Manifestazione del M5S contro i vitalizi in Piazza SS Apostoli
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Come fa un ministro a scendere in piazza contro il proprio governo? I 5Stelle hanno risposto all’interrogativo, per nulla nuovo, che già aveva messo in grande difficoltà i governi di Prodi, declinandolo nella difesa delle proprie battaglie identitarie, con cartelli contro “mai più vitalizi”, taglio agli sprechi, al reddito di cittadinanza fino alla prescrizione. Comunque sia, anomalia è. Se poi sommiamo ciò che è accaduto in settimana, quando Matteo Renzi ha chiesto di togliere la fiducia al Guardasigilli, Alfonso Bonafede, la storia sembra ripetersi in una manciata di anni.
«PREPARATE L’ELMETTO»
Senza contare che assistiamo a un capovolgimento di valori che richiedono grandi sforzi da parte del cittadino. E che dire del grido di battaglia suggerito da Paola Taverna, vice-presidente del Senato: “Preparate l’elmetto”. In vista di uno spargimento di sangue? E ieri mattina al Quirinale è salito il premier Conte per un colloquio con Mattarella. Intanto si prepara una squadra di responsabili in aiuto al governo, sarebbero 7 pronti e in uscita da Forza Italia.
In piazza Santi Apostoli, vecchio tempio del centrosinistra (qui c’era l’ufficio di Prodi e dell’Ulivo che fu), c’erano 10mila 5Stelle, una piazza antica che riprendeva temi nuovi. Ma “Onestà onestà” è il grido scandito da alcuni militanti, torna Luiggino Di Maio che canta l’Inno di Mameli. “Dibba” si fa sentire mentre, in un tour persiano, cavalca una moto. Tra i cartelloni esposti si torna a parlare di politica. I pentastellati si stringono a Bonafede, “Italia viva è malafede”. Renzi non lo si nomina più di tanto: il “rottamatore” fa parte del vecchiume della politica. E poi le intese con il Pd, in vista della prospettiva elettorale, non vanno giù alla base grillina. “No alleanze, insieme siamo una forza”.
Subito si va al sodo, i vitalizi tagliati sono in pericolo. Qualche senatore vuole riportarli in campo, dice Stefano Buffagni, vice-ministro del Senato. “Siamo qui a ricordare che sono privilegi tagliati da noi. Noi dobbiamo stare con i cittadini, ascoltando e portando loro fatti concreti”. Riccardo Fraccaro si chiede: “Piazza e governo? Non c’entrano le due cose. M5Stelle è in piazza perché ha avuto le energie per conquistare alcune battaglie e ora deve averle per conservarle”. Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa, è telegrafico: “Non è affatto assurdo manifestare le proprie idee in modo pacifico. Siamo qui per un motivo buono e giusto”. Allora, c’è contraddizione tra essere ministri e manifestare in piazza?
“Certamente no” replica Stefano Patuanelli. “Parliamo di vitalizi e della situazione surreale che si è creata in Senato. Che sia una priorità è dovuto al fatto che sul tema si va in discussione la prossima settimana”.
VIA DA FORZA ITALIA
Nessuno parla degli Stati generali che, il 15 o il 22 marzo, dovranno definire il nuovo assetto dei 5Stelle (Crimi terrà una riunione martedì alla Camera). Dal palco il reggente dei 5Stelle manda l’invito a non toccare “le nostre leggi”. “Qualcuno ci ha dato per finiti, in fase di spegnimento”. Invece, no. “Nessuno deve toccare il reddito di cittadinanza, la Spazzacorrotti, nessuno deve mettere becco sulla prescrizione”. Anche Bonafede manda il medesimo messaggio. “Dobbiamo combattere con alcune resistenze al cambiamento, non cedendo mai alle provocazioni…” (che evidentemente devono provenire da Renzi). A difesa di Bonafede ci prova Di Maio. “Dopo tanti opportunisti, abbiamo un ministro della Giustizia tutto d’un pezzo. E noi lo dobbiamo difendere”.
CRIMI PERENTORIO
Ma nessuno è contro il governo. Vito Crimi è perentorio con i suoi: “Sia chiaro che non ci sono alternative al governo Conte. Questo è molto chiaro anche per noi”. Ed entro nel vivo dello scontro con Renzi: “Non abbiamo voluto alzare i toni, in termini di provocazioni, perché bastavano già i toni di Italia Viva”. Comunque, loda la lealtà dei 5 Stelle e liquida il comportamento renziano. “Questa non è una crisi, ma è solo qualcuno che provoca”.
Di Maio alla prima uscita pubblica dopo le dimissioni da capo politico, non parla della situazione. Evita toni polemici. “Vi voglio bene” grida alla piazza che risponde con il coro:”Luigi Luigi”. Poi replica: “Voi siete quella bandiera….”Ed indica il tricolore: “Noi siamo i cittadini italiani che vogliono garantire a tutti uguaglianza e libertà, ma vogliamo istituzioni e politica all’altezza dei valori che rappresenta quella bandiera”. Quindi timidamente, poi via via sempre più convinto, intona alcune strofe dell’inno di Mameli.
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