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Sergio Mattarella e Mario Draghi

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Dopo le elezioni e la formazione del nuovo governo, Sergio Mattarella starebbe accarezzando l’idea di nominare Mario Draghi senatore a vita. Successivamente potrebbe dimettersi e lasciare spazio (sempre che i partiti stavolta lo vorranno) proprio all’ex presidente BCE. Ma andiamo con ordine.

La crisi di governo in Italia e l’addio al governo di Mario Draghi sono in cima alle preoccupazioni dei partner occidentali e delle istituzioni europee in questo momento così complicato, tra la guerra in Ucraina, l’emergenza energia e l’impennata dell’inflazione.

«Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta», ha sottolineato Paolo Gentiloni in un durissimo tweet, aggiungendo che «ora è tempo di voler bene all’Italia. Ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese», è l’unico messaggio di ottimismo del commissario Ue all’Economia.

Sempre da Bruxelles il Gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo punta il dito contro i «populisti, assieme al partito popolare, che sono i responsabili della crisi», scriveva la presidente Iratxe Garcia Perez. La Commissione ufficialmente non commenta, ma rimanda agli stretti legami tra Draghi e Von der Leyen che aveva sottolineato non più tardi di qualche giorno fa. Anche dagli Stati Uniti, pur senza volere commentare le questioni di politica interna, nel “rispetto” delle decisioni italiane, la Casa Bianca fa sapere che «la partnership con l’Italia è forte e continueremo a collaborare a stretto contatto su una serie di questioni prioritarie, tra le quali il sostegno all’Ucraina contro l’aggressione della Russia».

Ma non è un mistero che anche a Washington ci sia ansia per quanto accaduto a Roma. Joe Biden, già durante il primo strappo di M5s, aveva sottolineato di nutrire «grande rispetto e considerazione nei confronti di Draghi».

Di sicuro, sottolineano influenti ambienti del deep state, si farà di tutto per recuperare Mario Draghi in futuro con un ruolo degno del prestigio della persona.

Come? Qui entra in ballo il Quirinale anche perché super Mario non ha mai rinunciato al sogno di salire un giorno al Colle. E questo Mattarella lo sa bene. Così sull’asse Washington-Bruxelles stanno pensando che in caso di vittoria elettorale del centrodestra sarebbe bene avere un garante che possa “blindare” l’Italia sull’asse euroatlantico. Quale migliore risorsa di Mario Draghi? Per questo negli ambienti del deep state internazionale si comincia a ragionare ad una soluzione alla Napolitano per l’attuale capo dello stato, da attuare dopo le elezioni politiche e prima delle successive europee. Complice il nuovo Parlamento, figlio di una riforma costituzionale che lo porterà ad avere meno deputati e senatori e che quindi potrebbe voler procedere all’elezione di un nuovo capo dello stato.

«Dopo le elezioni e con la formazione del nuovo Governo, Mattarella nominerà Mario Draghi senatore a vita. Successivamente potrebbe valutare le proprie dimissioni» spiegano senza troppi giri di parole ambienti di altissimo livello istituzionale. Anche Mario Draghi in fondo ci spera, tanto che il premier, secondo le medesime fonti, avrebbe fatto il seguente calcolo (insieme ai poteri che lo sostengono): si fanno le elezioni e vince il centrodestra, vince ma il Paese ha bisogna di “coprirsi” a livello internazionale, di trovare un “garante”. A quel livello si può arrivare soltanto chiedendo a Mattarella di lasciare l’incarico anzitempo e portando Mario Draghi al Quirinale. Che nel frattempo sarà stato nominato senatore a vita.


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