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Il premier Mario Draghi

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ROMA – Schiaffo del M5s al governo. I pentastellati non partecipano al voto di fiducia sul decreto Aiuti alla Camera. Il testo passa con 266 sì e 47 no. Ma sul provvedimento la tensione si sposta al Senato, dove il testo deve essere approvato entro questa settimana.

Il premier Draghi sale al Quirinale per un incontro con il presidente Mattarella. Berlusconi chiede al presidente del Consiglio di aprire una verifica di maggioranza e di sottrarsi ‘a questa logica politicamente ricattatoria’. Tajani evoca la crisi se il M5s non voterà anche al Senato.

Scorrendo i tabulati, emerge che complessivamente non hanno partecipato al voto 227 deputati, oltre agli 88 assenti giustificati perché in missione. Su 104 deputati del M5s (non si calcola il presidente della Camera Roberto Fico) sono 85 quelli che non hanno partecipato al voto, seguendo l’indicazione del partito (altri 18 erano in missione). Sempre secondo i tabulati, si contano 41 assenti non giustificati nella Lega (altri 15 in missione), 28 in Forza Italia (altri 9 in missione), 16 nel Pd (altri 13 in missione) e 11 in Italia viva (altri 6 in missione).

CONTE: ERA UNA DECISIONE GIÀ CHIARA

Quella di non votare oggi alla Camera il dl aiuti “era una decisione già chiara, perché c’è una questione di merito per noi importante che avevamo anticipato, c’è una questione di coerenza e linearità, quindi nulla di nuovo. Era stato anche anticipato, è tutto chiaro”. Lo ha detto il leader leader del M5s Giuseppe Conte, arrivando alla sede del Movimento, senza rispondere su quello che accadrà al voto sul dl aiuti al Senato e sulla verifica chiesta da FI e Lega.


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