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Il premier Mario Draghi

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Nicola Morra non si ritiene un rivoluzionario (è il presidente dell’Antimafia), né un rivoltoso alle regole dei 5Stelle. Ma è stato espulso dal movimento, con altri 14 grillini per aver detto “No” alla fiducia. Tuttavia non condivide un “clima da Stasi”, come ha denunciato qualcuno, dall’interno. E non potrà più far parte del gruppo parlamentare del movimento”. Vito Crimi è stato fermo: “Saranno tutti espulsi”, perché “si collocano, nei fatti, all’opposizione”.

E ciò significa che non potranno “più far parte del gruppo parlamentare del movimento al Senato”. Decisione che comincia con l’inizio del governo Draghi, mal digerito dai grillini, terminata, non si sa se definitiva o meno, a Palazzo Madama nella sera delle votazioni. Ufficializzata ieri mattina su Facebook quando Crimi, capo politico del movimento, ha comunicato l’allontanamento “ai sensi dello Statuto e del regolamento del gruppo”.

Nessuno credeva possibile un esito di questo genere, ma l’adesione al governo Draghi ha fatto esplodere la rabbia di una base che mal tollera il cambiamento di rotta. Anzi, i prodromi di questo strappo si erano avvertiti una settimana fa, appena costituito l’esecutivo.

Come Morra, anche altri espulsi non ritengono di essere fuori dal partito. Barbara Lezzi, ad esempio. La quale si candida, adesso, “a far parte del comitato direttivo del M5S (da cui non sono stata espulsa)”. E si rifà al referendum promosso sulla piattaforma Rousseau in cui il 41% degli iscritti contrari ad allearsi con tutti, compresi Berlusconi, Salvini e Renzi, debbano essere rappresentati. Insomma, è una scappatoia che potrebbe tornare utile quando le acque si saranno calmate. Il ragionamento è un po’ questo: noi non condividiamo di prendere a bordo questi personaggi, ma siamo 5 Stelle dalla testa ai piedi.

Dunque, non violiamo nulla dello Statuto. Anche Morra si dichiara grillino storico. C’è dunque la sensazione che la ferita possa essere rimarginata, con il tempo, anche se il senatore Matteo Crucioli ha detto di stare lavorando al gruppo e anche al nome. Tra l’altro non farà ricorso contro l’espulsione, “assolutamente no”.

Ma Beppe Grillo esulta sostenendo “Non siamo più dei marziani”. Sono in corso verifiche sulle posizioni di 6 pentastellati che sono stati assenti nella serata di mercoledì. I numeri adesso rischiano di costare al neonato intergruppo M5S, Pd, Leu. Matteo Salvini ha annunciato: ”Oggi in Senato Lega e Forza Italia, quindi il centrodestra, sono forza di maggioranza rispetto a Pd e 5 Stelle. A Montecitorio si è registrato l’abbandono di Giuseppe D’Ambrosio passato al gruppo Misto.

Ma il discorso finale di Mario Draghi, interrotto per 18 volte dagli applausi, non può che aver toccato le corde della sensibilità, quando ha annunciato una crociata contro la corruzione, che deprime l’economia, e un potenziamento del credito di imposta per le piccole e medie imprese.

Ad attenti osservatori è sembrato un messaggio di questo tenore: terremo lontani corruttori e mafie dal Recovery fund. Ha ribadito ciò che finora era patrimonio degli studiosi: ovvero che “la legalità e la sicurezza sono la base per attrarre investimenti” mentre la “corruzione è disincentivante sul piano economico per gli effetti depressivi sulla competitività e la concorrenza”. Affermando che negli appalti pubblici “centrale è il ruolo dell’Anac”.

In ogni modo “molto resta da fare in vista della prevenzione, oggi perseguita, attraverso meccanismi ancora troppo formali per prevenire la corruzione. Qui la semplificazione avrebbe una funzione anti-corruttiva. La trasparenza della Pubblica amministrazione è un presupposto logico perché consente ai cittadini di analizzare ogni azione”. Nella replica al dibattito sulla fiducia si è voluto correggere su un’affermazione circa il Sud. “Ieri a proposito dello sviluppo del Mezzogiorno ho detto che sì, c’è il credito d’imposta ma la prima cosa è assicurare legalità e sicurezza. Se manca quella base…”.

Infine ha parlato del problema delle carceri. “Non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposte a rischio e paura del contagio, particolarmente colpite dalla diffusione del virus”.


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