Mario Draghi
3 minuti per la letturaUn fermo no all’arroganza della Russia. La comunità internazionale non deve dividersi “tra Nord e Sud”, non deve concedere spazio davanti alle provocazioni dello “Zar” Vladimir Putin. Mario Draghi parla all’assemblea generale delle Nazioni Unite condannando il gigante russo sia per la guerra in Ucraina sia per il referendum sul Donbass che, ancora una volta viola “il diritto internazionale”.
I referendum, per la Casa Bianca, sono una risposta del Cremlino alle vittorie di Kiev. L’America non riconoscerà i risultati e continuerà ad inviare aiuti. L’invasione dell’Ucraina, riaccende gli odi di guerra, ci mancavano i referendum per l’indipendenza del Donbass.
C’è grande tensione in tutto il mondo, è in gioco il futuro di tutti. La fermezza contro Putin deve essere accompagnata da una coesione sociale. Ne è convinto Mario Draghi reduce dalla grande serata che New York gli ha riservato come statista dell’anno.
È un riconoscimento che scivola via sulle parole di Henry Kissinger, novantenne che tifa per l’ex presidente della Bce. Ma Draghi non si lascia andare al successo appena tributato.
Quando ha parlato all’assemblea dell’Onu, ha condannato fortemente la Russia per i referendum appena indetti, che violano “i valori e le regole su cui da decenni poggia la sicurezza internazionale”. E proseguendo nel discorso fa una considerazione diplomatica: “I sogni imperiali, il militarismo, le violazioni sistematiche dei diritti civili e umani ci sembravano relegati al secolo scorso. Aiutare l’Ucraina a proteggersi non è stata soltanto la scelta corretta da compiersi, è stata l’unica scelta coerente con gli ideali di giustizia e fratellanza che sono alla base della Carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni che questa assemblea ha adottato dall’inizio del conflitto”.
Quindi ha messo in luce l’obiettivo degli Usa nella regione: “il nostro obiettivo è una pace che sia ritenuta accettabile dall’Ucraina, la sola che può essere duratura e sostenibile”.
Il discorso di Putin, che ha detto “Non sto bluffando”, è rinviato di ora e in ora. Parole che fanno paura e spaventano. C’è chi vede l’Apocalisse. Draghi ha parlato invitando all’unità. Il tema è sempre l’Ucraina, ma sfiora di poco il futuro dell’Europa con una possibile catastrofe nucleare. Sul campo c’è la conquista di un “vantaggio strategico importante” di Kiev reso possibile, sottolinea Draghi “per la nostra assistenza militare”.
Le crisi innescate dalla guerra, e le sanzioni, puntualizza l’ex banchiere, hanno avuto effetti negativi sempre più ingenti, richiedono di riscoprire il valore del “multiralismo”. Ed ha citato un discorso del 1988 di Michael Gorbaciov sulla necessità della cooperazione per affrontare i problemi globali.
La violenza gratuita non può avere spazio nel ventesimo secolo. Rivolge pertanto all’Onu un appello chiedendo alla Ue di fare di più e imporre un tetto al prezzo del gas. Questo è il messaggio di Draghi a Bruxelles. Dove probabilmente sarà ancora lui a trattare al Consiglio del 20 e 21 ottobre. Per Draghi l’Italia resterà con la Ue e la Nato.
Dal Senato via libera al decreto Aiuti bis
Intanto c’è stato il via libera definitivo dell’aula del Senato al decreto legge Aiuti bis che destina 17 miliardi di euro per contrastare i rincari dell’energia.
Viene inoltre rafforzato il bonus sociale elettrico per il quarto trimestre del 2022, sospendendo tra l’altro le modifiche unilaterali. Le vetrate scorrevoli e amovibili, totalmente trasparenti, in grado di ridurre la dispersione termica e in grado di favorire il risparmio energetico rientreranno d’ora in poi nell’edilizia libera.
Salvini e Meloni ancora divisi
Sullo scostamento di bilancio Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono ancora divisi. Da Salvini una critica al premier “pare che si possa riconvocare il Parlamento anche dopo le elezioni. Mi rifiuto di pensare che un economista attento come Draghi, non si renda conto del bisogno che c’è di un nuovo intervento”. Ribatte la Meloni: “lo scostamento del pareggio di bilancio non è la soluzione”.
Il leader del Carroccio vuole un referendum per non dire addio al diesel e alla benzina.
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