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Landini e Bombardieri, rispettivamente segretari di Cgil e Uil

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Si rompe la triade dei maggiori sindacati italiani che arrivano divisi al confronto con il governo: Cgil e Uil con gli scioperi Cisl sceglie il dialogo

Il disegno di legge sul Bilancio 2023 del governo finisce nel mirino dei sindacati con una raffica di scioperi che, cominciati ieri in Calabria, si concluderanno venerdì prossimo. Ma non è uno sciopero generale: lo hanno indetto solo Cgil e Uil, ma non anche la Cisl. Ma, soprattutto, è ispirato da un’ideologia d’altri tempi: velleitaria, quanto irrealistica. E mentre i primi, con la “voce” delle piazze vogliono spingere il governo ad uscire dall’alveo di una politica prudente e rigorosa, improntata al realismo e al pragmatismo, per sposarne una demagogica e utopistica, il secondo – la Cisl – come aveva già fatto non opponendosi alla manovra del governo Draghi, sceglie la strada del dialogo convinto di poter ottenere dal governo ugualmente un miglioramento del testo senza dover ricorrere a prove di forza.

SINDACATI DIVISI TRA SCIOPERI E DIALOGO CON IL GOVERNO

La Cgil infatti ribadisce in un comunicato le sue richieste che sanno tanto di ultimatum all’Esecutivo Meloni: aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35mila euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione Si chiede inoltre di conferire tutele a tutte le tipologie contrattuali assegnando ai contratti nazionali un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo. 

La Cgil chiede inoltre una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività e la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà, cancellare la Legge Fornero sulle pensioni, rivalutare le pensioni e introdurre l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi. Per poter accogliere le richieste della Cgil il Governo avrebbe dovuto varare una manovra di almeno 60 miliardi di euro.

SINDACATI DIVISI, LA CISL SCEGLIE IL DIALOGO AL POSTO DEGLI SCIOPERI

La Cisl di Luigi Sbarra, come detto, invece non aderisce alle agitazioni messe in calendario da Cgil e Uil. Ci saranno piuttosto incontri a livello territoriale e sui luoghi di lavoro, che culmineranno con l’Assemblea nazionale di delegate e delegati convocata per il 15 dicembre a Roma. Il titolo è “Migliorare la Manovra, contrattare le riforme” e, spiega la Confederazione in un comunicato, si tratta di un’iniziativa nazionale nel solco della responsabilità, in cui indicare gli avanzamenti e le criticità nel testo approvato dal Consiglio dei ministri, riaffermando che la via del miglioramento passa dal confronto e dal negoziato con le forze politiche e istituzionali, a partire dall’esecutivo”.

L’obiettivo, insiste la Cisl, è aprire un tavolo con le forze parlamentari per “rappresentare le proposte emendative sui dossier di lavoro, crescita, sanità e politiche sociali, pensioni, salari e contrattazione. Vogliamo aprire un confronto che vede nell’approvazione della Legge di Bilancio una prima e importante tappa di un percorso di cambiamento partecipato, e affrontare in questo ambito anche i grandi temi degli investimenti e delle riforme, a partire da previdenza e fisco, politiche attive, strategie industriali ed energetiche, sanità e politiche sociali, scuola e non autosufficienza, lotta alla povertà, sostenibilità. Innovazioni indispensabili per costruire un nuovo modello di sviluppo capace di coniugare solidarietà, crescita, coesione e corresponsabilità sociale”.

LA CALABRIA APRE LA SETTIMANA CALDA DI CGIL E UIL

Quanto agli scioperi, ieri la Calabria ha fatto da apripista, ma il culmine delle iniziative è previsto per venerdì. Agitazioni che si intrecciano con quella dei gestori degli impianti di benzina autostradali, proclamate dai sindacati di categoria Faib, Fegica ed Anisa, che si svolgono per 72 ore consecutive, dalle 22 di oggi alla stessa ora di venerdì prossimo. Oggi gli aderenti a Cgil e Uil sciopereranno in Sicilia e Umbria. A Perugia, in piazza Italia, alle 11, interverrà il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. La Puglia sciopererà giovedì 14 dicembre, la manifestazione regionale che si terrà a Bari, in piazza Federico II di Svevia, alle 11.30, sarà conclusa dallo stesso Landini. Lo stesso giorno mobilitazioni anche in Trentino, Valle d’Aosta e Veneto. Giovedì inoltre incroceranno le braccia le lavoratrici e i lavoratori di Marche, Abruzzo e Piemonte.

Venerdì scenderanno in piazza, contestualmente agli scioperi, tutte le altre regioni: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio. Landini concluderà la manifestazione che si terrà a Roma, in piazza Madonna di Loreto, a partire dalle 10.

La Uil segnala che, oltre ai 13 territori in cui farà iniziative insieme con la Cgil, sono previste iniziative territoriali solamente del sindacato guidato da Pierpaolo Bombardieri. In Puglia sono previsti presidi Uil, oggi manifestazione a Bolzano, giovedì in Molise un presidio sotto la Prefettura di Campobasso, in Campania si prevede un’iniziativa a Napoli, in Abruzzo, sotto la Prefettura di Pescara, poi toccherà a Friuli-Venezia-Giulia, Veneto e Sardegna, o giovedì o, al più tardi, venerdì prossimo.


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