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L’Autonomia legalizza la vergogna nazionale, Sud colonia da sfruttare, dopo la “colonizzazione” ora è la fase dell’assimilazione, che fa cadere la solidarietà prevista dalla Costituzione

Nel 2021 la mobilità sanitaria interregionale in Italia ha raggiunto un valore di 4,25 miliardi di euro, superando quella del 2020 (3,33 miliardi), con saldi estremamente variabili tra le Regioni del Nord e quelle del Sud. Il saldo deriva dalla differenza tra mobilità attiva, ovvero l’attrazione di pazienti provenienti da altre Regioni, e quella passiva, cioè la “migrazione” dei pazienti dalla Regione di residenza. L’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto, cioè le regioni capofila dell’autonomia differenziata, raccolgono il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo

TUTTI GLI INGREDIENTI DEL COLONIALISMO

Altro elemento: ogni anno dal Mezzogiorno vanno via 100.000 persone la cui nascita, crescita e formazione costano alle regioni meridionali una cifra superiore a 20 miliardi di euro. Le raffinerie di Brindisi, Augusta, Milazzo, Augusta/Melilli, l’Ilva di Taranto provocano nei territori coinvolti un tasso di malattie tumorali che risulta più alto della media. La dispersione scolastica nel Sud si attesta al 30% della popolazione scolastica, con conseguenze pesanti sulla promozione sociale del territorio. Il sistema bancario non riesce a utilizzare le risorse raccolte che invece finanziano il Nord. L’autonomia differenziata, in discussione al Senato, cristallizza la spesa storica che penalizza pesantemente il Sud.
Tutti questi elementi, una volta approvata l’autonomia differenziata, possono configurare una forma di colonialismo?

Tale fenomeno, quando è virtuoso, viene definito come uno sfruttamento territoriale realizzato con la forza da una potenza ai danni di popoli ritenuti arretrati e configurano tre passaggi chiave:

  1. L’assoggettamento, inteso come “dispotismo illuminato” o paternalistico.
  2. L’assimilazione, tendenza a parificare le colonie e i suoi abitanti con la madre patria.
  3. Infine l’autonomia, sistema che, limitando l’ingerenza delle autorità coloniali nella struttura sociale della popolazione locale, mira a preparare la progressiva assunzione, da parte degli elementi locali, di responsabilità amministrative e politiche sino al conseguimento della completa indipendenza.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA E IL SUD TRATTATO DA COLONIA

Sarebbe una forzatura eccessiva sostenere, come fanno alcuni, che il rapporto tra il vero potere decisionale del Paese e il Sud è di tipo coloniale? La risposta, se si guarda all’aspetto formale, certamente è si, lo sarebbe. Il Mezzogiorno è arbitro assoluto del proprio destino. Elegge i propri rappresentanti al Parlamento nazionale, ha avuto perfino presidenti del Consiglio, da Francesco Crispi fino a Segni, Leone, Moro.
Spesso i presidenti della Repubblica sono meridionali, Mattarella è di Palermo, tanti ministri sono stati del Sud.

Ma se si guarda alla sostanza può nascere qualche dubbio. Se si dovesse accettare lo schema coloniale proposto, certamente si potrebbe dire che la prima fase è stata superata, e forse non c’è mai stata. Molti potrebbero sostenere che l’Unità d’Italia non è stata un processo di assoggettamento, ma di liberazione. Un Risorgimento che venne portato avanti da popoli, in particolare in Sicilia, nella quale i Borbone erano odiati da molti.
Non solo dagli aristocratici per il processo di ammodernamento del Regno, che toglieva loro alcuni poteri.

E non saremmo nella terza fase in cui ci si prepara alla completa indipendenza. Anche se, in teoria, sì. Infatti i meridionali scelgono da chi farsi governare, è vero, ma tali elezioni avvengono regolate da meccanismi che fanno riferimento ai partiti nazionali, nella maggior parte dei casi dominati se non da settentrionali certamente da lobby che fanno capo a essi.

AUTONOMIA E SUD COME COLONIA, SIAMO ALLA FASE DELLO SFRUTTAMENTO

Sono molto indirizzati da una informazione certamente libera, ma anch’essa indirizzata dagli interessi economici che fanno capo all’imprenditoria del Nord, organizzata nelle associazioni datoriali che, per motivi assolutamente ovvi, sono gestite dagli imprenditori più importanti, del Nord. Il risultato, spesso, è che se sei un politico non hai alternative: o ti adegui alle indicazioni provenienti dai partiti o non sei nemmeno messo in lista.

Si potrebbe dire che siamo nella seconda fase, quella della assimilazione, che va però di pari passo con lo sfruttamento. Un territorio dal quale si estrae capitale umano, risorse con la sanità, con il sistema bancario, che si penalizza utilizzando il territorio, aldilà di qualunque problema sanitario, per produrre l’energia che serve all’intero Paese e, adesso, facendo venir meno anche quel processo di solidarietà virtuosa, che prevedeva, nella Costituzione, che fossimo tutti uguali, che dovrebbe aiutare le realtà più deboli a uscire fuori dalla situazione di sottosviluppo.
Venuto meno anche questo, statuito con l’Autonomia differenziata in base alla quale esistono alcuni cittadini di serie A e altri di serie B, la configurazione della colonia potrebbe diventare verosimile.


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