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Che sia vicina la pace, nessuno ci crede. Ma descrivere l’incontro chiesto da Matteo Renzi a Giuseppe Conte come una possibile tappa di avvicinamento, non è per nulla improprio. Quando e dove sono tutti interrogativi da definire. Ma il premier chiederà una sede istituzionale, in Parlamento. Per ora, la richiesta dell’incontro ha messo fine alla guerra verbale, anche se sono emerse alcune sfasature. O meglio, Italia Viva non ha rinunciato alla battaglia sotterranea, votando per 10 volte in dissenso rispetto alle posizioni del governo sugli ordini del giorno al decreto Milleproroghe. Gli aficionados di Renzi alla Camera si sono smarcati dagli altri partiti della maggioranza, tra astensioni e voti contrari, dalla prescrizione alla sugar tax, dalla plastic alle opere pubbliche. E qualcuno tra le fila renziane ha voluto mettere in chiaro che si trattava di scelte “in trasparenza, su temi annunciati”. Come dire, nessuna imboscata, nessun tiro mancino.

Ma la nota curiosa è relativa al comportamento di Renzi che dopo l’ok dell’Aula del Senato al decreto legge sulle Intercettazioni (con 156 voti favorevoli, 118 contrari e nessun astenuto) si è dato assente “in congedo” (al pari di Matteo Salvini, Vito Crimi e Mario Monti). Ora il dl dovrà passare alla Camera per la seconda lettura parlamentare, entro il 29 febbraio prossimo. Tra gli assenti anche il giornalista, Tommaso Cerno, transitato nel gruppo di Italia Viva.

L’annuncio del colloquio a quattrocchi ha suscitato qualche rumore. Ecco come l’ex premier ha spiegato l’approccio. “Ieri il presidente del Consiglio mi ha inviato un gentile messaggio. Ci siamo scritti in questi giorni e credo che la cosa più pulita sia vedersi la prossima settimana”. Ed ha chiosato: “Le telenovelas funzionano quando poi c’è un elemento di chiarezza. Serve una forma di trasparenza”. Da parte sua, Conte ha accettato (ovviamente) affermando che “la mia porta è sempre stata aperta” e che comunque non è a caccia di nuove maggioranze.

Ci sarà da aspettarsi qualche svolta? E’ presto per dirlo. Certo è che il riferimento di Renzi alla possibile mozione di sfiducia nei confronti del Guardasigilli, Bonafede, non ha trovato per nulla l’appoggio di Conte. Che da Bruxelles, dove si trova per seguire i lavori del Consiglio d’Europa ha precisato: “La mozione di sfiducia a Bonafede è impensabile se si lavora insieme in maggioranza”. Ed ha aggiunto: “Non ho capito perché aleggia. Non esiste più la norma Bonafede perché il governo ha presentato una delega per il processo civile che contiene una norma sulla prescrizione, completamente diversa dalla norma Bonafede”.

Dopo aver negato litigiosità in seno all’esecutivo, ha detto che presto farà “comunicazioni al Parlamento per annunciare le misure che riteniamo servano al Paese, sarà l’occasione per formalizzare l’agenda 2020-2023”.Sulla proposta di legge elettorale chiesta da Renzi, ha osservato: “I delegati di Italia Viva sono stati promotori di una legge elettorale con soglia di sbarramento al 5%, proporzionale”. E’ quello sbarramento che fa paura a Iv che veleggia nelle intenzioni di voto, stando i sondaggi,tra il 2 ed il 4%. E se questi numeri sono veri, Italia Viva subirebbe un rovescio. Quanto al fatto di andare alla ricerca di “Responsabili” per sostituire i loro voti con quelli in uscita di Italia Viva, il premier esclude quet’eventualità.

Ma ieri sia Conte sia Renzi hanno tenuto una conferenza stampa dedicata alle misure per la crescita. Conte ha parlato della procedura di revoca ai Benetton di Autostrade. Ha invitato Autostrade a farsi avanti.

“È interesse della controparte a fare una proposta transattiva che il governo ha il dovere di valutare., prima che si metta fine a questa procedura. Se fosse una proposta che offre di tutelare l’interesse pubblico ancora più efficacemente della revoca stessa, noi abbiamo il dovere di considerarla, ma solo in quel caso”. Poi ha chiosato: “Non si dica che il governo sta facendo una proposta”.

Da parte sua Renzi ha illustrato il suo piano di rilancio delle infrastrutture. Mettere i commissari a sorveglianza dei cantieri, “Mettete cento commissari e l’Italia svolta, per rimettere in piedi l’Italia è l’unica soluzione percorribile”.


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