Maria Elisabetta Alberti Casellati, ministra per le Riforme
3 minuti per la letturaPresidenzialismo, in salita le consultazioni di Casellati
A metà pomeriggio la ministra delle Riforme Elisabetta Casellati cinguetta: «Oggi con Giuseppe Conte, Alessandra Maiorino, Alfonso Colucci del Movimento 5 stelle si chiude la prima fase del confronto sulle riforme istituzionali. Ringrazio i partiti per le loro proposte, adesso redigerò un programma con la maggioranza e spero in un’opposizione ancora dialogante». Chiusa la prima fase, dunque, se ne apre un’altra. Perché adesso Casellati dovrà incontrare prima la premier Giorgia Meloni e subito dopo metterà sul tavolo una proposta che sarà il risultato delle consultazioni con i partiti, concluse ieri.
L’ultimo dei faccia a faccia ha visto il leader del M5S Giuseppe Conte varcare l’ingresso degli uffici della ministra delle Riforme. Oltre un’ora di confronto nel corso del quale l’ex premier si è opposto ai tre modelli di partenza: presidenzialismo all’americana, semipresidenzialismo alla francese, elezione diretta del presidente del Consiglio. «Trapiantare di sana pianta altri sistemi e sperimentarli qui ci sembra assolutamente avventuroso: noi siamo per intervenire per garantire maggiore stabilità agli esecutivi e per rendere più efficace l’azione del Parlamento», è la tesi di Conte.
Che poi aggiunge: «È stato un lungo confronto: il Movimento 5 stelle è sempre in prima fila su tutte le innovazioni veramente utili per il Paese. Noi abbiamo fatto delle proposte per superare quelle che, nella nostra valutazione, sono le maggiori criticità. Nel nostro sistema non possiamo dire che va tutto bene: il problema dei governi che si alternano con insufficiente stabilità esiste, così come il problema di rendere ancora più efficiente l’attività legislativa del Parlamento. Queste sono due delle direzioni di riforma su cui secondo noi bisogna intervenire».
I cinquestelle non sono mai stati sostenitori del presidenzialismo. D’altro canto, dalle parti di Casellati non si aspettavano una apertura, così come è avvenuto nel caso del Terzo Polo. Né tanto meno si attendevano una risposta in linea con quella del Partito democratico. Non è una chiusura quella di Conte. I cinquestelle tengono la porta mezza aperta.
«Tutto può succedere» filtra tra Montecitorio e Palazzo Madama. A questo punto della scena bisognerà capire quale sarà la prossima mossa della ministra Casellati. L’ex presidente della Senato formulerà la proposta partendo da un modello specifico? Oppure metterà sul tavolo una Bicamerale che potrebbe essere il luogo da cui far partire il dialogo? Intanto, bisognerà quanto il dialogo potrà proseguire e portare a soluzioni ampiamente condivise o che possano coinvolgere almeno una parte dell’opposizione, visto che, ad esempio, il no all’elezione diretta del Capo dello Stato nel Terzo Polo è accompagnato da un’apertura al premierato, con una scelta quindi del presidente del Consiglio da parte degli elettori. Una posizione che è in scia con quella del Pd.
«Un conto è volere governi più stabili, cosa sacrosanta, altro è seguire scorciatoie plebiscitarie e realizzare concentrazioni eccessive di poteri», osserva il senatore del Pd Dario Parrini. Che aggiunge. «Sono favorevole a un premierato serio di tipo europeo, ad esempio il modello tedesco. Sono contrario a trovate caserecce come il sindaco d’Italia». Insomma, un accordo ampio sulle nuova forma di governo si può ancora trovare.
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