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Roberto Vannacci

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La candidatura di Vannacci spacca la Lega, Salvini: «C’è chi candida persone in carcere all’estero, noi chi ha difeso l’Italia nel mondo». Ma nel partito i mugugni sono tanti, anche se in pochi escono allo scoperto. Fedriga: «Io voto i candidati del Friuli»

È la mossa del cavallo di Matteo Salvini. Obiettivo: salvare il salvabile, provare a raggiungere quota 10% e, soprattutto, non farsi superare da Forza Italia di Antonio Tajani. Il Capitano leghista schiera l’attaccante Roberto Vannacci, la cui caratteristica è quella di spiazzare l’opinione pubblica con frasi a effetto che animano il dibattito.
Dice Salvini: «Si chiama democrazia. Se qualcuno decide legittimamente di candidare una persona che è in carcere all’estero con accuse pesantissime, perché non dovrebbe chiedere il voto agli italiani anche un uomo che ha servito e difeso l’Italia nel mondo, dall’Iraq all’Afghanistan?».

Vannacci, dunque, correrà in tutte le circoscrizioni «da indipendente» – assicura lui – portando con sé il lungo curriculum da uomo dell’esercito. C’è chi sostiene che tutto questo farà accrescere i consensi della Lega. La teoria salviniana ruota intorno a una serie di requisiti: è un volto popolare riconosciuto dentro e fuori il partito. Il suo libro, d’altro canto, ha fatto il giro dello Stivale, ha sbancato in libreria. Ne consegue che tutta questa popolarità potrà giovare a un partito che è in crisi di consensi da più di un anno.

L’IRONIA DI CROSETTO SULLA CANDIDATURA DI VANNACCI CON LA LEGA

Eppure la sua discesa in campo continua a dividere. Guido Crosetto, ministro della Difesa, si serve del sarcasmo: «Era chiaro da mesi che lo avrebbe fatto. Sarà certamente eletto e le istituzioni europee potranno godere del suo contributo di idee e valori. Sono certo che la sua presenza aiuterà elettoralmente la Lega. Una scelta win-win, come si dice. Per lui, per la Lega e per l’esercito».
Non è certo un mistero che tra Vannacci e Crosetto non corra buon sangue. Dopo la pubblicazione nell’agosto scorso di “Il mondo al contrario”, il ministro è uscito con una nota e ha aperto un’inchiesta disciplinare: «Non vanno in alcun modo utilizzate le farneticazioni personali di un generale, ancorché in servizio, per polemizzare con la Difesa. Per questo sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto».

La vicenda si è protratta per settimane, anche perché è stato messo in discussione il senso dello Stato di un generale che non può esternare in quel modo. Inoltre il generale è indagato dalla procura militare con le accuse di peculato e truffa in seguito agli esiti di un’ispezione svolta dallo stato maggiore della Difesa sul suo periodo da addetto militare italiano a Mosca.

CANDIDATURA VANNACCI, LE POLEMICHE INTERNE NELLA LEGA

Ora inizia la nuova fase, quella della campagna elettorale di Vannacci. Il diretto interessato non si scompone, dice di aver deciso negli ultimi giorni: è stata la figlia a dirgli di scendere in campo: «Con Salvini ci eravamo già parlati e gli ho confermato la mia scelta via messaggio: si è detto molto contento della mia decisione».
Tutto questo viene vissuto male dal partito di Matteo Salvini. A via Bellerio non si sono certo scaldati dopo l’annuncio del segretario. In tanti nutrono dubbi sulla candidatura del generale. Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli, dice: « Io sono molto contento dei tre candidati proposti dal Fvg. Sono possibili solo tre preferenze».
I mugugni dentro il partito sono diversi, ma in pochi escono allo scoperto. Chi lo fa è Gianmarco Centinaio, vicepresidente del Senato in quota Lega: «Ci sono tanti altri validi nomi nel mio partito».

Come del resto, sono pochi quelli che escono a difesa di Vannacci. È aperturista l’euroscettico Claudio Borghi: «Mi sembra un ottimo inizio. Bravo generale Vannacci. Parlare chiaro sin da subito. In Europa per combattere immigrazione incontrollata e ricucire i rapporti con la Russia, mai più grandi errori come green pass e obbligo vaccinale».

Ma assieme a lui pochi altri. Fra questi c’è il vicesegretario Andrea Crippa, che sostiene il generale e prende di mira Crosetto: «Anche lui ha tanto seguito nelle Forze Armate e in Leonardo. Visto che ha così tanto seguito, si candidi e si misuri in una campagna elettorale difficile e dispendiosa. Il ministro ha anche detto che Vannacci ha lo stesso senso dello Stato di Salvini. Bene, dimostri anche lui di avere senso dello Stato, dia un contributo, si conti e prenda le preferenze in una campagna elettorale faticosa e dispendiosa. Sarebbe anche questa un’operazione win-win per tutti e, vista l’esperienza di Crosetto in Leonardo, darebbe un grande contributo al Centrodestra europeo».

Sia come sia, Vannacci prosegue per la sua strada e si lascia alle spalle i malumori leghisti. «Fedriga e Centinaio non mi votano? Gli faccio tanti auguri e in bocca al lupo. Sono problemi loro, io non faccio parte del partito, non ho la tesserà e al momento non la prenderò. Lo ha detto anche Salvini, sono un indipendente».

VANNACCI GIÀ NELLA PARTE

Allo stesso tempo non intende alimentare la polemica con il ministro della Difesa: «Il ministro Crosetto ha detto che se verrò eletto sarà un bene per l’esercito? Il sarcasmo lo lascio a lui. In ogni caso è una sua opinione, se ritiene che sia così, buon per lui. Non vorrei deluderlo, però».
L’indipendente Vannacci sarà capolista in qualche circoscrizione e si atterrà alle decisioni del partito: «Posso confermare, perché lo ha detto Salvini che sarò candidato in tutte le circoscrizioni. E immagino che in alcune di queste sarò capolista».
Insomma, Vannacci è già entrato nella parte di eurodeputato. Non a caso si è sbilanciato sul prossimo presidente della Commissione Ue. Alla domanda su chi preferirebbe tra Ursula von der Leyen e Mario Draghi, Vannacci ha dato una risposta nazionalistica: «Da un punto di vista nazionalistico preferisco Draghi, ma io ho in mente delle figure che sono molto più identitarie per la Commissione europea».


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