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Giorgia Meloni

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Tocca tutti i punti più spinosi Giorgia Meloni che difende a spada tratta la manovra di bilancio per il 2023

Nelle stanze di Montecitorio una tabella di marcia serratissima governa l’iter parlamentare della manovra per arrivare all’approvazione entro fine anno e scongiurare l’esercizio provvisorio: tra le date in rosso sul timing di questa settimana c’è mercoledì, quando dovrebbe arrivare il parere della Commissione europea sul provvedimento. Intanto, mentre dal Sud al Nord le piazze italiane si passano la staffetta della mobilitazione itinerante promossa da Cgil e Uil per ribadire il giudizio negativo sul provvedimento e la richiesta di modifiche, la premier Meloni, superata l’influenza che l’ha costretta a disertare il vertice di Alicante, usa la piazza virtuale della rubrica “Gli Appunti di Giorgia”, per difenderne a oltranza l’impianto della legge, affrontando i temi che hanno maggiormente infiammato i dibattito e derubricando i rilievi di Bankitalia sul capitolo “contanti”.

MELONI APRE L’AGENDA E DIFENDE LA MANOVRA 2023

Tra i primi punti segnati sul diario c’è l’emendamento del governo che disegna il “restyling” della 18 App, il bonus da 500 euro messo in campo dall’esecutivo Renzi nel 2016 che in un primo momento si era pensato di cancellare. “Non vogliamo abolirlo, crediamo sia importante avvicinare i giovani alla cultura e il ministro Sangiuliano sta lavorando a una carta cultura, ma sicuramente va rivisto”, afferma Meloni anticipando l’introduzione di una soglia reddituale. Al momento il bonus viene riconosciuto a chiunque abbia compito 18 anni.

“Non c’è ragione – sostiene per cui debbano averli i figli di un milionario, dei parlamentari o mia figlia quando li compirà. Mentre la stessa misura concentrata sui redditi più bassi possa essere molto più impattante”. Meloni sostiene poi la necessità definire meglio i contenuti e le cose che si possono comprare. Conferma le modifiche quindi, ma “senza però togliere queste risorse alla loro destinazione originale, i giovani e la cultura”.

Poi torna sul “fronte” aperto dalle osservazioni di Palazzo Koch sulla legge di Bilancio in Commissione, sminuendone la portata: “Puramente – afferma – c’è stata una polemica, o diciamo un approccio critico, sulle nostre misure sul tema dell’aumento del contante e l’obbligo del Pos”. E intanto sottolinea la decisione della Ue di fissare il tetto del contante a 10 mila euro, “il doppio di quello deciso dal nostro governo”. “Chiedo a chi dice che vogliamo favorire gli evasori: l’Europa vuole favorire gli evasori? Non credo”.

MANOVRA 2023, MELONI DIFENDE LA SCELTA SUL POS

Dinnanzi poi alle richieste di abolire le commissioni sui pos, la premier richiama una lettera della Bce datata 2019 in cui, dice, “fa una serie di critiche all’abbassamento del contante”, definendolo “particolarmente importante per alcune categorie sociali” e unica “moneta legale” che consente ai cittadini di regolare un pagamento immediatamente senza tariffe per il suo utilizzo. “La Banca centrale dice al governo italiano di allora di fare attenzione perché la moneta elettronica ha un problema di commissioni”. Poi, sottolinea: “Molti dicono perché non togliete le commissioni? Perché non possiamo farlo, sarebbe incostituzionale – afferma Giorgia Meloni – la moneta elettronica è privata e lo Stato non può impedire a chi offre il servizio di guadagnarci una commissione. Questo è il motivo per cui Bankitalia fa le sue valutazioni circa il tema dell’innalzamento del tetto al contante”.

Capitolo “flat tax”: respinta al mittente l’accusa secondo cui l’estensione a favore degli autonomi della tassa piatta fino a 85mila euro discrimina i dipendenti: “E’ falso”, afferma e supporta l’arringa citando una ricerca del centro studi Eutekne che mette a confronto le tasse che pagano gli autonomi e quelle dei dipendenti: “Un dipendente ha 2/3 dei contributi a carico del datore di lavoro, un lavoratore autonomo si paga i contributi interamente”.
“Nelle more di una fondamentale riforma sistematica del carico fiscale e contributivo su tutti i redditi di lavoro, la flat tax delle partite Iva individuali non costituisce un privilegio ma il meccanismo per cercare di riavvicinare i diversi cunei fiscali e contributivi e, quindi, i livelli di reddito netto disponibile dei lavoratori”, sottolinea poi il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo.

IL MEZZOGIORNO E LA DECONTRIBUZIONE SUD

Se i sindacati in piazza a Catanzaro, prima tappa della mobilitazione, parlano di un Mezzogiorno dimenticato dal governo, Meloni nella sua rubrica sottolinea la volontà di rendere strutturale “Decontribuzione Sud”, gli sgravi fiscali sulle assunzioni che Bruxelles ha appena esteso a tutto il 2023, mentre il governo prorogherà, con un emendamento alla manovra, il credito d’impostale per aziende che assumono al Sud, per le Zone economiche speciali e per le aree terremotate. Un’attenzione per il Meridione che Carlo Bonomi rivendica anche come frutto del pressing di Confindustria.

MANOVRA 2023, MELONI DIFENDE LE SCELTE ECONOMICHE

Tra “Gli appunti di Giorgia”, c’è anche la soddisfazione per i numeri della nostra economia che, sottolinea, «nell’ultimo trimestre è cresciuta più di quella francese, tedesca e spagnola”, a dimostrazione che “le nostre imprese anche nei momenti di difficoltà sanno fare la differenza, possono fare la differenza, soprattutto se vengono aiutate. E noi intendiamo aiutarle”. Mentre non c’è un cambio di rotta sulla politica migratoria: “In Italia non si entra illegalmente. Vogliamo combattere il traffico di esseri umani e le morti in mare. Non vogliamo continuare a favorire i trafficanti”, ribadisce, sottolinea il fondamentale ruolo dell’Europa ma in attesa di un cenno di Bruxelles annuncia per la prossima settimana “nuove norme per fermare la tratta”: “Su questo tema – afferma – non intendiamo mollare”.

MANOVRA 2023 ALLA PROVA DEGLI EMENDAMENTI

Intanto continua la corsa contro il tempo per chiudere l’esame della manovra in Commissione Bilancio e portarla in aula martedì 20 dicembre come programmato.

In ballo ci sono 450 richieste di modifiche – 200 emendamenti segnalati dalla maggioranza, 250 dall’opposizione – e una dote di 400 milioni. Il voto in Commissione è atteso per sabato e domenica. Tra i testi segnalati, uno della maggioranza prevede che per i percettori di reddito di cittadinanza, nelle more della restrizione della misura annunciata dal governo a partire dal 2024, l’eventuale componente dell’assegno legata all’affitto venga erogata direttamente al locatore dell’immobile per la copertura parziale o totale del canone. Un altra proposta di modifica segnalata dalla maggioranza assegna 20 milioni per ripristinare i Giochi della Gioventù.

Forza Italia continua spingere per istituire un fondo da 500 milioni l’anno per l’indicizzazione delle pensioni minime, in modo da portarle a 600 euro, dai 570 attuali, almeno per gli over 75. Tra i segnalati di Fratelli d’Italia ci sono l’aumento da 8 a 10 euro dell’esenzione fiscale dei buoni pasti elettronici e l’estensione dal 31 dicembre 2022 al 30 giugno 2023 della proroga dell’occupazione del suolo pubblico per il settore ristorazione.


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