Roberto Fico
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Le grandi manovre per le amministrative d’autunno sono entrate nel vivo. In ballo c’è la conquista di importanti comuni dello Stivale (tra cui Roma, Milano, Napoli, Bologna, Torino) e il peso politico degli uomini di Governo. La data da decidere è compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre. In questa fascia temporale ci sarà il voto, con la data più probabile tra quelle previste del 10 o 11 ottobre. Tuttavia, ci sono ancora molte incertezze sui candidati. Per l’anno 2021, secondo quanto previsto dal decreto sul differimento delle consultazioni elettorali, limitatamente alle elezioni Comunali e circoscrizionali il numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e candidature è ridotto ad un terzo. In totale saranno oltre 1.300 i comuni al voto, di cui 21 capoluogo di provincia. Per quanto riguarda le regionali, dopo l’abbuffata del 2020 in questo 2021 si voterà solo in Calabria a causa della prematura scomparsa della Presidente Jole Santelli. Urne aperte anche per le elezioni suppletive nel collegio alla Camera Toscana-12, quello di Siena, viste le dimissioni di Pier Carlo Padoan entrato nel Consiglio d’Amministrazione di Unicredit.
CAMPANIA DECISIVA
In Campania, la regione meridionale il cui esito delle urne è il più atteso, si voterà in 135 comuni, ben 15 gli enti locali alle urne sopra i 15mila abitanti. Ben quattro sono i capoluoghi di provincia: Napoli, Salerno, Benevento e Avellino. Dopo due mandati non si potrà presentare di nuovo l’attuale sindaco Luigi de Magistris (adesso in corsa per governatore della Calabria), che ha già comunque designato la sua possibile erede indicando l’assessore Alessandra Clemente come la candidata di DemA. Rebus primarie invece per il Partito Democratico, anche se sarebbe fitto il dialogo con il Movimento 5 Stelle dopo i buoni risultati ai ballottaggi delle ultime amministrative dove i giallorossi hanno vinto a Pomigliano d’Arco e Giugliano in Campania: il nome a effetto per i giallorossi potrebbe essere quello di Roberto Fico, che sarebbe ben accolto anche dai sondaggi, con l’ex ministro Gaetano Manfredi in alternativa.
Intanto c’è Antonio Bassolino («Mi candido a sindaco di Napoli. Fare il sindaco è stata l’esperienza più importante della mia vita e sento il dovere di mettermi al servizio della città: con la passione di sempre e con la testa rivolta in avanti. Napoli prima di tutto, prima di ogni interesse di parte») che ha ufficializzato la sua candidatura, mentre nel centrodestra i partiti della coalizione avrebbero trovato una convergenza sul nome del magistrato Catello Maresca.
GLI ‘SPONSOR’ DI FICO
Dopo il rinvio delle amministrative, che ora si svolgeranno tra settembre e ottobre anziché in giugno, a rompere un quadro di stallo generale seguito all’annuncio dello slittamento è il capogruppo del Movimento Cinquestelle in consiglio regionale, Valeria Ciarambino, da sempre vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che spinge nuovamente sul nome del presidente della Camera dei Deputati, come aveva già fatto a fine 2020. Le fa eco il sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, che rilancia l’alleanza Pd-M5s-Leu come “sfida” per le comunali partenopee.
CENTROSINISTRA
Al netto delle dichiarazioni dei pentastellati, la situazione nel centrosinistra resta molto fluida. L’ultimo tavolo della coalizione ha lasciato forti strascichi. Il vicepresidente della Giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, parlando anche per conto di Vincenzo De Luca, ha attaccato duramente il segretario metropolitano del Partito democratico, Marco Sarracino, perché quest’ultimo, al termine della riunione, aveva definito Fico «un’opportunità per la città». Nei prossimi giorni si proverà a rimettere insieme i cocci. Un nuovo appuntamento, al quale parteciperanno anche questa volta Pd, M5s, le sinistre e le forze che hanno appoggiato De Luca alle regionali.
IL NOME DI DE LUCA
Pure dopo l’avvicendamento tra Nicola Zingaretti ed Enrico Letta alla guida del partito, Sarracino continua a lavorare sul modello di coalizione che a livello nazionale appoggiava il Conte-bis, mentre De Luca non nasconde le sue storiche perplessità sui grillini, peraltro ricambiate, e spinge per l’ex ministro e rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, che riscuote giudizi positivi comunque tra il M5s e Iv.
Il ruolo del ‘governatore’ sarà dunque importante nelle prossime settimane; potrebbe rompere il fronte e uscire allo scoperto, indicando un nome civico nel caso in cui non dovesse gradire le scelte che saranno fatte dai partiti. Nella rosa dei candidati potenziali perde posizioni invece Enzo Amendola che, con l’ingresso nel governo Draghi come sottosegretario agli Affari europei, sembra lontano dalla corsa per Napoli. Restano alla finestra Antonio Bassolino, che si considera già in corsa con o senza il Pd; e Alessandra Clemente, assessore nelle tante Giunte del sindaco uscente, Luigi de Magistris, di cui questi, prima di scegliere la Calabria come sua prossima prova politica, ha lanciato le candidatura. Salvini spinge Maresca Nel centrodestra, a smuovere le acque è stato Matteo Salvini, che nelle ultime ore ha usato parole inequivocabili per Catello Maresca.
«È una grande opportunità per Napoli e per il rinascimento di questa straordinaria città – ha detto – l’ho sentito e l’ho incontrato più volte, lo apprezzo come magistrato anticamorra ed è quello che mi ha convinto di più. Penso che da sindaco possa fare tanto». E mentre il sostituto procuratore generale continua a prendere tempo, con FI pronta a sostenerlo, resistenze arrivano da Fratelli d’Italia. Al leader della Lega risponde a stretto giro Giorgia Meloni, definendo il magistrato «una personalità di livello», ma ricordando che in campo «ci sono varie opzioni competitive, come Sergio Rastrelli». È il suo secondo endorsement per il figlio di Antonio, ex presidente della Campania. Al di là delle schermaglie e dei veti incrociati, dunque, tutto si deciderà a Roma. Se lo attende Forza Italia, così come la stessa Meloni, che chiede di riunire il tavolo del centrodestra per mettere fine alla “lotteria dei nomi e delle coalizioni”.
CALABRIA
In Calabria, invece, sono 80 i comuni al voto, soltanto due sopra i 15 mila residenti (Cosenza e Siderno nel Reggino). In Sicilia sono 40, 11 sopra i 15 mila abitanti. In Basilicata sono 25 i comuni che rinnovano il consiglio regionale, due (Pisticci nel Materano e Melfi nel Potentino) soltanto sopra i 15 mila abitanti. In Puglia sono 54 le amministrazione da cambiare. Sono 14 quelli sopra i 15 mila abitanti.
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