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Sergio Mattarella al Meeting di Rimini

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È stato accolto da una serie di lunghi applausi, prima, dopo e durante. A un certo punto si è pure levato un coro: «Presidente, presidente, presidente!». Non è certo la prima volta che Sergio Mattarella riceve un’accoglienza di tale portata nel consesso del Meeting Rimini.
Tante erano le aspettative prima dell’inizio dell’intervento del capo dello Stato. Dirà qualcosa sulle ultime mosse del governo, sulla manovra di bilancio, sull’autunno che verrà, sull’annoso nodo dei migranti? Quesiti a cui nessuno sapeva rispondere prima dell’inizio. Silenzio. Massimo riserbo, come conviene alla tradizione del Colle.

L’AMICIZIA SOCIALE

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Di sicuro il presidente della Repubblica Mattarella preferisce partire da lontano: «Vorrei che ci interrogassimo. Su cosa si fonda, la società umana; la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito: è il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l’ostilità verso il proprio vicino, il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell’odio che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente, anche soltanto a una di queste domande, con ogni probabilità il destino dell’umanità si sarebbe condannato da solo». Premessa cui segue un concetto che l’inquilino del Colle desidera scolpire in maniera forte e chiara: «L’amicizia sociale è una dimensione che lega la comunità nell’affrontare le sfide della storia, e non vogliamo rinunciare oggi alla speranza della pace in Europa. Non ci stancheremo di lavorare per fermare la guerra».

GUERRA E SOLIDARIETÀ

Fermare la guerra in Ucraina, prima di ogni cosa. Non è un mistero che «ogni volta che l’umanità, si è trovata di fronte al baratro – è accaduto con le due guerre mondiali novecentesche – ha trovato, dentro di sé, le risorse morali per ripartire, per costruire un mondo diverso, in cui il conflitto lasciasse posto all’incontro. Per immaginare, e progettare, il futuro insieme. E se questa prospettiva è naufragata nel decennio, iniziato quasi alla metà degli anni Venti, proprio per difetto di sentimenti di solidarietà e di reciproca disponibilità tra i popoli, ha avuto successo, negli anni Quaranta e Cinquanta, per la comunità internazionale, con il dar vita alle Nazioni unite e con l’avvio dell’integrazione d’Europa».

La solidarietà, dunque, come «base della concordia sociale». Tutto questo per sottolineare come l’Italia e l’Europa saranno rese più forti dall’incontro fra le etnie, esaltando la pluralità.

NAZIONALISMI ANACRONISTICI

Mattarella evoca il fascismo, la fortuna di avere una Costituzione come quella italiana, con tanto di citazione di un noto discorso di Giuseppe Dossetti: «È proprio, nei momenti di confusione, o di transizione indistinta, che le Costituzioni adempiono la più vera loro funzione: cioè quella di essere, per tutti, punto di riferimento e di chiarimento. Cercate, quindi, di conoscerla; di comprendere, in profondità, i suoi principi fondanti; e, quindi, di farvela amica e compagna di strada… vi sarà presidio sicuro, nel vostro futuro, contro ogni inganno e contro ogni asservimento; per qualunque cammino vogliate procedere, e per qualunque meta vi prefissiate».

Lo stesso deve avvenire in Parlamento, a Roma e a Strasburgo. «Nell’Assemblea costituente opinioni diverse si sono incontrate in spirito di condivisione, per affermare i valori della dignità, ed eguaglianza, delle persone; della pace; della libertà. Ecco come nasce la nostra, Costituzione: con l’amicizia come risorsa, a cui attingere, per superare insieme le barriere e gli ostacoli; per esprimere la nostra stessa umanità».

Passaggi chiave dell’intervento: l’amicizia, il ruolo della Costituzione, la guerra in Ucraina, l’ammonimento a non resuscitare «anacronistici nazionalismi», il fenomeno della migrazione con tutte le conseguenze del caso, i giovani e i social, l’alluvione in Emilia Romagna.

Non ci sono riferimenti all’azione del governo, al dibattito di queste ore, al braccio di ferro dentro il governo sulla manovra finanziaria. Tuttavia il capo dello Stato invia una serie di messaggi forti e chiari. «Le nostre istituzioni sono basate sulla concordia sociale, sul perseguimento – attraverso la coesione, dunque la solidarietà – di sentimenti di rispetto e di collaborazione: l’amicizia riempie questi rapporti, rendendoli condizione per la felicità. Sono i sentimenti e i comportamenti umani che esaltano la vita della comunità».

L’APPELLO ALL’EUROPA SUI MIGRANTI

Sui migranti, prima fa un passaggio personale e toccante che riscuote una risposta positiva dalla platea: «Nello studio dell’appartamento dove vivo, al Quirinale, ho collocato un disegno, che raffigura un ragazzino di quattordici anni, annegato, con centinaia di altre persone nel Mediterraneo. Recuperato il suo corpo, si è visto che nella fodera della giacca aveva cucita la sua pagella: come fosse il suo passaporto; la dimostrazione, che voleva venire in Europa per studiare. Questo disegno mi rammenta che, dietro numeri e percentuali delle migrazioni, che spesso elenchiamo, vi sono, innumerevoli, singole persone con la loro storia, i loro progetti, i loro sogni, il loro futuro. Il loro futuro: tante volte cancellato».

Dopodiché si rivolge direttamente all’Unione europea: «Occorre un impegno, finalmente concreto e costante, dell’Unione europea e sostegno ai Paesi di origine dei flussi migratori. È necessario rendersi conto che soltanto ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, sono lo strumento per stroncare il crudele traffico di esseri umani: la prospettiva e la speranza di venire senza costi e sofferenze disumane indurrebbe ad attendere turni di autorizzazione legale».

I GIOVANI E I SOCIAL

I giovani e i social: «Non vi chiudete, non fatevi chiudere in tanti mondi separati. Usate i social, sempre con intelligenza; impedite che vi catturino, producendo una somma di solitudini, come diceva il mio Vescovo di tanti anni addietro».
E soprattutto : «Non rinunciate, mai, alle relazioni personali; all’incontro personale; all’affetto dell’amico; all’amore; alla gratuità dell’impegno».

Infine un applauso lungo e scrosciante accompagna poi le parole di Mattarella sulla vicinanza concreta al popolo della Romagna: «I cittadini della Romagna – e i loro sindaci – non vanno lasciati soli. La ripartenza delle comunità e, con esse, di ogni loro attività, è una priorità, non soltanto per chi vive qui, ma per l’intera Italia».

MATTARELLA AL MEETING RIMINI, LE REAZIONI

Poi, quando si conclude il discorso del capo dello Stato, il discorso fa il giro dei palazzi e delle segreterie di partito. Il Pd è il più allineato con l’inquilino del Colle. «Ineccepibile Mattarella sulle politiche migratorie. Non muri, ma la programmazione di “un numero ampio di ingressi regolari”. Il contrario di ciò che il governo ha messo in campo in questi mesi». Il plauso arriva anche dal verde Angelo Bonelli («Le sue parole siano una bussola per la politica»), dalla calendiana Mariastella Gelmini e dal renziano Enrico Borghi: «Ancora una volta, il presidente Mattarella descrive il percorso che porta al futuro, da fondare sui valori veri. Grazie».


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