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Marina Berlusconi

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Disorientamento in Forza Italia dopo la morte di Berlusconi, tra le ipotesi la più traumatica ipotizza la fuga dei parlamentari dal partito

Gli orfani di Silvio Berlusconi si aggirano nei palazzi della politica con l’aria di chi non conosce il futuro. Sono spaesati i parlamentari di Forza Italia, una delegazione di 44 deputati e 17 senatori. Guardano continuamente il cellulare aspettando una convocazione, una dichiarazione, una presa di posizione su quello che sarà.

Silvio Berlusconi è morto. Qualcuno, nemmeno tanto velatamente, stenta a crederci: «Sono sconvolto, e adesso cosa ci succederà? Per favore non dica chi sono…». Altri, come Gianfranco Micciché, regista della vittoria straordinaria del 2001 con 61 collegi su 61, ritiene invece che sia tutto finito senza Silvio: «Non ci sarà più Forza Italia, muore con lui. È un fatto scontato».

Il siciliano Micciché, che è stato accanto al Cavaliere fin dai tempi di Publitalia, osserva che «il nostro non è un partito da congresso per sapere chi prende la direzione. Assisteremo alla lite su chi è proprietario del simbolo, su chi non lo è. Già so come finirà. Ma ora non voglio pensarci…».

DISORIENTAMENTO IN FORZA ITALIA

La scena è da fine impero. Si rincorrono voci disparate per tutto il giorno. «Marina Berlusconi ritiene che il partito debba andare avanti». «Ma no, i figli pensano alle aziende, cosa se ne faranno di un partito come Forza Italia?».
Il tutto corroborato da una serie di quesiti: «Chi pagherà adesso i debiti fino a oggi garantiti dalle fideiussioni del presidente? E poi, il simbolo di Forza Italia di chi è?». Domande che aggiungono altra carne al fuoco e rendono ancor più difficile da decrittare quello che succederà.

Sabato scorso si sarebbe dovuto tenere un vertice tra il Cavaliere, i ministri e tutto lo stato maggiore di Arcore. All’ordine del giorno era prevista la nomina di un coordinamento a tre per coprire le tre aree del Paese: nord, centro e sud. Tutto congelato a causa del ricovero del grande Capo. «Congelato anche il siluramento di Licia Ronzulli da presidente dei senatori» fanno filtrare le malelingue, a dimostrazione che il clima è più infuocato che mai.

E ora? Ora si aprono molti scenari. Quello più traumatico preconizza la fine rapida degli azzurri. Una fuga da parte di tutti i parlamentari che si dividerebbero tra Meloni, Salvini e, perché no, Italia viva di Matteo Renzi. Uno scenario deflagrante che sarebbe accompagnato dall’uscita definitiva della famiglia Berlusconi dal partito Forza Italia. Eppure, nessuno al momento osa scommetterci perché danneggerebbe sia la casa arcoriana, sia tutte le anime forziste.

Tutto questo si lega a voci del palazzo che raccontano di un patto tra Meloni e la figlia di Berlusconi che congelerebbe tutto fino alle europee del prossimo anno. «Fino alla primavera prossima non prenderemo nessuno che arriverà da Forza Italia» è la tesi di diversi colonnelli di Fratelli d’Italia. Insomma, al momento gli azzurri non si trasformeranno in una corrente del partito della presidente del Consiglio. Sussurrano che almeno una trentina di parlamentari tra Camera e Senato sarebbero già pronti a bussare alla porta di FdI.

IL DISORIENTAMENTO IN FORZA ITALIA TRA EREDITÀ E BEGHE INTERNE

Al contempo Salvini, travolto dalla scomparsa del Cavaliere, tiene la porta di via Bellerio socchiusa. È evidente che non commetterà un errore da penna blu nelle ore del lutto, ma di pù non si può sapere. D’altro canto, la Lega nasce nello stesso territorio di Forza Italia. Certo, ha una storia differente, da partito regionalista, ma Salvini ha cercato di nazionalizzare il leghismo. Ecco perché vede di buon occhio l’ipotesi di adesione di alcuni azzurri a via Bellerio.

«Calma e sangue freddo» confida un vecchio consigliere del leader di Forza Italia. «Bisogna far finire il lutto». Anche perché, osserva sempre lo stesso consigliere, «fino a lunedì il riferimento nella casa azzurra era solamente Berlusconi. Adesso c’è più di un riferimento. In primo luogo ci sono i figli: Marina e Pier Silvio, molto legati a Fedele Confalonieri. Gianni Letta continuerà ad avere un ruolo di tessitore. E poi ci sono Marta Fascina e Antonio Tajani…».
In tutto questo il Cavaliere non lascia un’eredità. O forse, come sostiene Pier Ferdinando Casini, che è stato alleato di Forza Italia dal 1994 al 2007, «l’eredità di Berlusconi se l’è già presa Meloni: il post Berlusconi era iniziato da tempo e si è materializzato con il voto del 25 settembre. Non a caso, al governo dell’Italia è la destra, non più il centrodestra».

Nel frattempo Cesare Previti incorona Antonio Tajani. «È la persona giusta in questa fase». Il vicepremier non solo ricorda di essere stato uno dei cofondatori di Forza Italia, ma garantisce sul futuro: «Il progetto di Berlusconi va al di la della sua vita terrena, è un progetto che noi lavoreremo per realizzare».

Le incognite restano tante: Tajani ha la forza per contenere i malumori che dall’area parlamentare si estendono fino ai territori? E quale sarà il ruolo di Marta Fascina? La “vedova” del Cavaliere è in asse con Antonio Tajani e si ritroverà contro Licia Ronzulli e le sue truppe. «Con la morte di Berlusconi, Licia riavrà peso all’interno del partito». I ronzulliani si aspettano una mossa da parte degli avversari interni, un gesto di pacificazione, obiettivo: europee 2024. Dopodiché, liberi tutti.

INCOGNITA RENZI

Ma è presto per dire come andrà a finire. Oggi si terranno i funerali di Stato con tanto di lutto nazionale. Le attività di Camera e Senato saranno ferme per sette giorni. Sia come sia, l’ultima decisione sulla sorta di Forza Italia spetterà alla famiglia. Marina e Piersilvio vorranno continuare a investire sul contenitore azzurro, così da evitare la diaspora verso Fratelli d’Italia o il Terzo Polo di Renzi? Già, Renzi. Il leader di Italia viva continua a elogiare Berlusconi in tutte le occasioni. C’è una strategia dietro le sue parole?

L’ex rottamatore, al momento, è imperscrutabile. Eppure, secondo tanti nel palazzo, «sarebbe l’unico in grado di ereditare quel patrimonio di consensi». «Troppo tardi – scuote la testa un ex ministra di Forza Italia – Renzi ha sbagliato, perché avrebbe dovuto farla prima questa operazione. Oltretutto, Italia viva non è in maggioranza e FI non uscirà mai dal perimetro di Palazzo Chigi».

Ed è forse per questa ragione che tutto volge verso “Forza Meloni”. Giuliano Urbani, uno dei fondatori di Forza Italia, non ha dubbi: «Gli elettori di Forza Italia sono già con Giorgia Meloni». In questo contesto il tesoriere Alfredo Messina ha riunito il comitato di presidenze per dare il via libera al rendiconto del 2022 e per ratificare le recenti nomine effettuate da Berlusconi. Insomma, il redde rationem è solo posticipato.


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Francesco Ridolfi

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