nome per Palazzo Chigi” – tra asole e bottoni a Draghi toccherebbe incarnare l’epifania da sempre attesa dalla sinistra, far da Papa Straniero, praticamente prendere il posto nella peggiore delle ipotesi di un Jovanotti, di una Carola Rackete o di una Chiara Ferragni mentre, nella migliore, essere un surrogato del Conte di cui sopra. Con tanto di Maurizio Bettini al seguito. E sarebbe viva farsa.
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