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Gaetano Manfredi

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In un bar di Posillipo, in una serata di inizio settimana e davanti a un caffè fumante. L’asse Pd-Mss chiude il patto per la città e converge su un candidato unico. Una alleanza Pd-M5S “benedetta” nella tarda serata di lunedì anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha parlato di “patto ambizioso”. Gaetano Manfredi, ex rettore dell’Università Federico II e già ministro del governo di Giuseppe Conte, è il prescelto come candidato a sindaco per le amministrative di Napoli.

La doccia ghiacciata arriva nella serata di ieri. In una lettera Manfredi comunica la sua decisione di tirarsi fuori dai giochi. Il motivo? La situazione finanziaria del comune di Napoli è drammatica. «Mentre tante napoletane e napoletani, oltre che esponenti politici nazionali e locali, mi sollecitavano a valutare la disponibilità a candidarmi a Sindaco – spiega – il cuore fibrillava e la testa ragionava. Lusingato e riconoscente, come è mia abitudine, mi sono messo a studiare. E ho scoperto il dolore».

Sono state 48 ore di fuoco per il centrosinistra a Napoli. Ma andiamo con ordine. Dopo le vittorie “giallorosse” alle amministrative dello scorso anno nei comuni napoletani di Pomigliano d’Arco, Giugliano in Campani, Caivano e, nell’Avellinese, ad Ariano Irpino, si tenta il colpaccio nella città capoluogo.

Ben distanti dai tavoli con i rappresentanti di venti movimenti e partiti, tre parlamentari dei Cinquestelle, Gilda Sportiello, Alessandro Amitrano, e Luigi Iovino, si siedono attorno a un tavolo con il segretario e il presidente Pd di Napoli Marco Sarracino e Paolo Mancuso e con la segretaria dei Gd Ilaria Esposito e chiudono definitivamente l’accordo, parlando della norma nazionale per il dissesto dei comuni, del programma sulla città del candidato sindaco. Nella testa di tutti il nome su cui puntare per affidare la leadership della coalizione è quello di Manfredi, in alternativa resta il presidente della Camera, Roberto Fico, e il sottosegretario Enzo Amendola, quest’ultimo nome molto caldeggiato dal leader di Azione, Carlo Calenda.

Se appare molto complicato che Fico possa lasciare la terza carica dello Stato, gesto che inevitabilmente causerebbe un terremoto nello scenario politico nazionale, appare più percorribile l’opzione Amendola, seppur nome meno “digeribile” per i Pentastellati rispetto a quello di Gaetano Manfredi. Il nome arriverà a breve, per ora c’è il patto: «Il progetto – chiarisce a fine riunione Iovino – va avanti ci crediamo, per Napoli, serve un’alternativa politica credibile che parta dalle forze del governo Conte II, noi ci siamo». Un sì forte a cui fa eco Sarracino: «Abbiamo discusso – sottolinea il segretario dem – delle priorità di cui in questo momento ha urgente bisogno la città: dalla lotta alle diseguaglianze a politiche di sviluppo in chiave ecosostenibile, dal miglioramento dei servizi minimi essenziali alla mobilitazione contro la criminalità organizzata. Vogliamo scrivere una nuova storia per Napoli».

L’alleanza c’è e c’è anche un manifesto a cui chi vorrà del centrosinistra potrà aderire, ma la base, come spiega Amitrano è «l’alleanza del governo Conte II». Via i dubbi, quindi: «l’incontro – dice Amitrano – testimonia il fatto che il percorso che si sta facendo è vivo e vegeto e ci teniamo a proseguire questa alleanza con il Pd a Napoli. Ci saranno prossimi step da fare insieme Ve siamo qui a costruirli, soprattutto i primi punti da realizzare per i primi 100 giorni per Napoli, che saranno importanti. Napoli dà un segnale forte e può essere il laboratorio di questo percorso a livello nazionale, partiamo dalla coalizione del governo Conte II. Il candidato sindaco? E’ uno dei prossimi step a breve dobbiamo scioglieremo questa riserva».

NO MANFREDI

Non ci sono dubbi. Il nome più quotato è stato quello dell’ex ministro dell’Università. L’ex rettore ha temporeggiato e ieri sera ha reso noto il risultato delle sue valutazioni in merito a un impegno che sarebbe reso particolarmente complicato soprattutto dalle condizioni di cassa del Comune di Napoli, a rischio default, dopo che è in pre-dissesto dal 2013.

“Al momento la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani” ha scritto Manfredi spiegando le ragioni del suo “no” alla candidatura a sindaco di Napoli. L’ex ministro spiega che “il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passività superano abbondantemente i 5 miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili. La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto. Un dissesto che dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore”.

Manfredi prosegue: “I napoletani, legittimamente, hanno aspettative altissime. Ambiscono ad avere trasporti efficienti, strade riparate e pulite, asili nido, centri per gli anziani, impianti sportivi, parchi pubblici e condizioni di vita quotidiana adeguate ai migliori standard nazionali e internazionali. E questa è soltanto l’ordinaria amministrazione. Ma chiedono anche altro, vogliono evolvere verso la trasformazione digitale, il turismo sostenibile, l’economia circolare, i diritti di cittadinanza. Ambiscono a fare di Napoli, seppur mantenendo tutte le sue formidabili tipicità, una città europea a pieno titolo come è stata sempre nella sua storia”.

“A queste sollecitazioni – aggiunge – ho risposto sempre con grande ponderazione, scambiata a volte per eccessiva prudenza. Ma chi mi conosce sa bene che preferisco la concretezza alle parole vuote. Il dissesto e i conseguenti vincoli di bilancio, in questa fase di grande sofferenza sociale a valle della crisi pandemica, creerebbero ferite profonde e azzopperebbero immediatamente il desiderio di ripartenza che tutti noi abbiamo. Alle aspettative si sostituirebbe la frustrazione. I più deboli pagherebbero il prezzo più alto. Sarebbe una fase lontana dalla mia visione di società e dai miei valori”.

Dal suo canto, il segretario del Pd Enrico Letta, secondo fonti del Nazareno, vuole che il Pd si faccia carico delle «giuste preoccupazioni» poste dall’ex ministro Manfredi per la candidatura a sindaco di Napoli. Quello di Manfredi, si spiega al Nazareno, è un appello «alto alla responsabilità, appello che naturalmente condividiamo».

Anche l’ex premier Giuseppe Conte, che ha voluto Manfredi come ministro, sottolinea che “la sua denuncia sul dissesto, sui vincoli di bilancio e sulla prospettiva di mera liquidazione che compromettono il futuro del Comune di Napoli, merita una chiara assunzione di responsabilità, da parte di tutte le forze politiche”. “Il suo richiamo al ‘principio di realtà’ nasconde amore per la città e un senso nobile della politica, che non illude i cittadini e prospetta soluzioni concrete – dice ancora Conte – Il Movimento5Stelle sarà in prima fila per portare avanti questo ‘Patto per Napoli’ e per realizzare questo intervento legislativo di riequilibrio, che anzi intendiamo estendere anche alle altre città metropolitane”.

Sul caso Napoli interveniente anche Roberto Fico. “Da Presidente della Camera condivido totalmente l’appello accorato di Gaetano Manfredi, che ama come me la città di Napoli. Il tema del dissesto finanziario del Comune deve riguardare tutti i partiti politici, nessuno escluso – ha detto – Da destra a sinistra al Movimento 5 Stelle. Il problema delle finanze comunali tocca infatti tanti comuni in Italia e lo Stato in prima persona deve operare un deciso cambio di paradigma nel rapporto Stato-Comuni. La condizione del Comune di Napoli è simile a quella di tanti altri nel nostro Paese: tutti hanno bisogno del massimo sostegno possibile. Aiutare i comuni significa stare vicino alle persone fornendo servizi essenziali a cui tutti hanno diritto. Per quanto riguarda l’accordo tra M5S-centrosinistra c’è l’assoluta garanzia che si proseguirà nel percorso avviato”. Dopo la rinuncia di Manfredi ritornano adesso in gioco i nomi di Fico e Amendola.

GLI SFIDANTI

Ad aver ufficializzato la propria candidatura indipendente ci sono l’ex sindaco della città, Antonio Bassolino, e Alessandra Clemente, delfina dell’attuale sindaco, Luigi de Magistris, in corsa adesso per diventare governatore della Calabria. Catello Maresca, sostituto procuratore generale, è invece sponsorizzato dal centrodestra e più volte ha ricevuto endorsement anche da Matteo Salvini. “È una grande opportunità per Napoli e per il rinascimento di questa straordinaria città – ha detto – Penso che da sindaco possa fare tanto. È l’uomo giusto per Napoli” ha detto il leader del Carroccio.


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