Il premier Mario Draghi
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Il governo alza gli scudi contro la crisi e porta a 14,3 miliardi di euro le risorse in campo per il nuovo decreto Aiuti che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri la prossima settimana. Un tesoretto accumulato – ha detto il ministro Franco – grazie alle maggiori entrate incassate dallo Stato in questo periodo.
Nei primi sei mesi dell’anno, spiega la sua relazione al Parlamento che certifica l’assestamento di bilancio, nonostante l’evolversi della situazione internazionale, il quadro tendenziale di finanza pubblica ha registrato un sostanziale miglioramento. La previsione dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per il 2022 risulterebbe infatti inferiore di 0,8 punti percentuali di Pil.
LE MISURE IN BALLO
Ora il problema è la distribuzione di queste risorse che, alla vigilia di una inattesa tornata elettorale, assumono un valore strategico. Vista la rapidità della crisi, i partiti non potranno ricorrere come al solito alla cassa del Tesoro rappresentata dalla legge Finanziaria. Né utilizzare i fondi del Pnrr che, al momento appaiono rigidamente incardinati. Così il tesoro del decreto Aiuti resta l’ultimo treno a disposizione.
Ecco perché la partita è ancora aperta, apertissima, il dl ancora da definire se non per le misure -maggioritarie per giunta – da prorogare, leggi: sconti su bollette, crediti di imposta alle imprese, taglio delle accise sui carburanti.
Fonti del Mef e di governo spiegano che, nel nuovo decreto Aiuti atteso in Cdm la settimana prossima, con ogni probabilità troverà spazio il bonus da 200 euro per famiglie con reddito fino ai 35 mila euro, mentre, confermano le stesse fonti, più complessa, o meglio decisamente in salita, la strada del taglio dell’Iva sui beni di prima necessità.
La misura è stata proposta dal ministro Renato Brunetta e chiesta a gran voce dalla Lega, tanto da indurre il segretario Matteo Salvini a riunire la delegazione di governo in mattinata, prima del Cdm, proprio per motivarli sulla sforbiciata all’Iva sui generi alimentari di prima necessità come pasta, pane, riso, latte, frutta e verdura.
«IL GOVERNO NON SI FERMA»
Eppure, stando a fonti di governo e del Mef, la misura solleverebbe più di un dubbio, in via XX Settembre come a Palazzo Chigi. Primo tra tutti, il timore che il mercato finisca di fatto per bruciare il taglio, dopando i prezzi e finendo per annullare il beneficio per le tasche dei consumatori e a solo vantaggio dei commercianti.
Nel Cdm di ieri mattina, dicono alcuni ministri presenti in riunione, non si è parlato nel merito del provvedimento («le prossime giornate saranno decisive»), ma solo delle risorse a disposizione, ben 14,3 miliardi di euro.
Ma ormai è convinzione piuttosto diffusa che il bonus per le fasce più deboli tornerà a figurare nel provvedimento, «mentre il taglio dell’Iva è più complesso da mettere a terra e i dubbi restano tanti. La partita, però, non è chiusa ma ancora da giocare».
L’Esecutivo, quindi, chiederà l’autorizzazione per utilizzare le risorse di questi spazi finanziari per un provvedimento urgente per contrastare gli effetti su famiglie, imprese ed enti pubblici dell’aumento dei prezzi dell’energia, dell’inflazione, del protrarsi del Covid-19, dell’emergenza siccità.
Una parte degli interventi andrà alle amministrazioni centrali, come ristoro per le risorse utilizzate a copertura dei provvedimenti di urgenza adottati per l’abbattimento degli oneri di sistema sull’elettricità e sul gas disposto per il terzo trimestre dell’anno.
«Il governo non si ferma, ha ancora tanto da fare» sembra aver affermato Draghi, ragionando sul perimetro ampio che si è dato l’Esecutivo da ora fino all’insediamento delle nuove Camere. E quindi Palazzo Chigi marcia a ritmo serrato, allargando il più possibile il raggio del confronto «per fronteggiare la flessione dell’economia e una stagione autunnale che – avverte l’ex presidente della Bce – si attende molto complessa».
GLI INCONTRI CON LE PARTI SOCIALI
Ieri il premier ha incontrato le associazioni datoriali dell’agricoltura e dell’artigianato – Cna, Cia-Agricoltori, Confapi, Coldiretti, Confagricoltura, Confimi, Confartigianato – insieme ai ministri Franco, Giorgetti, Orlando, Brunetta e Patuanelli. Un tavolo multifocale che, in poco più di un’ora, ha spaziato dagli interventi urgenti sul gasolio agricolo all’emergenza manodopera nei campi e all’agrifotovoltaico, dalla ristrutturazione delle bollette per le Pmi strozzate dal caro energia alla necessità di una soluzione per le aziende – 30 mila secondo i calcoli di di Cna – in bilico dopo aver anticipato il costo delle ristrutturazioni con il superbonus.
L’impegno promesso da Draghi sembra aver convinto e soddisfatto le categorie. Domani sono attesi Confesercenti, Confcommercio, Federdistribuzione, alleanza Cooperative, Federterziario, Confservizi, Confetra, ma soprattutto i leader di Cgil, Cisl e Uil che metteranno sul tavolo tre questioni, elencate dal segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: «Detassare gli aumenti contrattuali, aumentare il netto in busta paga tramite il cuneo fiscale, anticipare le rivalutazioni delle pensioni prevista per gennaio».
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