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Il governo approva il Decreto energia: via libera ai rigassificatori di Gioia Tauro e Porto Empedocle. Per l’impianto siciliano investimenti per 1,5 miliardi
La svolta, chiesta con forza e a più riprese dalla prima pagina del Quotidiano del Sud, con una campagna cominciata da mesi, è contenuta al comma 2 dell’articolo 2 del decreto energia approvato ieri. Si legge, testualmente, che “con lo scopo di perseguire la flessibilità delle fonti di approvvigionamento del gas naturale e le esigenze di sicurezza energetica nazionale, stabilisce che le opere finalizzate alla costruzione e all’esercizio di terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto on-shore, nonché le connesse infrastrutture, per le quali alla data di entrata in vigore della norma medesima sia stato rilasciato il provvedimento autorizzatorio, costituiscono interventi strategici di pubblica utilità, indifferibili e urgenti.
Rientra, a titolo esemplificativo, nell’ambito di applicazione della presente disposizione, il progetto di rigassificatore on-shore insistente sul territorio del comune di Porto Empedocle, destinato a contribuire in modo significativo all’approvvigionamento di gas del Paese e agli obiettivi nazionali di sicurezza energetica”. Il testo non lo dice esplicitamente, ma la norma riguarda anche l’impianto di Gioia Tauro. Del resto, con la costruzione del nuovo gasdotto che parte da Sulmona e collega i rigassificatori meridionali, un ulteriore slittamento del progetto era davvero privo di senso. Oltre che dannoso, dal momento che il nuovo impianto abruzzese, finanziato con i fondi europei, deve essere completato entro il 2026.
La conferma arriva dallo stesso ministro Gilberto Pichetto Fratin e mette la parola fine ad una interminabile valanga di critiche e di polemica. Ma le buone notizie per il Mezzogiorno non finiscono qui. Perché nello stesso provvedimento approvato ieri dal Consiglio dei ministri c’è anche un capitolo ad hoc destinato al cosiddetto eolico offshore, cioè delle enormi piattaforme galleggianti dove sono localizzate le turbine necessarie alla produzione di energia.
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Nel decreto è previsto che “al fine di sostenere gli investimenti infrastrutturali nelle aree del Mezzogiorno, mediante la costituzione di un polo strategico per l’eolico galleggiante in mare, con decreto del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE) e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT) sono individuate, sentite le regioni interessate, due aree demaniali marittime con il relativo specchio acqueo antistante entro il limite delle acque territoriali, da destinare alla cantieristica navale per la produzione di piattaforme galleggianti, l’assemblaggio e il varo delle piattaforme medesime e per l’installazione di impianti di produzione di energia eolica in mare”. Un investimento da 420 milioni di euro dal 2024 al 2026 (fondi che non rientrano nel Pnrr), articolato su due porti del Mezzogiorno. Ora bisogna accelerare per individuare le aree, la mappatura e ovviamente i relativi permessi.
Insomma, un doppio colpo, quello dei rigassificatori e dell’eolico off shore che consentono al Sud di fare un passo avanti decisivo sul fronte dell’energia, diventando di fatto un hub strategico non solo per l’Italia ma, in prospettiva, anche per l’Europa, considerando il ruolo del Mediterraneo nel “mondo capovolto” che questo giornale sta cercando di raccontare quotidianamente.
Il via libera agli impianti di Porto Empedocle consente di sbloccare investimenti per 1,5 miliardi. Ma non solo. Perché, insieme con Gioia Tauro, si pongono le premesse per sviluppare anche l’industria degli armatori che, spinti dalle nuove correnti del traffico mondiale, potrebbero anche decidere di costruire le loro navi qui e non, ad esempio, in Francia.
“Con il decreto Energia vogliamo liberare le grandi potenzialità del nostro Paese, per renderlo riferimento nel Mediterraneo sulle rinnovabili: un provvedimento che vale 27,4 miliardi di investimenti. Vogliamo sostenere famiglie e imprese, per renderle ancor più protagoniste di una transizione bilanciata e realistica”, spiega il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto – in piena coerenza con il nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima – prosegue Pichetto – sosteniamo quei settori produttivi impegnati nel percorso di decarbonizzazione, fornendo ad esempio importanti risposte per migliaia di imprese a forte consumo di energia elettrica e gas. Vogliamo accelerare lo sviluppo delle rinnovabili verso gli obiettivi 2030 spingendo le Regioni a realizzare impianti di rinnovabili con un fondo per opere compensative”.
Novità anche per il nucleare: fra le nuove norme c’è infatti quella che consente agli enti territoriali non inclusi nella Carta Nazionale delle Aree Idonee possano candidarsi a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: ”Un passo necessario – spiega il ministro – per accelerare i tempi di individuazione di un’area di cui il Paese ha forte bisogno”.
Nel decreto approvato ieri salta la proroga al mercato tutelato dell’energia, fissata al 10 gennaio 2024 per il gas e al primo aprile per l’elettricità. Le scadenze non possono essere prorogate, perché rientrano fra gli impegni presi con la Ue per il Pnrr. Il governo però sta studiando una qualche forma di dilazione o di uscita “morbida”, per favorire gli utenti interessati (oltre 5 milioni). Ma questa norma non è ancora pronta ed è rimasta fuori dal decreto.
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