La premier Giorgia Meloni durante l’intervento all’Onu
INDICE DEI CONTENUTI
Giorgia Meloni è ritornata soddisfatta dal viaggio a New York, in occasione dell’assemblea dell’Onu, dà il buon esempio con il Piano Mattei
Giorgia Meloni è ritornata soddisfatta dal viaggio a New York, in occasione dell’assemblea generale delle Nazioni Uniti. Una soddisfazione legata all’aver dato una dimensione internazionale al fenomeno dei migranti. Perché da ora in avanti le Nazioni unite non potranno voltarsi dall’altra parte. Così come in passato hanno hanno combattuto la schiavitù, adesso dovranno battersi per eliminare il traffico illegale di migranti.
Davanti alla platea dell’Onu Meloni, nella notte tra mercoledì e giovedì, scolpisce un intervento tipico della dottrina nazionalista, declinandolo sugli scenari dell’instabilità globale. «È un onore, per me, rappresentare l’Italia di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Un onore che, tuttavia, non è leggero come il privilegio, ma pesante come lo è la responsabilità. Perché viviamo un’epoca complessa, fatta di emergenze e mutazioni continue, e non possiamo permetterci il lusso delle frasi di circostanza, dei principi decantati ma non attuati, delle scelte facili in luogo di quelle giuste». Premessa tutta incentrata sulla identità e sul concetto di nazione e su un passaggio sulla guerra in Ucraina e il sostegno a Zelensky.
«DAVVERO L’ONU PUÒ VOLTARSI DALL’ALTRA PARTE DI FRONTE A QUESTO SCEMPIO?»
Dopodiché l’inquilina di Palazzo Chigi entra nel vivo della questione delle questioni: «Davvero una organizzazione come questa, che afferma nel suo atto fondativo “la fede nella dignità e nel valore della persona umana” può voltarsi dall’altra parte di fronte a questo scempio?». E ancora: «Davvero possiamo fingere di non vedere che oggi al mondo non esiste attività criminale più profittevole del traffico di migranti, quando proprio i rapporti Onu certificano come questo business abbia raggiunto per volumi di denaro il traffico di droga, e ampiamente superato quello delle armi?».
E sempre su queste note: «Davvero questa Assemblea, che in altri tempi ebbe un ruolo fondamentale nel debellare definitivamente quel crimine universale che era la schiavitù, può tollerare che torni oggi sotto altre forme, che si continui a mercificare la vita umana, che vi siano donne portate in Europa a prostituirsi per ripagare debiti enormi contratti con i trafficanti, o uomini abbandonati nelle mani della criminalità organizzata? Davvero possiamo dire che sia solidarietà accogliere in via prioritaria non chi ne ha davvero più bisogno ma piuttosto chi ha i soldi per pagare questi trafficanti, e consentire ai trafficanti di stabilire chi abbia diritto a salvarsi? Io penso di no».
Ragion per cui ripete un concetto che ha già scolpito nei giorni dell’arrivo negli Stati Uniti. «Sono convinta che sia dovere di questa organizzazione rifiutare ogni ipocrisia su questo tema e dichiarare una guerra globale e senza sconti ai trafficanti di esseri umani».
MELONI RILANCIA: «L’ITALIA DARÀ L’ESEMPIO CON IL PIANO MATTEI»
Meloni vuole mettere al centro l’importanza della stabilità dell’Africa. «Non è un continente povero, ma è stato spesso ed è un continente sfruttato, troppo spesso gli interventi delle Nazioni straniere nel continente non sono stati rispettosi delle realtà locali. Spesso l’approccio è stato predatorio, e ciononostante perfino paternalistico. Occorre invertire la rotta». Non a caso l’esecutivo che Meloni presiede «vuole contribuire a creare un modello di cooperazione, capace di collaborare con le Nazioni africane affinché possano crescere e prosperare grazie alle risorse che possiedono».
Ecco, l’Italia sarà la prima a dare l’esempio con il cosiddetto «Piano Mattei per l’Africa», «un piano di cooperazione allo sviluppo che prende il nome di Enrico Mattei, un grande italiano – prosegue Meloni – che sapeva conciliare l’interesse nazionale italiano con il diritto degli stati partner a conoscere una stagione di sviluppo e progresso».
Con questo discorso di tre pagine la presidente del Consiglio intende scuotere i grandi della Terra. Non è dato sapere se alla fine tutto questo porterà ad alcun risultato. Di sicuro è entrato nelle orecchie dei presenti. E di sicuro l’inquilina di Palazzo Chigi si aspetta prima o poi una risposta, che dovrà partire da «un maggiore impegno e coordinato a favore dell’Africa».
LA CORTE EUROPEA BOCCIA I RESPINGIMENTI DELLA FRANCIA
Di ritorno dagli Stati Uniti, Meloni ripartirà alla volta di Rimini, dove visiterà “Expo-AID2023”. Dopodiché si sposterà a Genova per il Salone Nautico. Il tutto senza dimenticare le grandi questioni che attanagliano l’esecutivo: la Nota di Aggiornamento al Def – da approvare entro il 29 settembre – il delicato dossier migranti su cui pensa di intervenire nel Consiglio dei ministri di lunedì. Per giunta, si ritroverà una maggioranza che si è scontrata in Commissione giustizia alla Camera sull’uso del trojan. Senza dimenticare la risalita del caso Santanché, le uscite non certo concordate di Matteo Salvini che bacchetta la Ue e Ursula von der Layen, e i pochi margini di manovra per definire la legge di Bilancio.
Allo stesso tempo, la war room di Palazzo Chigi ha apprezzato la decisione della Corte di giustizia dell’Unione europea che ha bocciato i respingimenti dei migranti da parte della Francia alle frontiere interne.
I giudici di Lussemburgo evidenziano che «la direttiva Ue ‘rimpatri’ va sempre applicata, anche nel caso di controlli ai confini interni» ripristinati temporaneamente da uno Stato membro. I migranti irregolari, evidenzia la Corte Ue, devono pertanto poter «beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio. L’allontanamento forzato avviene solo in ultima istanza». «Esiste un giudice a Berlino, anzi in Lussemburgo», esulta l’azzurra Licia Ronzulli.
La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA