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Gli scostamenti di bilancio

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Il varo della prima “manovra” economica del governo Draghi è atteso per la prossima settimana: i ministeri lavorano alla stesura del decreto Sostegno che in una prima bozza si presenta con 26 articoli, alcuni sono ancora solo un titolo, come quelli del pacchetto lavoro che dovrebbe prevedere comunque il blocco dei licenziamenti fino al 30 giugno e l’estensione della Cig Covid per l’intero anno.

Mentre sono dettagliate le misure di sostegno per le imprese, in primis i ristori , ovvero i contributi a fondo perduto, che valgono circa 9,5 dei 32 miliardi di extradeficit autorizzato dal Parlamento.

Stop ai versamenti fino 30 aprile, il fisco è però autorizzato a riprendere le notifiche dal 1 marzo e i pagamenti dovranno essere effettuati entro 60 giorni dal termine della sospensione.

Per i vaccini anti Covid e i farmaci (Remdesivir e monoclonali) ci sono 2,1 miliardi, 51,6 milioni per prorogare fino al 31 maggio i Covid Hotel e 345 milioni per il coinvolgimento dei medici di famiglia nella campagna vaccinale.

Ancora, ottocento milioni per il trasporto pubblico locale, 1,6 miliardi per rifinanziare il fondo per gli enti locali e 250 milioni per il mancato incasso della tassa di soggiorno. Fondi per il rinnovo dei congedi parentali al 50%, un miliardo per il reddito di cittadinanza e due nuove mensilità di reddito di emergenza. E indennità per i lavoratori stagionali, del turismo e dello sport.

Insomma, un provvedimento complesso e articolato per parare i colpi che il Covid continua a infliggere all’economia proseguendo la sua corsa, rinvigorita dalle varianti.

IL FONDO PERDUTO

I contributi a fondo perduto saranno garantiti alle imprese e alle partite Iva con ricavi fino 5 milioni che tra gennaio e febbraio abbiano registrato perdite per un terzo del fatturato – il confronto è fatto con lo stesso periodo del 2019 – e andranno da un minimo di 1000 euro per le persone fisiche e 2000 per tutti gli altri soggetti, fino a un massimo di 150mila euro.

A scelta, il risarcimento potrà essere erogato come contributo diretto, oppure riconosciuto sotto forma di credito d’imposta utilizzabile in compensazione tramite modello F24.

Sono previste 3 fasce: 20% per le imprese con ricavi o compensi nel periodo di imposta 2019 non superiori a 400mila euro, 15% per quelle con ricavi fino a 1 milione di euro e 10% per le partite Iva con ricavi fino a 5 milioni di euro.

IL CAPITOLO FISCALE

Oltre al rinvio delle scadenze fiscali, nella bozza compare lo stralcio delle cartelle dal 2000 al 2015, ma non ne viene indicata la soglia (uno schema precedente ipotizzava 5mila euro).

La relazione tecnica fa diverse ipotesi, con i relativi costi per l’Erario: a 3.000 euro, con un costo pari a 730 milioni; 5.000 euro, con un costo di 930 milioni; 10.000 euro, operazione che costerebbe 1,53 miliardi; 30.000 euro, con un costo di circa 2 miliardi e 50.000 euro con un aggravio di 2,34 miliardi.

L’annullamento senza soglia di tutti i ruoli costerebbe circa 3,7 miliardi.

Sarebbe, poi, in via di definizione una sanatoria ad hoc per le partite Iva che hanno registrato un calo di fatturato maggiore del 33% nel 2020, rispetto all’anno precedente: possono usufruire di una definizione agevolata che consiste nell’abbattimento delle sanzioni e delle somme aggiuntive richieste.


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