Claudio Fava
1 minuto per la letturaA margine delle vicende elettorali siciliane – si rompe l’asse Pd-M5s – va segnalata l’avventura esistenziale e politica di un vero galantuomo, l’uomo che la sinistra non potrebbe mai sostenere davvero, ed è Claudio Fava. Drammaturgo, artista, politico della schiatta dei romantici, Fava è per i siciliani quel che – anche nel segno della tragedia – un Bobby Sands è stato per gli irlandesi. Ebbene sì, un fascinoso rivoluzionario.
Ma in una terra che non vuole saperne di cambiamenti, tant’è che tutto resta tra i baluginii della volontà (quella dell’alba) e gli struggimenti della disillusione (quella di ogni tramonto) senza mai avere un giorno pieno – almeno uno – di una compiuta messa in opera. L’Irlanda, quantomeno, ha gli irlandesi mentre la bedda Sicilia, ahinoi, è come lasciata sola, anzi, al contrario: vuole restarsene in solitudine. Come lui – come Claudio – era Franco Battiato, come lui era Sebastiano Tusa, l’archeologo, e come lui era Pippo Fava, suo padre. L’uomo che – ucciso dalla mafia – con il suo giornale, “I Siciliani”, aveva già capito cosa farsene dei giorni in questa terra: passione. E poi ancora passione. E per sempre passione. Fino a morirne.
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