Matteo Salvini
1 minuto per la letturaCon la caduta di Matteo Salvini il giornalismo altolocato torna a respirare. Le grandi firme si sentono finalmente a loro agio potendosi occupare del Pd tornato in grande spolvero o di Romano Prodi senza evocarlo in seduta spiritica e di sognarselo già al Quirinale.
L’informazione restituita alla mistica del ribaltone è diventata perfino magnanima. Al M5S degli Ursula al seguito dei due Letta, dei Casini e dei Franceschini, tutto è perdonato: i congiuntivi, le scie chimiche e lo stesso curriculum di Conte. Dove non ha osato lui, glielo gonfiano i commentatori più titolati. È già statista. E Rocco Casalino editorialista.
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Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
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