Palazzo Chigi
4 minuti per la letturaNon solo il caro carburante. Ci sono almeno altri due fronti caldi, anzi bollenti, che aspettano al varco il governo Meloni. Ma andiamo con ordine. Lo sciopero dei benzinai è stato congelato: gestori e governo hanno infatti in programma un tavolo tecnico che è stato organizzato per martedì 17 gennaio.
Colpo di scena sul caso accise, che nelle ultime ore stava agitando in egual misura il settore dei carburanti, gli automobilisti e pure la maggioranza di governo, con una tensione sempre più forte tra Fratelli d’Italia da un lato e Forza Italia e Lega dall’altra.
SCIOPERO REVOCATO E IPOTESI IN CAMPO
Poco prima delle 13 le indiscrezioni davano la conferma della serrata. Pochi minuti dopo è arriva la schiarita: «Sciopero congelato». Dopo l’incontro con i distributori, infatti, il governo ha «assicurato l’avvio di un confronto con il settore, che inizierà con un tavolo tecnico martedì 17 e prende atto del congelamento dello sciopero e la sospensione del giudizio sul decreto legge in attesa della pubblicazione».
«Apprezzato il chiarimento avuto con il governo che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato – hanno affermato in una nota congiunta i sindacati Faib, Fegica e Figisc/Anisa al termine dell’incontro con il governo – Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui».
«Ora è il momento di lavorare seriamente per restituire efficienza e piena legalità alla rete – aggiungono i distributori – Già nei prossimi giorni, le organizzazioni dei gestori si rendono disponibili ad affrontare i temi sul tavolo e a individuare strumenti anche normativi utile ad affrontare sia la contingenza che soprattutto la prospettiva. Un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell’esame del testo del decreto una volta emanato».
Ora si attende di vedere in Gazzetta ufficiale il testo con la riformulazione del decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. Tra le indiscrezioni che stanno circolando, si starebbe ragionando sulla possibilità che i benzinai non siano più obbligati a esporre il cartello con l’indicazione del prezzo medio nazionale aggiornato quotidianamente, ma che questo possa essere a disposizione dei consumatori su un sito web di servizio.
Si starebbe parlando anche di una possibile modifica dei termini dell’apparato delle sanzioni messo a punto nel decreto governativo. Nel decreto in questione non ci sarà un nuovo meccanismo automatico di intervento qualora il prezzo dei carburanti nelle stazioni di servizio tornasse a salire in maniera del tutto repentina.
Il testo in questione farebbe riferimento a una norma contenuta nella legge di bilancio 2008 (articolo 1, commi 290 e 291) che consente di abbassare le accise tramite un nuovo decreto qualora aumentino le entrate Iva e se il prezzo superasse il 2% rispetto alla media del periodo e al valore indicato nel Def. Soddisfazione è stata espressa dal fronte di Forza Italia, che negli ultimi giorni aveva fortemente polemizzato con il mancato taglio delle accise che era stato deciso dalla premier Giorgia Meloni.
«La modifica del decreto è una buona notizia e rimette in carreggiata una vicenda che rischiava di far finire tutti fuori strada – commenta Giorgio Mulè, deputato azzurro e vicepresidente della Camera – È ora importante che anche le associazioni sindacali dei benzinai, nell’interlocuzione con il governo, diano un segnale di distensione, rinunciando a uno sciopero che era stato indetto più per la bufera mediatica che per provvedimenti presi nei loro confronti».
Tutto risolto dunque? Non proprio, perché all’interno della maggioranza di governo rimangono cicatrici profonde. Anche a palazzo Chigi sanno perfettamente che non tutto è filato liscio: «Ci vuole maggior coordinamento all’interno della maggioranza di governo, altrimenti il rischio di andare a sbattere è sempre dietro l’angolo» sottolinea un fedelissimo della premier.
LE SPINE DEL MES E DEL PRESIDENZIALISMO
Oggi la benzina, domani il Mes? «Questo sarà uno dei dossier più caldi delle prossime settimane – scommettono da Forza Italia – soprattutto perché Fratelli d’Italia e la Lega hanno bisogno di salvare la faccia, dopo che per anni hanno detto peste e corna del meccanismo europeo di stabilità».
Altro tema scottante sarà quello del presidenzialismo: non c’è nessuna intesa all’interno della maggioranza di governo e il Quirinale non vede di buon occhio una riforma che per l’inquilino del Colle suonerebbe come un vero e proprio avviso di sfratto. Tanto più che Mattarella accettò il bis, su richiesta esplicita dei partiti, soltanto a patto di rimanere in sella per altri sette anni. Insomma, benzinai o meno il percorso del governo nei prossimi mesi sarà sicuramente tutt’altro che in discesa.
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