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Il governo non si può cambiare. Perché siamo in emergenza, si dice da più parti. Perché la pandemia sta facendo tremare il mondo, l’Europa, il Belpaese, insistono altri. E perché la grammatica e la sintassi istituzionale non annoverano una crisi, seppur pilotata, in un contesto come quello odierno. E allora proprio per affrontare il coronavirus si vocifera che il presidente del Consiglio vorrebbe rafforzare la squadra, puntando tutte le fiches su un super-commissario che avrebbe l’arduo compito di guidare il team, di fare uscire una voce soltanto, di non commettere gli errori commessi nei giorni scorsi, ad esempio, sulla scuola, o sull’ultimo Dpcm.

E allora appunto perché prende forma l’idea di un “uomo forte” al comando. Di un Bertolaso modello Abruzzo 2009 quando l’ex numero uno della Protezione Civile si servì dei pieni poteri per resuscitare un popolo devastato dal terremoto. Non a caso la destra, il centrodestra, a ogni piè sospinto evoca il nome di “Guido” (Bertolaso ndr.). Berlusconi, il Cavaliere di Arcore, lo propone: “Sarebbe estremamente importante, in un momento così difficile della vita del Paese, che le istituzioni parlassero con una voce unica, autorevole, capace di dare indicazioni coerenti e competenti e quindi di infondere fiducia nei cittadini.

GUIDO ALLA GUIDA

Questa figura c’è, il suo nome è Guido Bertolaso: sono certo sia disponibile e ha già dimostrato con i miei governi di essere capace di gestire gravi emergenze in modo esemplare, riconosciuto in tutto il mondo. Per me Guido è un amico ed è stato un collaboratore prezioso, ma sono lieto che il suo nome sia stato fatto da più parti, a dimostrazione che le sue grandi competenze sono un patrimonio del Paese e non di una parte politica”. E la stessa indicazione arriva da Giorgia Meloni: “Occorre nominare subito un commissario con poteri straordinari sul modello di Guido Bertolaso”. E’ altresì evidente che il nome di Bertolaso sia indigeribile alla sinistra e al Movimento. Anche perché, scherzava ieri un parlamentare azzurro, “la nomina di Bertolaso decreterebbe la vittoria finale del berlusconismo: game, set and match”. O ancora si vocifera che alla tolda di comando della regia anticoronavirus ci potrebbe finire Gianni De Gennaro, già Capo della Polizia, oggi presidente di Leonardo, con il quale Conte ha un rapporto di reciproca stima.

BORRELLI PERPLESSO

Eppure nei dietro le quinte del Palazzo si sussurra che l’ipotesi di un super-commissario non sia gradita nemmeno allo stesso presidente del Consiglio. Perché di fatto si tratterebbe di un commissariamento nel commissariamento. In sostanza, commissarierebbe se stesso e l’attuale commissario della Protezione Civile, Angelo Borrelli. Ecco perché a sentire l’inquilino di Palazzo Chigi sembra più definirsi una figura che coordini “l’approvvigionamento dei macchinari e attrezzature sanitarie. Un ruolo che affiancherebbe il Capo dello Protezione Civile”. Non un commissario ma un sottosegretario ad hoc che resterebbe sotto Palazzo Chigi. Un profilo meno ingombrante che non crei problemi dentro la maggioranza.


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