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Il via libera al Def dopo lo scivolone e tra le proteste dell’opposizione, Meloni furiosa avvisa i suoi: mai più errori di questo tipo.

Il giorno dopo il pasticcio sulla votazione del Def, la ferita non è ancora rimarginata. Giorgia Meloni è ancora infuriata per l’episodio di 24 ore prima, perché quell’errore da matita blu ha fatto il giro del mondo e anche perché sul Def non era mai successo qualcosa del genere.

L’inquilina di Palazzo Chigi si trova a Londra, per una visita istituzionale al premier britannico e per stringere accordi bilaterali con la Gran Bretagna. Non a caso, da Londra la presidente del Consiglio replica così sui numeri della maggioranza: «Credo che dobbiamo fare i conti con il fatto che il taglio dei parlamentari incide, perché il doppio incarico rende più facile che in Aula manchino i numeri».

DEF, MELONI FURIOSA: L’AVVISO DI GIORGIA

E ancora: «Bisogna parlare con i capigruppo e trovare un modo per garantire che si riesca a fare il doppio lavoro, lavorando di più, se necessario, perché purtroppo riguarda tutti, ma non prevedo ipotesi di sostituzioni di doppi incarichi, credo che il governo stia lavorando bene e non è nelle mie intenzioni adesso assolutamente rivedere qualcosa. Bisogna però garantire i numeri».
Tra le righe la presidente del Consiglio lascia intendere che errori del genere non si dovranno più commettere. Tutti avvisati.

Di sicuro il messaggio che si vuole far veicolare da ambienti di governo è il seguente: non ci sono difficoltà all’interno della maggioranza, semmai si è trattato di un errore di sottovalutazione.

«Non credo che l’evento avvenuto ieri sera in Italia, per quanto non piacevole, sia destinato a gettare ombre sulla visita a Londra della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni» assicura il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Sia come sia, il voto sul Def fila liscio. A Montecitorio la risoluzione sullo scostamento di bilancio passa con 221 voti. A Palazzo Madama i sì sono 112.

Eppure in aula il clima si infiamma più volte. Il capogruppo di FdI alla Camera si rivolge all’esterno: «Noi chiediamo scusa agli italiani e al presidente del Consiglio per quanto è accaduto». Ma la pax dura pochi secondi. Perché subito dopo Foti sferra l’attacco: «Noi questo spettacolo non lo avevamo mai dato. FdI ha sempre cercato di concorrere nel massimo possibile alle presenze. Ma sento dire che abbiamo fatto il ponte del 25 aprile: consiglierei all’opposizione di guardare le sue assenze, non esiste il ponte per la maggioranza e per l’opposizione, ma un comune senso di responsabilità».

E poi la stoccata finale: «Chi ci viene a dare lezioni di istituzioni, guarda caso proprio ieri ha scelto l’Aventino in commissione Giustizia solo perché si era presentato il sottosegretario Delmastro nel pieno delle sue funzioni».

L’ATTACCO DELL’OPPOSIZIONE

Da questo momento in poi l’aula esplode. Il presidente Fontana cerca di calmare gli animi, richiama all’ordine i deputati, a partire dallo stesso Foti che nel frattempo continua a parlare, ma le sue parole vengono coperte dalle proteste e dai cori. «Ma che dici? Smettila» urlano dall’opposizione. La seduta viene sospesa.

Debora Serracchiani risponde per le rime: «Al collega Foti va il premio di urlatore del giorno. Spero sia soddisfatto del suo show. Per il futuro spero che impari a tenere un contegno meno sgangherato ed eviterà altri attacchi personali che non onorano la Camera. È già un’assurdità sentire chi vorrebbe ribaltare sull’opposizione le responsabilità per le assenze della maggioranza, ma fare un fritto misto in cui finisce anche l’avvicendamento alla guida del gruppo Pd significa aver perso la bussola. Chiaramente oggi si è sfogato in aula l’imbarazzo e il fastidio di FdI di dover spiegare l’ingiustificabile».

Anche a Palazzo Madama il clima si surriscalda. Raffaella Paita di Italia viva la mette così: «Certo, quanto accaduto ieri alla Camera mostra una idea del centrodestra di stare in Aula da cinepanettone: se c’è una vacanza si va in vacanza. Ma c’è qualcosa di politico: magari una crescente insoddisfazione per giustificare il fatto che non siete in grado di soddisfare nessuna promessa elettorale. I voti di ieri dimostrano che la coperta sta cominciando a essere corta rispetto alle promesse, senza soluzioni strutturali».

DEF MELONI FURIOSA, GIORGETTI: «DA ADESSO MAI PIÙ»

Ancora più duro il capogruppo del Pd, Francesco Boccia: «Questa destra non è adatta a guidare la settimana potenza industriale del pianeta, perché non ha il senso delle istituzioni». Ed è in questo contesto che interviene il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «Credo che dagli errori si impara, spero che in futuro non si ripetano situazioni simili».

Da ora in avanti Meloni pretende che non ci siano più incidenti. «Il collegamento fra governo e Parlamento è fondamentale», sussurrano in Transatlantico. E. soprattutto, «i capigruppo devono sapere chi c’è e chi non c’è in aula».

Il giorno dopo, insomma, è tutto un «da ora non ci devono più essere incidenti di questo tipo». Anche perché «l’impressione che abbiamo dato all’esterno è stata di una crisi all’interno della maggioranza. Tutto falso». «Non c’è nessuna crisi politica, il centrodestra unito è compatto» assicura il capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli.


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