Pasquale Tridico
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Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, sembra sia molto irritato per le critiche ricevute in seguito alla faccenda dei parlamentari che avrebbero usufruito dei famosi seicento euro destinati alle partite Iva in difficoltà e che, avendo una partita Iva ed essendo in difficoltà, hanno chiesto e ottenuto la somma in maniera, se non ci sfugge qualcosa, perfettamente legittima.
L’ARRABBIATURA
Perché Tridico fa sapere di essere molto arrabbiato minacciando querele? Perché qualcuno lo ha indicato come l’orchestratore di una campagna, o meglio di una caccia alle streghe, che cade a fagiolo alla vigilia del referendum anti-parlamentare, e cioè che dovrà approvare il taglio dei parlamentari. Poiché il giornalismo non consiste nel fare il processo alle intenzioni, noi ci asteniamo da un tale atteggiamento preconcetto, ma avremmo pur sempre qualche obiezione che ci sembra ragionevole e potenzialmente grave.
La prima e più importante: per quale motivo la storia dei parlamentari colpevoli di aver esercitato un loro diritto – benché additati come farabutti e furbetti – è venuta fuori dalla sezione dell’Inps che, se non ricordiamo male, si occupa delle frodi? C’è stata frode? Sarebbe carino se il presidente, a suo tempo nominato da Conte al posto di Boeri, rispondesse con un sì o con un no.
Poniamo che la notizia sia giusta e che sia trapelata dagli uffici che si occupano di scoprire le frodi. In questo caso: per quale motivo avrebbero reso pubblica la loro scoperta accendendo i fari su un evento privo di qualsiasi rilievo penale o di legittimità, ma molto rilevante sul piano mediatico? In altre parole: chi e perché dall’Inps ha voluto informare il mondo del fatto che alcuni parlamentari avevano fatto uso del loro diritto?
CALCOLI ELETTORALI
Abbiamo visto che il pentastellato Morra, presidente dell’Antimafia si è stracciato le vesti chiedendosi se il mondo non si fosse per caso capovolto. La sua tesi politica sembra questa: ha fatto benissimo l’Inps a mettere in piazza la storia dei parlamentari che hanno chiesto e ottenuto seicento euro, perché si tratta di un fatto gravissimo.
Comprendiamo il punto di Morra, cioè il punto politico di partito: lui vorrebbe il rogo per i cosiddetti furbetti e un forte incasso elettorale, il che è perfettamente legittimo. Ma sulla base di quale norma, regola, principio o articolo di qualsiasi legge, l’Istituto nazionale della previdenza sociale avrebbe il dovere di segnalare alla pubblica opinione i nomi dei parlamentari che ricevono un sussidio cui hanno diritto? Vale solo per i parlamentari, o potrebbe valere anche per gli otorino?
BOMBA A OROLOGERIA
E i falegnami? Una nuova giurisprudenza sta crescendo come l’edera e talvolta ci nasconde la vista. Sembra comunque accertato che per i cinque stelle e il personale amministrativo di loro nomina, il rispetto della privacy non sia contemplata fra i diritti civili e che comunque i parlamentari non ne abbiano diritto. Resta straordinario, comunque, il fatto che i parlamentari “furbetti” non siano stati scovati a Ferragosto, ma siano stati già rintracciati a maggio.
Di qui la domanda ovvia e successiva: per quale motivo, ammesso che la scoperta dei parlamentari che hanno preso il sussidio fosse meritevole di menzione benché perfettamente lecita, la notizia non fu diffusa quando emerse dalle ricerche incrociate ed è rimasta in parcheggio fino a oggi, creando ovvio e scontato clamore, ma a scoppio ritardato?
Tutto regolare? Va bene così? L’Inps non è un organo politico ma l’Istituto di previdenza degli italiani, cittadini di una Repubblica a democrazia parlamentare.
I DEBITI DELL’INPS
Non la vogliamo buttare in retorica ma non siamo neanche scemi: è davvero possibile che nessuno si renda conto del valore altamente politico e divisivo di qualsiasi notizia che, senza aver alcun risvolto penale o di illecito, contribuisca ad alterare il clima politico alla viglia di un referendum?
E poi ancora: Tridico è sempre lo stesso presidente del famoso clic-day quando i cittadini furono invitati a connettersi via web all’Inps che era andato in palla perché nessuno aveva calcolato la capacità del portale? E poi ancora: è o non è la stessa Inps ancora in debito con una quantità di cittadini ancora in attesa della cassa integrazione che però non arriva, malgrado le promesse, peraltro vaghe e generiche?
Noi non amiamo la polemica acida, di puntiglio, ma poiché il professor Tridico è stato il fautore e largamente autore del provvedimento di quota cento, è egli stesso al corrente che questa scelta ha causato la gravissima diffidenza verso il nostro Paese da parte degli europei che, non del tutto a torto, si definiscono “frugali”?
Lo sa che anche l’altro provvedimento a lui caro, quello del reddito di cittadinanza, non ha portato uno che sia uno posto di lavoro in più, salvo quelli per i cosiddetti navigatori che navigano a barca vuota visto che tutto si è risolto in uno sperpero di denaro pubblico che avrebbe potuto più efficacemente essere speso per coloro che sono realmente poveri?
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Articolo-cortina fumogena. Invece di criticare i parlamentari e consiglieri regionali che hanno chiesto e percepito i 600€, critica severissimamente (indizio illuminante) il presidente dell’INPS Tridico e i percettori del RdC, con la solita motivazione sciocca dei ricchi e dei loro agit-prop che “non crea posti di lavoro”. Come se una misura assistenziale (non di assistenzialismo, come usano sproloquiare i “destri”, ciechi e sordi di fronte alle decine di miliardi che vengono regalati ogni anno ai ricchi e ai benestanti, perfino dalla spesa sociale!) dovesse creare lavoro. Francamente, erano molto più digeribili e intelligenti gli articoli che Paolo Guzzanti scriveva decenni fa su “Repubblica”.