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Salvini non vuole sprecare la partita delle Europee e ogni giorno, dal condono al terzo mandato, si inventa un motivo per attaccare Giorgia Meloni
Ormai Matteo Salvini gioca una partita tutta sua. Ritiene, fanno sapere, che non si possa sprecare la partita delle elezioni europee. E allora ogni giorno si inventa un dispetto nei confronti di Meloni e di Fratelli d’Italia. Forse perché è l’ultima chance per la sua segreteria.
Lontano il tempo in cui la “sua” Lega primeggiava alle Europee. Resterà nella storia di via Bellerio il risultato del giugno del 2019, il 34% di quella tornata. Quel primato, in fondo, ha segnato un prima e un dopo nella sua carriera politica. Ecco perché i prossimi sei mesi saranno decisivi per il partito guidato dal vicepremier Salvini.
I sondaggi non fotografano nulla di positivo. La Lega veleggia attorno all’8% e al momento sembra lontano l’auspicato 10%. Che fare, allora? Lo stato maggiore di via Bellerio è seriamente preoccupato che il rischio alle Europee sia molto alto. L’impressione è che Fratelli d’Italia possa risucchiare parte dell’elettorato leghista.
Tutto questo spinge il segretario Matteo Salvini a differenziarsi su qualsiasi cosa dalla presidente del Consiglio. Sui trattori ha battuto il tasto fino in fondo. «Si può fare di più» ha tuonato un minuto dopo l’incontro che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva avuto con le associazioni di categoria. E fino a lunedì ha insistito nel dire che sarebbe stato necessario «coinvolgere un numero sempre maggiore di imprenditori agricoli, aggiungendo ulteriori risorse rispetto a quanto era stato già ipotizzato».
SALVINI E I DISPETTI VERSO MELONI: TERZO MANDATO E CONDONO
Chiuso il fronte trattori, si apre l’affaire relativo al terzo mandato. La Lega ha infatti aperto un altro caso, depositando un emendamento al decreto elezioni per consentire il terzo mandato ai presidenti delle Regioni e ai sindaci dei Comuni più grandi. Un disegno caro al Carroccio, ma sicuramente poco gradito dagli alleati di Forza Italia e di Fratelli d’Italia.
Insomma, la mossa di Matteo Salvini sembra essere, anche questa volta, un piccolo dispetto nei confronti dell’inquilina di Palazzo Chigi. La proposta leghista è firmata da Paolo Tosato, Mara Bizzotto ed Erika Stefani. Tutti e tre sono veneti, tutti e tre sono vicini al presidente del Veneto, Luca Zaia, che in fondo auspica il terzo mandato da governatore del Veneto, per riuscire ad andare oltre il 2025.
Il condono edilizio è l’altro fronte che sta irritando la war room di Palazzo Chigi. Il ministro delle Infrastrutture ha annunciato che vorrebbe sanare piccoli abusi e irregolarità. Il quotidiano La Stampa, nei giorni scorsi, ha raccontato di una riunione di metà gennaio in cui Salvini ha rilanciato l’idea di un minicondono. Dall’altra parte, fonti di Fratelli d’Italia nicchiano e fanno sapere che «FdI è contraria a ogni forma di condono». Nulla da fare. Adesso cosa si inventerà il vicepremier? Ah, saperlo.
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