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Per i bookmaker alle Elezioni politiche 2022 per i voti non c’è partita: il centrodestra ha già vinto. Mai come in queste elezioni, le variabili dipendenti sono talmente tante che una previsione, qualunque essa sia, è comunque azzardata. Non c’è una linea di demarcazione, le questioni sulle quali schierarsi sono tante e trasversali.
Per i partiti diventa dunque fondamentale muoversi nella cosiddetta “terra di nessuno”, quella zona franca di elettori non ideologici che decidono all’ultimo istante da quale parte far pendere la bilancia.
ELEZIONI 2022, I VOTI DI PACIFISTI, NO VAX E PUTINIANI
Con il Rosatellum che premia le alleanze, i voti dei moderati valgono doppio. Così che la terra di confine si trasforma in zona di caccia e le prede spesso diventano i cattolici. Senza fissa dimora, orfani della Dc, oscillanti da un fronte all’altro. Il Pd parte in vantaggio: sa dove trovarli anche fuori dalla chiesa: ha dalla sua un rapporto consolidato con l’associazionismo, il volontariato e con il Terzo settore, pezzi di società che negli ultimi tempi ha trascurato, se non addirittura mortificato.
L’altro punto debole è l’atteggiamento ondivago sui diritti civili, tema che in altre occasioni ha fatto da spartiacque. Ha indispettito una fetta del mondo laico. E la guerra in Ucraina, che investe le coscienze, non lascerà indifferenti i credenti.
Su questo terreno minato si svolgerà dunque questa campagna elettorale. Scontata la distanza siderale da centrosinistra e putiniani, come conquistare il voto dei pacifisti?
Salvini e Berlusconi potrebbero far breccia usando però argomenti molto diversi dai grillini, contrari a ulteriori forniture di armi al governo di Kiev. Ci sarebbero poi l’ambiente, il clima, persino il termovalorizzatore romano sposterà voti.
In questo magma indistinto di opinioni diverse i partiti troveranno il loro terreno d’azione. Sondaggisti, esperti di marketing e pubblicitari sono già al lavoro ma non sarà semplice intercettare le varie fazioni.
PER LA PRIMA VOLTA 4 MILIONI DI 18ENNI VOTERANNO PER IL SENATO
Con la modifica dell’articolo 58 della Costituzione, per la prima volta il 25 settembre anche i 18enni potranno votare per il Senato. Le due Camere avranno dunque la stessa base elettorale. E non è una cosa da poco.
La riforma riguarderà 4 milioni di giovani. Come voteranno? Gli strateghi dei partiti, un esercito di boomer, cosa si inventeranno per sensibilizzarli? Comizi fronte mare? Serate-disco? Apericene?
Dire che il centrodestra farà cappotto nei collegi uninominali, oppure che nelle città prevarrà il centrosinistra sarà anche corretto dal punto di vista dei sondaggisti, ma è sicuramente prematuro. Ci si preoccupa del campo largo o più ristretto, delle alleanze, di far cadere i veti o stabilire in anticipo il candidato premier ma la partita si giocherà sui temi più divisivi.
Il centrodestra proverà a conquistare le sue casematte: No vax, immigrazione, sicurezza. Il centrosinistra, per recuperare terreno, dovrà avventurarsi in territori poco conosciuti, allearsi con Sinistra italiana senza inimicarsi Carlo Calenda, rincorrendo l’agenda Draghi.
IL VOTO DEI “DISGUSTATI”
Venuta meno quella che in passato veniva definita “l’etica del voto”, ovvero il senso di appartenenza a una comunità politica, i partiti hanno perso appeal e gli elettori i loro punti di riferimento. Il sondaggio, per quanto scientifico, fondato su un campione più o meno rappresentativo, è diventato meno affidabile. E per contro la forbice delle percentuali variabili più larga.
Gli umori cambiano a seconda della congiuntura, dei fatti che accadono nelle ultime settimane, a volte giorni, se non ore. Da qui la difficoltà nel prevedere e pesare le opinioni. Una volontà di voto espressa con fermezza a Ferragosto all’ombra di un ombrellone potrebbe cambiare radicalmente a settembre, con il rientro al lavoro. La curva dei contagi o l’andamento della guerra, le restrizioni del gas, l’aumento del prezzo della benzina, l’inflazione galoppante.
Ci vorrebbe, insomma, la sfera di cristallo per riuscire a scrutare in anticipo il contenuto delle schede che gli elettori voteranno nell’ultima domenica di settembre.
Un capitolo a parte per gli assenteisti, quelli che non voteranno. Come raggiungere i “ demotivati”, i “disgustati” di ieri e di domani , come motivarli?
ELEZIONI 2022, I VOTI DI INDECISI E INAFFERRABILI
Per quanto ci si sforzi di fare previsioni la “vittoria annunciata” non è mai scontata. Fake, falsi sondaggi fatti circolare ad arte, alla fine le elezioni si somigliano tutte e i trucchetti sono sempre gli stessi. Alla vigilia si parlerà sempre di un testa a testa, di un’incollatura che separa i due schieramenti. E, fatalmente, degli indecisi, l’ago della bilancia. Ma chi sono davvero gli indecisi?
«Per non cadere in facili generalizzazioni e cogliere la complessità del fenomeno – scriveva qualche tempo fa la sociologa Anna Totaro – il concetto di indecisione di voto non è stato identificato in modo univoco. Non a caso, gli studi sul comportamento elettorale si sono spesso interrogati sulla difficoltà di rilevare empiricamente lo stato di indecisione rispetto al voto. Difficoltà da un lato imputabile ad aspetti di definizione del concetto di indecisione che, nel caso ad esempio di una domanda formulata in modo diretto (Barisione, Castellani, De Sio, 2006), può portare a sovrastimare il numero di indecisi, dall’altro a fattori psicologici legati all’auto-percezione del proprio stato di indecisione. Sulla base di queste considerazioni concludeva Totaro – appare evidente che la multidimensionalità del fenomeno dell’indecisione non può essere ricondotta a una classificazione tra decisi e indecisi».
Insomma: inutile fare previsioni. La partita è aperta.
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