Giuseppe Conte
2 minuti per la letturaROMA – «Il Piano contribuirà, insieme alle altre azioni del governo già intraprese, a rafforzare la nostra sanità, così duramente colpita dalla pandemia, per tutelare la salute di tutti. Due direttrici sono emerse come fondamentali: l’importanza dei presidi territoriali sociosanitari per una rete di assistenza diffusa e prossima ai cittadini e l’esigenza di promuovere l’ammodernamento tecnologico e strutturale degli ospedali progredendo al contempo nello sviluppo della telemedicina e promuovendo la ricerca di base e applicata in campo medico».
Lo scrive il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nell’introduzione della bozza del Piano di ripresa e resilienza, in discussione al Consiglio dei ministri.
Al capitolo salute, secondo la bozza del piano, sono destinati 9 miliardi, mentre il capitolo di spesa più importante, quello sulla transizione green, prevede un investimento di 80 miliardi, pari al 40,8% del totale.
«Il piano prevede interventi per aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, migliorare l efficienza energetica degli immobili, a partire da scuole e ospedali. Saranno promosse nuove forme di mobilità locale sostenibile e le grandi opere di completamento dei collegamenti ferroviari del Paese», si legge nella bozza, che prosegue: «il Pnrr ha azioni specifiche anche per migliorare la qualità dell’ aria nei centri urbani, favorire l economia circolare, mitigare i rischi di dissesto idrogeologico e ripulire le acque interne e marine. Questi interventi saranno anche un investimento nella bellezza del nostro Paese, nei suoi borghi, nei suoi edifici storici, nelle aree verdi urbane e nella salvaguardia del territorio e delle foreste».
Il premier Conte nell’introduzione insiste sull’importanza del New green deal: «Vogliamo un Paese più verde, con sistemi di produzione e trasporto dell’energia compatibili con gli obiettivi di riduzione dei gas clima alteranti e più resiliente rispetto agli eventi climatici estremi. Vogliamo un Paese più coeso, più attento al benessere dei cittadini, sia nei grandi centri urbani, sia nei borghi sia nelle tante, troppe periferie d’Italia. Non si può tollerare l’aumento disuguaglianze di genere, nella società, tra Regioni e territori, indotto da politiche passate errate, che non hanno saputo frenare una dinamica dannosa per la crescita economica e per la tenuta del tessuto sociale. Nessuno deve essere lasciato solo».
In collaborazione con Italpress
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