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Contro il caro energia serve la risposta unitaria dell’Europa: è stato questo il filo conduttore della seconda giornata del Forum Ambrosetti di Cernobbio, aperta dal messaggio del presidente Sergio Mattarella.
CARO ENERGIA, MATTARELLA CHIAMA L’EUROPA
L’evento quest’anno si svolge «in un clima particolarmente gravoso», ha sottolineato il capo dello Stato. A segnarlo «il prolungarsi della guerra di aggressione in Ucraina» e il «vertiginoso innalzamento dei prezzi dell’energia». Per questo è fondamentale che intervenga l’Ue e che ogni Stato si muova verso «la puntuale attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza», con particolare attenzione al tema dell’ambiente.
FRANCO RISPONDE A MELONI: «RISCRIVERE IL PNRR SAREBBE COME FERMARLO»
Oltre a Mattarella si è soffermato sul caro energia anche il ministro dell’Economia Daniele Franco ha annunciato che l’Italia ha raggiunto l’83% della capacità di stoccaggio «questo ci permetterà di affrontare il prossimo inverno, che non si presenta facile». Ha annunciato che la prossima settimana il governo darà il via libera al nuovo decreto aiuti. Ha rintuzzato quanti sostenevano che il governo si è mosso in ritardo.
Nel 2022 «nel complesso con 6 decreti abbiamo stanziato 52 miliardi, una cifra gigantesca, restituendo al sistema economico le entrate che venivano da ripresa produttiva e inflazione». In particolare «il primo semestre è stato relativamente buono: il secondo trimestre ha avuto una crescita dell’1,1% per una crescita acquisita per quest’anno del 5,5%. Come l’anno scorso abbiamo superato le stime dei vari previsori grazie alla robustezza del nostro sistema produttivo».
Ha risposto indirettamente anche a Giorgia Meloni che propone una verifica del Pnrr: «Riscriverlo sarebbe come fermarlo» ha spiegato Franco. Come Paese «usciamo da un quarto si secolo di crescita anemica. Il vero problema del nostro Paese è come crescere stabilmente di più nel medio termine» e «il Pnrr è cruciale per tutto questo». Il caro-energia è un danno grave per il Paese.
«È evidente che stiamo trasferendo all’estero una parte rilevante del nostro potere d’acquisto. La bolletta energetica del Paese passa da 43 miliardi del 2021, più o meno in linea con i dati degli anni precedenti, a 100 miliardi nel 2022, con un aumento di circa 60 miliardi». Questo, spiega, «vuol dire circa tre punti di Pil, un deflusso di risorse dall’Italia verso i produttori esteri di energia. E questo azzera l’avanzo che avevamo negli ultimi anni di circa 3-3,5 punti di Pil nei conti con l’estero».
CARO ENERGIA, NON SOLO MATTARELLA. GENTILONI: «UE PRONTA A REAGIRE»
Il tema del calmiere proposto dalla presidente von der Leyen è stato affrontato dal commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni: «sarebbe davvero una svolta importante» ha detto. Tanto più adesso che il susseguirsi delle interruzioni al gasdotto Nord Stream stanno bloccando le esportazioni dalla Russia. Più che la tecnologia, in questi stop improvvisi, gioca un ruolo fondamentale la politica. Di fronte alla minaccia del calmiere (peraltro non semplicissimo da applicare) Mosca risponde con l’arma migliore che ha a disposizione. Il blocco complessivo delle forniture che renderanno necessario un rigoroso piano di contenimento dei consumi per non avere problemi durante l’inverno.
«Ci aspettiamo che Mosca rispetti contratti in essere – ha aggiunto – ma se anche l’utilizzo dell’energia come un’arma da parte di Mosca» dovesse continuare «l’Ue è pronta a reagire». Poi a una domanda su quanto sia sostenibile, da parte del nostro Paese, uno scostamento di bilancio per affrontare l’emergenza energetica, ha risposto: «L’intenzione del governo di non fare ulteriore debito mi sembra un’intenzione più che giustificata».
STARACE (ENEL): «PRICE CAP SAREBBE UNA SOLUZIONE»
Il tema del price cap è stato il filo conduttore dell’intervento di Francesco Starace, amministratore delegato di Enel. «Negli ultimi sette anni in Europa il gas è stato importato tra i 20 e i 30 euro al megawattora, ora abbiamo uno zero in più. L’indice Ttf di Amsterdam non ha più nulla a che vedere con il prezzo della materia prima ma ha solo una valenza sui rischi geopolitici. Porre un cap alla volatilità di questo indice sarebbe una soluzione».
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