Vincenzo Presutto
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“Serve subito un coordinamento centrale che decida in che modo debbano avvenire le riaperture. Si senta il Comitato scientifico, si sentano i presidenti delle Regioni e si stabiliscano le regole tenendo conto del tasso di contagio e delle specificità dei territori. E poi tutti, sottolineo “tutti”, anche i governatori, le rispettino queste regole. Perché così non si può né continuare né andare avanti”.
L’INUTILE COMPETIZIONE
Vincenzo Presutto, senatore e “facilitatore” nazionale Area economica del M5S, esprime ad alta voce quello che altri pensano. L’insofferenza per il caos delle ordinanze. Per chi fino a ieri rivendicava indipendenza e competenze salvo naufragare a sirene spiegate in una miscela di incapacità e incompetenze. Sullo sfondo c’è lo scontro che si sta consumando in queste ore. “…Tra i miei colleghi cinque Stelle dopo quello che è accaduto in questi giorni nessuno vuol sentir parlare più di autonomia. In modo esplicito sono venuti fuori tutti i limiti di certi discorsi che si facevano prima che il Coronavirus ci cambiasse la vita. Cirio e Fontana, i due governatori di Piemonte e Lombardia non si sono dimostrati all’altezza”.
E se lo dice lui, Presutto, il vicepresidente della Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale, un addetto ai lavori, dunque orse qualcosa vuol dire. “Le Regioni hanno fallito nella gestione delle materie simmetriche, prima fra tutte la sanità. Non oso pensare cosa potrebbe accadere se avessimo delegato ai governatori anche le asimmetriche, cioè ambiente, infrastrutture, scuola”, rincara il senatore grillino.
LO SCONTRO
Lo scontro è in campo aperto. Inutile negarlo. La Lombardia attacca e Palazzo Chigi risponde. Un esempio? La questione della Cig. Dal governatore Fontana sono piovuti attacchi durissimi, “lo Stato è in ritardo”. Francesco Boccia, il ministro che ha il compito – ingrato – di muoversi nel ginepraio degli Affari regionali ribatte: “Appena ci arriverà la domanda della Lombardia correremo e accelereremo i tempi”. Come dire che se la pratica è in ritardo la responsabilità non è del governo ma del Pirellone che non ha ancora formalizzato la domanda.
Si fa presto a dire che i conti si faranno alla fine. Il bazooka che dovrebbe inondare di liquidità gli italiani per ora è puntato contro la coppia Fontana-Gallera. “Milano è fuori controllo – quasi urla Pietro Bussolati, responsabile imprese Pd – la loro gestione è fallimentare, sono andati in tilt”.
A NAPOLI NIENTE PIZZA
Il corto circuito non risparmia nessuno. La competizione Stato-Regioni, come il diavolo, si annida nei dettagli. Nella misura del distanziamento sociale che varia da regione a regione. Nella liberta dei runner. Nella concessione ad aprire librerie e negozi per neonati. Chi cerca visibilità la trova. Un gioco a chi è più rigido più permissivo a seconda dei casi anche se il ministro Boccia ha chiarito che le misure decise dal governo si possono solo inasprire. Un caso su tutti: il governatore della Campania Vincenzo De Luca per essere più realista del re ha vietato ai piazzaioli di fornire a domicilio il loro prodotto, come è noto specialità locale. Nelle altre regioni la pizza da asporto è consentita. Il governo adotta misure più restrittive? Il governatore della Regione Veneto Luca Zaia annuncia un lockdown più soft, ecocentri da riaprire, allentamento graduale sulla chiusura dei negozi, niente mascherini per i bambini.
Non è così ovunque. In Emilia-Romagna sono stati istituiti dei tavoli di lavoro comuni per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro, tavoli ai quali il governo fa sapere di “guardare con molto interesse”. Si dà il caso che il governatore della Regione sia Stefano Bonaccini (pd). Per collaborare, insomma, per riscoprire il valore della sussidiarietà, bisogna indossare la stessa casacca. E la cultura della coabitazione? E l’interesse collettivo che in altri Paesi prevale su tutto? Non è da noi.
TOTI: NON TORNEREMO NELLE CAVERNE
Infine, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Tra i governatori delle regioni è forse il più “liberista”. Spinge per allargare le magie del Dpcm di Palazzo Chigi. Pronto a dare il via libera per la nautica e per la manutenzione degli stabilimenti balneari, “Credo che una volta individuata le linee guida – spiega al Quotidiano del Sud Toti – il governo dovrebbe lasciare alle regioni un maggiore ambito discrezionale. Purtroppo. continua – su questo virus non abbiamo una letteratura scientifica piuttosto scarna, non c’è un consolidato storico. Può accadere così che dinanzi a fenomeni simili si assumano comportamenti diversi”. Favorevole o contrario ad una accelerazione sulle riaperture? “Prudentemente credo che dobbiamo attrezzarci a farlo, non possiamo scomparire dalla faccia della terra. Ma dobbiamo farlo in piena sicurezza, senza tornare nelle caverne”.
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