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“Unificare il Paese superando le distanze tra Nord e Sud, affinchè l’Italia intera si leghi all’Europa”. Il presidente del Parlamento europeo, Davide Sassoli, a colloquio con il Quotidiano del Sud/L’altra voce dell’Italia, ha chiaro il posizionamento del Paese nell’Unione, che parte inevitabilmente da una ‘riunificazione’ delle diverse aree sul piano della crescita e dello sviluppo sociale e infrastrutturale. E quindi buon uso dei fondi strutturali europei, perché le politiche di coesione siano davvero efficaci per sostenere le regioni più deboli e avvicinarle al resto del Paese e dell’Europa. Questo d’altra parte, è il loro l’obiettivo. Sassoli non ne parla esplicitamente, ma è chiaro che per colmare il divario che da sempre separa il Sud dal Nord dovrebbero essere mobilitate in quella direzione non solo le risorse comunitarie e nazionali della politica di coesione, ma una quota importante degli investimenti del sistema Paese. Ne guadagnerebbero, certo, i cittadini delle regioni del Mezzogiorno ma, come ha messo in luce l’ultimo Rapporto Eurispes, ne guadagnerebbe anche il Nord, si rafforzerebbero l’intero Paese e l’Unione europea.

IN ATTESA DEL SALTO DI QUALITÀ

Sassoli, a Roma per partecipare ai lavori di un convegno sul tema ‘Un nuovo bilancio europeo all’altezza delle sfide’, ci illustra la sua visione per far compiere al Paese quel salto di qualità che attende da troppo tempo. “Avvicinare e omogeneizzare i territori al Paese e il Paese all’Europa. Se non c’e’ questo sguardo – spiega – non ci si collega alla dimensione europea. Una strada, una infrastruttura, una tratta ferroviaria in Calabria, serve anche l’Europa. Dovrebbe essere responsabilità del sistema italiano favorire questa convergenza assicurando che le regioni e gli enti territoriali spendano e spendano bene i fondi europei. Se questo non avviene ne deriva un danno all’Italia e un danno all’Europa. E’ proprio per favorire una crescita il più possibile uniforme in tutti i Paesi dell’Unione che il bilancio comunitario mette a disposizione le risorse per la coesione. L’utilità degli investimenti in un Paese è per tutti i cittadini europeo, per le imprese europee”.

I MECCANISMI DI PROGRAMMAZIONE

L’Italia difficilmente può migliorare il tasso di crescita se non ragiona in chiave europea e, sottolinea ancora Sassoli “per un Paese che ha un forte divario tra Nord e Sud, collegare il Mezzogiorno alla dimensione europea è fondamentale. Penso che una riflessione il sistema italiano dovrebbe farla”. Ad essere interpellati sono lo Stato centrale, le Regioni, gli enti territoriali, le grandi imprese nazionali.

Da tutti gli stakeholder intervenuti al convegno sul bilancio europeo, riferisce il presidente del Parlamento europeo, è stata sottolineato la necessità di non disperdere le risorse. “In Italia esiste il problema dei meccanismi di programmazione e di cofinanziamento. Ma su questo – afferma – non è l’Europa che può intervenire, ma gli organismo nazionali e regionali. Una riflessione sull’efficienza nell’uso delle risorse comunitarie va fatta, perché poi è difficile difendere nelle cifre la programmazione successiva”. Un chiaro messaggio alle istituzioni nazionali, mentre sta entrando nel vivo il negoziato sulla programmazione 2021-2027.

Sarebbe sicuramente utile una maggiore collaborazione tra le regioni, in sostanza ragionare in termini di ‘area vasta’. Questo, conclude Sassoli “vale soprattutto per le infrastrutture, che non sono limitate al territorio di una sola regione. Una strada, una linea ferroviaria, un porto, coinvolgono più istituzioni locali e di diverse regioni”. Il buon utilizzo delle risorse deve riguardare tutti i settori di investimento, dal comparto agricolo, alla pesca, alle reti fisiche e immateriali.


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