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Roberto Calderoli e Matteo Salvini

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La Cassazione dà il via libera al Referendum sull’autonomia differenziata e la Lega pensa alla battaglia sul Quorum per salvare quel che resta della legge


A metà mattina la Corte di Cassazione dà il via libera al referendum per l’abrogazione dell’autonomia differenziata. Per l’ufficio centrale della Suprema Corte, è legittima la richiesta della cancellazione della riforma Calderoli. Una pronuncia, quella del palazzo di piazza Cavour, che plana a Montecitorio e Palazzo Madama. Quali le conseguenze per la coalizione di governo e l’opposizione? Lato maggioranza, a onor di cronaca, va detto che il ddl Calderoli è stato voluto fortemente dalla Lega e da tutto il fronte del Nord di via Bellerio. Fratelli d’Italia e Forza Italia sono sempre apparsi timidi rispetto una riforma che potrebbe penalizzare il Mezzogiorno, feudo elettorale di azzurri e meloniani.

Va in questa direzione la decisione della presidente del Consiglio di tenersi la delega per il Sud. E va nella stessa direzione l’opposizione da parte del gruppo tajaniano che ha sempre rimarcato la necessità di modificare un testo – a maggior ragione dopo la sentenza della Consulta – che allontana il Sud dal Nord del Paese. Ecco perché, secondo fonti qualificate, il referendum sull’autonomia potrebbe essere un’arma a doppio taglio. D’altro canto, la storia politica dei referendum non ha mai portato fortuna a chi guida l’esecutivo, Renzi docet.

MELONI, LA LEGA, IL SUD E IL NODO AUTONOMIA

Meloni, in cuor suo, teme il passaggio referendario perché potrebbe ricomporre tutta l’opposizione che fin qui non ha mostrato la compattezza di un moloch. A meno che la presidente del Consiglio non lo voglia utilizzare per rafforzare la propria leadership. «Io sono convinto che verrà respinto. La legge, rimaneggiata dalla Corte è legittima. Ora c’è la certificazione anche della Cassazione che la legge è perfettamente legittima, con i correttivi della Corte costituzionale, che per me sono assolutamente ragionevoli» dichiara Attilio Balboni, presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato in quota Fratelli d’Italia. E se i dubbi dentro Forza Italia sono noti, dall’altra i leghisti rivendicano il provvedimento con Luca Zaia, governatore del Veneto, che mette in chiaro: «Noi andiamo avanti. Siamo capofila assieme alla regione Lombardia, la Regione Liguria, la Regione Piemonte anche su questo fronte».

LA POSIZIONE DELLA SINISTRA CHE PUNTA SUL REFERENDUM PER AZZERARE L’AUTONOMIA VOLUTA DALLA LEGA

E la sinistra? Il fronte progressista potrebbe essere più largo del solido. Si trovano d’accordo Schlein, Fratoianni, Conte, Renzi, Magi. Gli attori del centrosinistra puntano tutto sul referendum, convinti che da lì possa nascere la spallata all’esecutivo. Sostiene Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde: «Questa è la disfatta dell’autonomia differenziata leghista e del mercimonio politico tra Meloni e Salvini. L’autonomia differenziata non può essere uno scambio politico per altre riforme come il premierato.

Questa legge non serve al Paese, ma solo a portare avanti interessi di parte, a discapito dell’unità e dell’uguaglianza tra i cittadini. Il referendum è una grande occasione per fermare questa deriva e permettere ai cittadini di esprimersi su una riforma sbagliata. L’Italia non si divide». Elly Schlein, segretaria del Pd, invita l’esecutivo ad abrogare la legge: «Crediamo che dopo la pronuncia della Corte costituzionale che ha smontato l’Autonomia bisognerebbe che il governo si fermasse, che fermasse i negoziati e che abrogasse questo testo, per recuperare credibilità dopo lo strafalcione che hanno fatto presentando una riforma che la Corte ha smontato».

SODDISFATTO IL MOVIMENTO 5 STELLE

In scia anche il M5S con Alessandra Todde: «Siamo soddisfatti per l’ordinanza della Cassazione che conferma che questo referendum si può fare. Ora aspettiamo la pronuncia in merito della Corte Costituzionale. Il governo si fermi. La Sardegna ha combattuto in prima fila per difendere la sua specialità e per opporsi ad una legge iniqua che spacca l’Italia e aumenta le disuguaglianze. La Sardegna vuole avere l’opportunità di diventare locomotiva d’Italia e difenderà con le unghie e con i denti le risorse e le opportunità che gli spettano».

Ed è dello stesso avviso Osvaldo Napoli, membro della segreteria politica di Azione: “Se una legge produce o minaccia di produrre gravi alterazioni nei diritti costituzionali e nei rapporti fra istituzioni dello Stato, è bene che a pronunciarsi sia il popolo”. Una battaglia, quella contro l’autonomia, che vedrebbe al fianco dei partiti anche i sindacati e in particolare Maurizio Landini, segretario della Cgil e ormai leader delle piazze di sinistra. Meloni è avvisata.


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