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In terra sconsacrata, un tempo, si seppellivano gli attori. Un gesto perfino più degno della vergognosa scelta della municipalità di Bologna di disertare i funerali di Gianni Cavina. E ha avuto tutte le ragioni, Pupi Avati, a dichiarare tutto il suo disprezzo e “l’odio” verso chi, venendo meno a un dovere – farsi carico dell’identità della città – ha, come al solito, scelto l’appartenenza. Ma si sa. Non se ne poteva cavare retorica dalla innocente e straziata maschera di Cavina, neppure una goccia del liquame ideologico potevano prendersi lor signori sempre illuminati e impegnati, titolari dello status quo. E dunque l’hanno lasciato solo. Nella sua bara. Senza la città a far cornice. Vergogna.
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