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Aldo Moro nel covo delle Brigate rosse

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ECCO un breve elenco di eventi internazionali:

  • Il Presidente della Russia Putin dichiara apertamente che il ricorso alla bomba atomica è possibile
  • In Ucraina la guerra continua a mietere vittime, continua a distruggere città, continua ad annientare, in modo irreversibile, attività produttive di una Nazione fino a soli sette mesi fa con indicatori economici positivi
  • Al confine tra la Finlandia e la Russia, da diversi giorni, c’è una coda di oltre quaranta chilometri di auto di cittadini russi che fuggono dal loro Paese perché convinti che fra pochi giorni inizierà una guerra diffusa nell’intero Paese, una guerra che coinvolgerà non più alcuni ma tutti
  • Le giuste sanzioni decise dalla Unione Europea e dagli Stati Uniti hanno prodotto il blocco della erogazione di gas da parte della Russia e quindi il nostro Paese e la intera Unione Europea dovrà vivere una emergenza mai vissuta in passato. Non ci viene ancora raccontato nei dettagli il Piano che la Unione Europea e l’Italia stanno mettendo a punto, sappiamo però che il 2023 sarà un anno difficile non tanto e non solo per la soglia ridotta del riscaldamento e del condizionamento degli edifici pubblici e privati quanto e soprattutto per la crisi dell’intero nostro sistema industriale: 330.000 (trecentotrentamila) imprese rischiano di chiudere
  • In pochi mesi, appena cinque, è tornata, è riesplosa dopo tanti anni la inflazione e siamo passati da una soglia dell’1,5% al 10%; per i lavoratori dipendenti è praticamente scomparsa una mensilità nella retribuzione annuale

Ed ecco un altro elenco di eventi nazionali:

  • Il nostro Paese, dopo due anni e mezzo dalla approvazione del PNRR non è riuscito ad aprire nessun cantiere di opere inserite in tale Piano ed ha, nel comparto delle infrastrutture, utilizzato solo risorse per opere avviate a realizzazione già tre anni fa per un importo non superiore ai 4 miliardi di euro. Un dato questo che è emerso ufficialmente pochi giorni fa nella Nota Aggiornata del Documento di Economia e Finanza in cui si precisava che avremmo dovuto spendere, entro la fine del 2022, un importo pari a 41,4 miliardi di euro in interventi del PNRR, invece non supereremo l’importo di 20,9 miliardi di euro e nel comparto infrastrutture una cifra non superiore ai 4 miliardi di euro
  • Siamo ormai vicini alla perdita delle risorse stanziate dal Fondo di Sviluppo e Coesione comunitario relativo all’arco temporale 2014 – 2020; nel 2014 vennero resi disponibili 54 miliardi di euro da spendere in sei anni; dopo otto anni ne abbiamo realmente spesi appena 7 miliardi, ne abbiamo impegnati 39 miliardi e per 15 miliardi, quelli che ormai rischiamo di perdere entro il 31 dicembre 2023, non c’è nulla da fare: infatti non potremo più chiedere una proroga perché ne abbiamo già ottenute due
  • Abbiamo ottenuto le due tranche finanziarie del PNRR perché legate al rispetto delle riforme già attivate, ora però le future erogazioni saranno legate all’avanzamento delle opere, cioè alla reale erogazione di Stati Avanzamento Lavori (SAL)
  • Nel Mezzogiorno sono presenti da molto tempo bombe sociali che rischiano di diventare irreversibili come quella di Termini Imerese, quella del centro siderurgico di Taranto e, ultimamente, quella di Priolo – Augusta
  • Solo sei mesi fa la previsione di crescita del nostro Prodotto Interno Lordo per il 2023 era stata stimata pari al 2,4%, oggi tale previsione è scesa allo 0,6%, una soglia vicina alla recessione

Ho elencato emergenze e criticità a scala internazionale e nazionale perché sono davvero sconvolto che dal 26 settembre (giorno dopo le elezioni), cioè ormai da quasi due settimane ancora non esista un Parlamento ed un Governo pronto ad affrontare simili gravi emergenze; è veramente preoccupante assistere ad un rincorrere di nomi pronti e non pronti a rivestire il ruolo di Ministri o di Presidenti dei due rami del Parlamento. Quando fu rapito Aldo Moro il Parlamento varò subito un Governo (16 marzo 1978 giorno del rapimento e 17 marzo 1978 approvazione del Governo); era successo un fatto gravissimo, ebbene quello che viviamo è, a mio avviso, comparabile con quell’evento. Ho portato esempi di politica internazionale e di politica nazionale perché i fenomeni al loro interno si sommano e producono non fra mesi ma domani una diffusa sofferenza socio economica, una sostanziale modifica delle nostre abitudini che fino a ieri definivamo “vita ordinaria”.

Il mio non è terrorismo mediatico perché le narrazioni che leggiamo giornalmente, non solo sulla stampa nazionale ed internazionale ma ascoltando direttamente i vari attori della gestione della cosa pubblica relativamente all’avanzamento delle opere del Pnrr, ci confermano solo una cosa: non possiamo ritardare di un solo giorno la costituzione di un Parlamento e di un Governo che possa subito misurare e capire la dimensione di queste emergenze ed offrire, in tempi certi, comportamenti che riaccendano quella credibilità nazionale ed internazionale che Draghi, nei 18 mesi di Governo, era riuscito a garantire. Invece il mondo della informazione, ripeto, continua a masturbarsi e a dedicare pagine dei giornali e trasmissioni televisive sul “toto Ministri” e sulle paure di un rinato fascismo; dimenticando che sono altre le notizie e le tematiche che dovrebbero essere oggetto di approfondimento, il mondo della informazione dovrebbe cioè descrivere quali siano i cambiamenti che, giorno dopo giorno, stiamo ormai vivendo.

Non si tratta di essere “Cassandre”, le “Cassandre” prevedono ed anticipano fenomeni; noi siamo già all’interno dei fenomeni, non abbiamo bisogno di prevedere ciò che già è oggetto di vita giornaliera.


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