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Il sottosegretario leghista Armando Siri

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Nell’attesa che il premier Giuseppe Conte parli con il sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione dalla procura di Roma – al quale chiederà spiegazioni sull’inchiesta o addirittura un passo indietro per ragioni di opportunità politica – nelle segrete stanze del palazzo si ragiona sul rimpasto di governo.
Una, due, tre, quattro o cinque caselle saranno cambiate. È questa la novità attorno a cui ruota la trattativa fra Lega e Cinquestelle. Si tratta di passaggio politico che quasi certamente si consumerà all’indomani delle elezioni europee del prossimo 26 maggio.
E che si lega a doppio filo con il caso Siri. Perché? La ragione è presto detta. «Tutto vero – spiega un grillino che riveste un ruolo all’interno di governo – l’indagine ai danni di Armando può essere il pretesto per giustificare il rimpasto». Già, il rimpasto.  Un tempo era una parola “tabù”, una di quelle impronunciabili che non era immaginabile appartenesse al dizionario grillino. E nessuno grillino avrebbe mai osato scandirla perché consapevole che fosse più un retaggio dei governi della Prima e della Seconda Repubblica per tirare a campare e governicchiare. Tuttavia, un conto erano la dichiarazione pubblica ai tempi del Vaffa, un conto sono i ragionamenti che si consumano nei dietro le quinte di palazzo Chigi.
Non a caso leghisti e grillini assicurano che «è tutto pronto per il rimpasto».
In sostanza, quando finirà la battaglia elettorale vera o presunta fra Lega e Cinquestelle che durerà fino al 26 maggio, un attimo dopo i due contraenti si siederanno al tavolo e metteranno nero su bianco le modifiche da apportare all’esecutivo. Ridisegnando il team dell’esecutivo alla luce dei nuovi rapporti di forza. La Lega, da par sua, forte dell’exploit elettorale, potrebbe reclamare il ministero degli Affari Europei, una casella vacante da quando Paolo Savona si è trasferito a capo della Consob. E con molta probabilità il Carroccio potrebbe richiedere il dicastero delle Infrastrutture e della Sanità, dove oggi siedono due pesi massimi della galassia M5S, Danilo Toninelli e Giulia Grillo. Un vero e proprio rimpasto. Con una giustificazione già pronta: «C’avete chiesto di sostituire Siri e ne abbiamo approfittato…».
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