Il Consiglio dei ministri
4 minuti per la letturaLe nuove procedure di verifica sul Next Generation Eu hanno, purtroppo, la prima vittima; a causa di ritardi nella riforma del fisco, con due milestone da parte del Governo di Vilnius, la rata prevista è stata sospesa e ora rischia di essere decurtata.
Questo è il rischio che ha corso l’Italia ma che riesce ad evitare proprio grazie a un’interlocuzione costante tra il ministro Fitto e l’ istituzione europea, che si è preso la responsabilità di fare chiarezza sulle colpe burocratiche del passato e rispettare gli impegni su porti e assetti idrici che vanno ancora onorati. Si potrà avere forse lo slittamento di qualche settimana ma nulla più. Proprio perché si è fatta chiarezza e si cambia.
Sin dal 2021, cioè dopo un anno dall’avvio del PNRR ci sono mie note molto dettagliate in cui denunciavo il mio sconcerto sulla assenza di un reale impegno nell’attivare la spesa e, più volte, ho ricordato che era preoccupante che alcuni Ministri continuassero a raccontarci avanzamenti di opere, di cantieri aperti, di soglie percentuali pari al 90% e addirittura al 95% dell’avanzamento degli impegni sottoscritti con la Unione Europea per l’attuazione del PNRR. Invece con una noiosa ed a volte anche eccessiva forma di denuncia nei confronti dei vari Ministri competenti, continuavo a rendere di dominio pubblico un dato: non c’era nessun segnale di concreta e leggibile attivazione della spesa.
I piani ed i programmi erano e rimanevano solo atti cartacei, i progetti al massino erano solo utilizzati come base per bandire gare. La ex Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli e l’ex Presidente del Consilio Giuseppe Conte hanno fornito una narrazione che nei fatti era diversa da quella che, invece, sistematicamente, era la mia narrazione; un narrazione, la mia, basata essenzialmente su una lettura delle WBS (Work Breakdown Structure, cioè di uno strumento utilizzato per la scomposizione analitica dei progetti in parti elementari), della lettura cioè dei vari interventi, della lettura oggettiva dei cronoprogrammi. Questo tipo di denuncia l’ho portata avanti anche durante il periodo in cui al Ministero delle Infrastrutture è arrivato il Professor Giovannini ed in queste mie note ho sempre precisato che sicuramente la responsabilità non era del Ministro ma di chi forniva al Ministro le informazioni e, soprattutto, di quelle informazioni che io definisco gli avanzamenti sperati e non reali.
Devo essere sincero ma mi è dispiaciuto che il Presidente Draghi, anche dopo denunce formali degli Uffici della Unione Europea, non abbia assunto decisioni drastiche, cioè non abbia assunto ad interim la responsabilità di alcuni Dicasteri.
Oggi, grazie al ReGis e grazie, anche, ad una lettura capillare prodotta della stessa Unione Europea, stiamo scoprendo un dato che fa solo paura: abbiamo finora speso 10,2 miliardi di euro, cioè in 34 mesi, ripeto in trentaquattro mesi abbiamo speso 10,2 miliardi di euro e nei prossimi mesi che ci separano dalla data del 31 dicembre 2026, cioè nei restanti 44 mesi, dovremmo spendere circa 220 miliardi di euro. Una equazione impossibile ed al tempo stesso tragica.
Ha fatto bene il Presidente della Repubblica Mattarella a richiamare tutti alle proprie responsabilità; ed ha ragione ad aver detto tutti perché l’attuale opposizione fino a sei mesi fa era al governo del Paese.
Non credo però che d’ora in poi l’attuale Governo possa continuare a tacere, in modo formale, il fallimento della gestione passata, sì di due Governi Conte 2 e Draghi; di Governi che hanno ritenuto che gli anticipi della Unione Europea scattassero solo a valle di avvenute riforme, scattassero solo a valle di atti formali e non a valle di concreta e misurabile capacità della spesa.
Ha fatto bene il Ministro Raffaele Fitto a non scegliere la linea della difesa o quella delle motivazioni legate essenzialmente a fenomeni contingenti come la pandemia o la guerra in Ucraina ed ha fatto bene ad ammettere subito la gravità dello stato di avanzamento, ad ammettere che il comportamento del nostro Paese sulla capacità della spesa era emerso in modo davvero preoccupante anche nella attuazione dei Programmi supportati dai Fondi di Sviluppo e Coesione.
Ed in questa denuncia Fitto non solo ha ammesso che questi ritardi erano da addebitare sia all’organo centrale che locale ma, anche, ha evitato di addossare le responsabilità agli schieramenti politici che nella passata Legislatura avevano governato il Paese, ed ha fatto riferimento solo ai vincoli procedurali e alle logiche filtranti della nostra burocrazia. Senza dubbio questo comportamento istituzionale gli va ampiamente riconosciuto.
Oggi però non è più Incalza con le sue denunce a raccontare lo stato di avanzamento ma è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, attraverso lo strumento del ReGiS, e gli Uffici della Unione Europea, che, con una sistematicità settimanale, ci raccontano tutte le evoluzioni, tutte le informazioni e, devo aggiungere, tutte le verità. Forse sarebbe stato più utile e ritengo anche corretto credere alle mie sistematiche denunce; non è la mia superbia ma forse avremmo evitato di fare la fine della Lituania.
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